indietroavanti
   
  Simulacro della Madonna del Carmine  

 

   
  Simulacro del profeta Elia

 

 

 

Arredo interno

Nell'inventario comunale del 1811 ci sono notizie dettagliate circa l'arredo interno della chiesa, che sono riconfermate ed integrate in quello successivo, compilato nel 1843, il quale, poiché vi era una specifica richiesta da parte delle Autorità competenti, contiene anche notizie di carattere generale intorno al manufatto ed alla sua gestione.
L'inventario del 1843, dunque, conferma che il manufatto è titolato Chiesa del Carmine, in cui officia il sacerdote don Emilio Lamanna. Segue la descrizione dell'arredo:

L'altare maggiore è di legno intagliato e dorato, nel mezzo vi è il quadro della Madonna del Carmine alto palmi [nota 5] 14 e 3 largo , sulla cui tavola è dipinta una antica immagine della Madonna [nota 6] sotto il detto titolo. Vi sono lateralmente nove altari, sul muro dei quali sono dipinti ad olio per l'altezza di palmi 10 per 6 : al primo S. Giuseppe, al secondo S. Donato, al terzo S.ta Teresa, al quarto l'Arca-ngelo Raffaele, al quinto S. Michele, al sesto la nascita della Vergine, al settimo S. Domenico, all'ottavo il Crocifisso e al nono S.ta Maria Maddalena.

In una nicchia vi è la statua della Madonna del Carmine di grandezza naturale di cui le mani, la testa ed il Bambino sono di legno; anche l'antica statua di detta Madonna di grandezza naturale (vedi foto), la testa e le mani sono di legno; una piccola statua a mezzo busto di legno rappresenta S. Alberto; la statua di S. Elia è di grandezza naturale , (vedi foto) di cui la testa e le mani sono di legno; la statua del Beato Franco ha la testa e le mani di legno; la testa e le mani similmente di legno ha la statua di S.ta Maria Maddalena de Pazzi.

Alla cornice del primo e secondo quadro si è apposto il sigillo su cera di Spagna rossa, ancora calda, coll'impronta della scritta: Amministrazione Comunale di Noja. A tutte le immagini dal n. 3 al n. 8 si sono apposti i sigilli come sopra.

Firma del Superiore, don Emilio Lamanna.

Del che, per le disposizioni del sig. Intendente, ne abbiamo redatto il presente inventario in quadrupla copia firmato da noi, dall'idoneo perito e dal Segretario Comunale. Due copie vanno inviate al prelodato sig. Intendente e una da conservare in questo Archivio Comunale.

Il Sindaco: F.to G. sta Lioce

Il Cancelliere: F.to A. De Riso.

Il perito: F.to Giuseppe Demattia.

 

L'inventario comunale del 1863, circa l'arredo interno, ripete le stesse informazioni contenute in quello precedente, con l'aggiunta d'ulteriori notizie di carattere generale, precisando che lo stile della chiesa “ ricalca quello Barocco di fine ‘600”, che è “ubicata nel mezzo del centro principale di espansione dell'abitato”, che “è tenuta in ottimo stato, tanto quanto le fabbriche e suppellettili sacri; è piuttosto grande che no; vi è un concorso medio di 150 fedeli”. Inoltre si fa presente che il manufatto “proviene dal soppresso convento dei Carmelitani Calzati“ e che “dipende interamente dal Parroco della Chiesa Matrice”. Infine riporta il nome di don Bernardo Sostres quale “Rettore provvisorio della Congrega laicale dei santi Alberto e Donato”.

 

Note

5 Il palmo è un'antica misura di lunghezza variabile tra i 25 e i 26 centimetri.

6 La tavola mariana di che trattasi risulta introvabile.

 

indietroavanti