Erezione della cappella
Non mi è stato possibile risalire con certezza all'anno di erezione dell'antica cappella dedicata a Sant'Antonio abate o di Vienne , diventata dell'Annunziata con l'ampliamento di due cappelloni, a destra e a sinistra dell'altare maggiore, nel lasso di tempo tra la visita pastorale dell'arcivescovo Carlo Michele D'Althan (1730) e quella dell'arcivescovo Baldassarre Mormile (1815). La sua erezione è documentata a partire dal XVI secolo. Nel 1570, infatti, è visitata dall'arcivescovo Antonio Pùteo:
Visitamus cappellam de S. Antoni de Bienna.
Bienna non è altro che il lemma male italianizzato di Vienne , la cittadina fran-cese dove dalla fine del sec. XI riposano le reliquie del Santo anacoreta, Protet-tore dei malati di ergotismo (o fuoco di Sant'Antonio). Notizie più specifiche si trovano nel Dizionario degli Istituti di Perfezione [nota 1] , in cui, alle pagine relative, è riportato un piccolo frontespizio introduttivo intitolato Antonianae Historiae Com. con in calce l'anno 1534 .
La dedica a Sant'Antonio abate o di Vienne e la presenza del simbolo del Sacro Ordine Militare Costantiniano di S. Giorgio ai lati dell'altare maggiore deriverebbero da un modesto Beneficio, riscontrato dal comm. Domenico Antonio Vitulo di Nola (1788-1790) nella sua richiesta al Vicario Capitolare di Bari di notizie circa il “Beneficio di Sant'Antonio Abate di Noja che vaca”, Beneficio annesso all'Inclito Militare e Reale Ordine Costantiniano [nota 2].
Il Vicario foraneo di Noja, canonico Pietro Moncelli, interpellato dal Vicario Capitolare di Bari, così risponde il 21 aprile 1788:
Colla posta di martedì prossimo passato mi pervenne venerabilissima carta di V.S. Revd,ma Illu.ma....colla quale mi si ordinava voler sapere se di presente vacasse il Beneficio di S.Antonio Abate, che rendita avesse e quanti pesi. Io per quanto mi avessi potuto informare da persone avanzate in età sono assicurato che detto Beneficio sono quaranta e più anni che vacò per la morte di quel Rettore, chierico Oronzo Gallo (1714) , e dall'ora in poi nonsi è provveduto mai. ma non si conosce quanto avvenuto prima e dopo. La rendita di detto Beneficio, mi dicono, che consisteva in poche servenia, o siano censi minuti che ora quì non più si esigono per mancare di quegli vitali. Detto Beneficio non ci ave peso alcuno, e giusto per questo non lo trovo dinotato nel libro dei Benefici che in questa nostra chiesa si conserva, che è quanto potuto in esecuzione de' veneratissimi ordini di V.S. Ill. coll'aspettativa di altri, ed io le bacio la mano e con profondissimo rispetto mi ripeto.
Estinto il Beneficio di Sant'Antonio abate, non si hanno più notizie della cappella, né quando, da chi e perché è in seguito dedicata all'Annunziata, nome che compare per la prima volta nel 1798 associato all'omonima Congrega laicale in servizio nella stessa chiesa, quando riceve l'assenso reale.
Nella Delibera Capitolare dell'11 gennaio 1801, si parla di una riunione, nella chiesa dell'Annunziata, della Confraternita degli Artieri.
Un altro prezioso riferimento è contenuto nell'inventario comunale del 1811, dove, tra le opere d'arte censite, figura il gruppo statuario dell'Annunziata con l'Arcangelo, tuttora esposto alla venerazione dei fedeli e utilizzato per la processione della terza domenica di maggio (festa esterna). Infine, a conferma dell'avvenuto cambio di denominazione, interviene la visita pastorale compiuta nel 1815 dall'arcivescovo Mormile, che la indica ufficialmente come Chiesa di Maria Vergine Annunziata. |
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Prospetto della fabbrica elaborato dall'arch. nojano Vito Ardito |
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