Della nascita della Commissione Comunale d’Assistenza - Fondo per il Culto Congregazione di Carità.

Il primo maggio 1817 è istituita in Noja, la “Commissione di Beneficenza Comunale” prima Opera Pia Benefica Pubblica del paese, sostituita, per la Legge dell’agosto 1863, dalla “Congregazione di Carità”.

Gli Amministratori del Comune e delle varie Congreghe laicali si riuniscono con la presidenza del cav. Giuseppe Positano e del deputato ecclesiastico, Primicerio don Nicola Didonna, per dare esecuzione al disposto del Consiglio Provinciale degli Ospizi del settembre 1855 e dare vita alle varie Opere Pie, utili per il paese.

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Il 3 ottobre dello stesso anno (1855) il Decurionato adotta il provvedimento inerente al finanziamento dei lavori di costruzione di un manufatto, da adibire ad Ospedale sul suolo ceduto dal Comune, sito in Largo Pilorso; costruzione iniziata e poi sospesa, sia per mancanza di fondi sia, soprattutto, perché non ritenuto idoneo per lo scopo.

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La Prefettura di Bari delle Puglie, però, con nota 10 luglio 1856, comunica al Presidente della Commissione Comunale d’Assistenza (Decurionato) di chiarire il contenuto del provvedimento del 3 ottobre 1855, poiché i fondi previsti per l’adattamento ed il mantenimento del novello “Ospedale Civile” nell’ex Convento dei Cappuccini, sono ritenuti insufficienti dall’Intendente Provinciale degli Ospizi e dal Consiglio di Stato (12 novembre1889).
A seguito, però, dei chiarimenti da parte del Consesso Decurionale, i vari Enti Statali e Provinciali riconoscono i fondi previsti sufficienti per l’impianto e mantenimento del novello Ospedale, proponendo al Re (siamo ancora sotto i Borboni) l’approvazione del menzionato deliberato Decurionale.

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Col 1856 subentra tra tutti gli Enti interessati un’apparente serenità, ritenendo tutto chiarito con la risposta contenente i chiarimenti richiesti; ma non si sono fatti i conti con l’oste.
S. M. FERDINANO II, infatti, nell’udienza del 30 agosto 1856 emana il decreto per l’impianto dell’Ospedale da mantenersi con i mezzi riconosciuti idonei, dal Consiglio degli Ospizi, da quello dell’Intendenza e dal Consesso Decurionale, che li ha proposti.

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Con l’Unità d’Italia (1861-1863) l’Erario statale si trova in gravi difficoltà economiche. Come risolvere la situazione? Semplice, abolire il Potere temporale della Chiesa.
Ci pensano i governi Benso-Urbano Rattazzi [3] e Massimo Taparelli d’Azeglio [4], i quali, a seguito delle Leggi Albertine (1861-1863) di soppressione di tutti i Monasteri e Corporazioni religiose, confiscandone i loro beni patrimoniali, istituiscono il “Fondo per il Culto”.

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Nel 1860 il Comune per eliminare le spese necessarie all’erezione di nuovi manufatti, inoltra alla Direzione Generale del “Fondo per il Culto” la richiesta di cessione in proprietà degli ex Conventi dei “Carmelitani Calzati” e dei “Cappuccini” per realizzarvi varie Opere Pie, autorizzate con Decreto reale nel 1868.

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Il 19 agosto 1868, il Comune entra in possesso dei manufatti degli ex conventi.
Con delibere del Consiglio Comunale n. 75 e 76 del 3 maggio e 15 luglio del 1886, approvate dalla Deputazione Provinciale il 12/7/1887, è stabilita la cessione alla Congregazione di Carità locale del manufatto dell’ex Convento dei Cappuccini e parte degli annessi giardini per l’impianto di diverse Opere Pie.
La cessione è autorizzata con decreto reale del Re d’Italia Umberto I N. 326 del 30/1/1890 e l’inversione dei redditi delle varie Opere Pie in favore dell’adattamento ad Ospedale dell’ex Convento dei Cappuccini, compresa l’approvazione dello Statuto, composto di 19 articoli, compilato dall’Amministrazione della Congregazione.

