CAPPELLA DI SAN TOMMASO DA VILLANOVA ora di SANTA LUCIA |
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Origini del manufatto
Le vicende di questa cappella, testimone di un cambiamento di devozione popolare e trasferimento di immagini sacre, assomigliano al comportamento delle tartarughine marine che, appena venute fuori dalle uova deposte dalla madre nella sabbia, prendono istintivamente la corsa verso il mare, in un ambiente completamente diverso.
La documentazione cartacea, infatti, inizia con un Lascito testamentario del 1673 per dar corso alla costruzione di una cappella da dedicare a S. Tommaso da Villanova, vescovo agostiniano spagnolo, che poi ha dato il nome alla via su cui è sorta, e finisce con l'instaurazione del culto e della dedica a Santa Lucia.
Le vicende per l'erezione della cappella nascono dal seguente documento, conservato presso l'Archivio Storico della Chiesa Matrice [nota 1]:
Con testamento del 3 dicembre 1673 la signora Angela Moncelli, legittima moglie di Giovanni Battista Petrillj da Rutigliano, lascia 100 ducati al rev. Don Ludovico Moncelli [nota 2] per celebrare o far celebrare 100 messe lette l'anno e dopo la morte di don Ludovico si facciano celebrare dal Capitolo in perpetuo. Don Ludovico le celebrerà dove vuole sinché si completerà la cappella del grandioso S. Tommaso da Villanova fuori le mura di detta Terra di Noja, quale attualmente si sta facendo ed erigendo dal sudd(iacono) [nota 3] Vito Leonardo Montedoro di detta Terra, ma finita e ottenuta la licenza... suo fratello le celebri o faccia celebrare in detta cappella o altare e così in caso di morte di don Ludovico...
Terminata la costruzione, il 23 settembre del 1674, con una solenne processione, nella cappella è deposto un quadro raffigurante San Tommaso da Villanova e viene celebrata una messa cantata in suo onore.
Il 30 maggio 1695 la cappella è visitata dall'arcivescovo di Bari, mons. Carlo Loffredi:
...Sita nel suburbio di questa Terra, che ha un unico Altare con l'immagine dello stesso Santo... Sull'altare è eretto un Beneficio, il cui rettore è il rev. Don Giuseppe Marta [nota 4] col peso di 50 messe l'anno. Visitò gli armadi in cui erano depositate le reliquie dei Santi martiri Geminiano, Alessandro, Feliciano, Callisto, Saturnino, Facondo... Visitò la sacrestia e le suppellettili e trovò tutto ben disposto. Ordinò di fare la borsa per i corporali.
Il 22 maggio 1719 vi compie la visita pastorale l'arcivescovo mons. Muzio Gaeta senior, che ordina al Cappellano di rinnovare l'immagine di San Tommaso sulla porta d'ingresso, di provvedere il suo altare di nuove Tabelle (Carte-Gloria), separare la Croce da una Tabella, fare una nuova mappa (tovaglia di lino) per l'altare, indorare il calice, porre una grata di legno al campanile, aggiustare la finestra dell'altare ed apporre i vetri sull'altra, riparare la porta della cappella. Il testo finisce con l'ammonimento di eseguire tutte queste cose entro sei mesi per non incorrere nelle sanzioni arcivescovili.
Una decina d'anni dopo, esattamente il 16 maggio 1730, la cappella è visitata dall'arcivescovo mons. Carlo Michele D' Althan, al quale il cappellano pro tempore don Giacomo Montedoro consegna la seguente relazione:
Visitazione della Cappella di S. Tommaso da Villanova in Terra di Noja, diocesi di Bari, con la sua rendita e peso.
La suddetta cappella sta situata fuori le mura di detta Terra e proprio nel borgo delle Fornaci, in quella parte che riguarda Scirocco, confinante da un lato la casa di me Can.co D. Jacopo Montedoro, e dall'altro lato le case di Cristiano Sforza. V'è in essa un solo altare dedicato al Santo col suo quadro con cornice indorata: dall'una e dall'altra parte di detto altare vi sono due stipetti con due reliquarij d'ossa di diversi Santi con la lor autentica, e dietro il suddetto altare v'è una picciola sacristia dentro di cui vi sono due stipetti, uno per riponere abiti o vesti sacerdotali, e l'altro da conservare fiori, candelieri ed altri ornamenti d'altare, e vi è parimenti un lavatoio: riceve il lume da un finestrino, sì come la suddetta Cappella lo riceve da duoi (due), uno contro l'altro, e vi s'entra per una sola porta, sopra di cui vi è il campanile con una picciola campana: fu eretta (collocata) senza obolo alcuno dal fu don Vito Lonardo Montedoro l'anno del Signore 1678. Nell'anzidetta Cappella vi è il peso di messe trentatré l'anno, rimaste da detto fondatore don Vito Lonardo Montedoro, che si porta da me Canonico don Jacopo Montedoro come da Libro de Beneficij, e con oculatezza si tiene ancora la cura di detta Cappella. Nella medesima altro non vi è rimasto da esso fondatore che un solo calice con patena d'argento, di un calice di rame indorato, il resto rimane mio, dichiarato da me Can.co Don Jacopo.
Noja, lì 5 maggio 1730.
F.to Don Jacopo Canonico Montedoro Cappellano.
Il canonico don Giacomo Montedoro muore il 22 luglio 1734. Gli succede, nel 1736, il fratello sacerdote don Gerardo, che muore il 29 agosto 1769 all'età di 88 anni.
Con la dipartita dei beneficiari Montedoro, la cappella diventa un sottano d'uso privato e il Comune la acquisisce al suo patrimonio.
Note
1 Archivio Storico Chiesa Madre - Noicàttaro, Beneficio a favore di don Ludovico Moncelli, busta 6/6, p. 237.
2 Don Ludovico Moncelli muore il 27 luglio 1698 all'età di 65 anni.
3 Diventa sacerdote il 21 settembre 1675.
4 Risulta che Don Giuseppe Marta sia deceduto l' 8 ottobre 1699 all'età di 61 anni.
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