Un racconto della nonna
A proposito della croce in pietra posta all' esterno della Chiesa, per indicare - si ritiene - oltre al luogo sacro, la presenza del cimitero dei Frati Cappuccini, la mia cara nonna materna mi raccontava un fatto leggendario, secondo il quale sotto la base di quella croce doveva essere nascosto un tesoro misterioso e che, per prenderlo, bisognava sgozzare sette giovani polli e bagnare con il loro sangue il terreno sotto la croce. Si dice che a tentare furono in molti, ma senza riuscirvi, poiché presi spesso dal rimorso di commettere un atto sacrilego. Il racconto della nonna proseguiva con un aneddoto circolante in paese relativo agli inizi del secolo scorso. Un giorno, alla cantina di Giuseppe Rubino, detto P-ppèi-n a Canigghie, in piazza Umberto I, si presentano due sconosciuti, forse francesi o spagnoli, chiedendogli se conosce delle persone disposte, dietro lauto compenso, ad aiutarli per uno scavo.
Il Rubino, oltre a se stesso, pensa bene di invitare due suoi clienti abituali, Giuseppe Dipierro detto G-s-ppudd e sua sorella Cristina. Il mattino seguente, come d'accordo, i tre amici si presentano all'appuntamento armati di zappa, pala e piccone e raggiungono la Chiesa dei Cappuccini insieme ai due forestieri, che gli fanno rimuovere la croce e gli indicano di scavare fino ad una certa profondità il terreno dov' era appoggiata la sua base.
Terminata in breve tempo questa operazione, i tre vengono momentaneamente congedati e invitati a ripresentarsi il giorno dopo, alle prime luci dell'alba, per completare lo scavo e rimettere a posto ogni cosa. Ma, ritornati sul posto, si accorgono di essere stati beffati e, sconsolati, si avviano al proprio lavoro quotidiano. Durante la notte, indisturbati, quei due sconosciuti avevano continuato a scavare portando via con sé il tesoro.
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