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Il Presidente della Congregazione di Carità con l’ausilio dell’Intendente, Presidente degli Ospizi provinciali, propone tutto ciò al Superiore Ministero dell’Interno, perché ottenga da S. M. l’erezione in Ente Morale del nuovo Ospedale; e così avvenne.
Il verbale di cessione, sottoscritto dai legali rappresentanti delle due Amministrazioni il 9/7/1890, è registrato a Rutigliano il 7/8/1890.

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Ottenuto il Decreto Reale, il Presidente della Congregazione di Carità invita le Congregazioni del Santissimo, del Purgatorio nel Soccorso, della Passione in S. M. della Lama, di S. Donato ed Alberto, le Amministrazioni dei Monti di Pietà Spinelli, Martinenghi (o Martinenchi), Cristallino (Cristaldino), Moncelli e Petroni, a deliberare l’inversione delle proprie rendite a favore dell’Ospedale Civile, da realizzarsi nel manufatto dell’ex Convento dei Cappuccini e per il suo mantenimento, utilizzando così al meglio le rendite, in quanto il sito, per essere in aperta campagna, si presta molto bene per ammalati d’ogni genere.

I Dirigenti del nuovo Ente Statale, affidano al nobile altruismo del cav. Giuseppe Positano, quale Sindaco, Consigliere Provinciale e Presidente locale del nuovo Ente, l’esecuzione dell’iniziativa di solidarietà a favore della classe più povera del paese. Ciò sta nel proseguire la costruzione del manufatto in Largo Pilorso, nonostante l’accertamento che esso non è idoneo allo scopo.
È il Positano che, in prima persona, s’impegna, tra la diffidenza paesana, ad intraprendere l’opera di costruzione di un “Ospedale Civile”, sito in Largo Pilorso (autorizzato con Decreto Reale nel 1868) per offrire ricovero agli ammalati poveri di Noja, che all’epoca contava 6000-7000 abitanti.

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Al finanziamento della spesa necessaria di £ 4000.00 concorreranno con sussidi: lo Stato, la Provincia, il Comune, le Congreghe Ospizi esistenti nel paese e privati.

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Intanto, per l’accertata inidoneità del manufatto destinato ad Ospedale in Largo Pilorso, la sua erezione è sospesa.
L’impegno del cav. Positano è, a dir poco, oggetto d’invidia da parte d’altri personaggi benestanti, i quali danno vita a contrasti all’interno della Dirigenza del nuovo Ente.
Non mancano, infatti, personalismi tra Presidenti della Congregazione di Carità che s’avvicendano, Enti Statali, Provinciali ed Uffici comunali, che provocano lungaggini burocratiche, soprattutto perché l’Erario Comunale è a zero ed i sussidi promessi dai vari Enti citati sono versati alla cassa del nuovo Ente, dopo tante assicurazioni vane.

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Può, in tanta supremazia di personalismi politici mancare l’intervento burocratico della Sovrintendenza Provinciale? Certamente che no !
Tra i tanti personalismi ci sono: quello del Segretario della Congregazione, sig. Giuseppe Giardinelli ed il sig. Giovanni Positano, i quali mal sopportano i numerosi incarichi attribuiti al Presidente, cav. Giuseppe Positano: per tale ragione, inoltrano, alla Prefettura ricorso avverso la nomina d’Invigilatore (Sovrintendente) ai lavori di costruzione dell’Ospedale in Largo Pilorso, in quanto il Comune non ha rispettato le Leggi in vigore (16/12/1863).
Pur riconoscendo l’inutilità della realizzazione del manufatto in Largo Pilorso, il cav. Giuseppe Positano, s’impegna sempre più, affinché esso sia portato a termine.


Note

3 Camillo Benso, Conte del feudo Cavour, nato a Torino nel 1810; Urbano Rattazzi, nato ad Alessandria nel 1818.
4 Azeglio fu feudo della famiglia Taparelli.