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  La cappella originaria del De Madio. Ipotetica ricostruzione grafica di Giuseppe Basile.  

   
  L'interno della cappella in una ipotetica ricostruzione grafica di Giuseppe Basile.

 

 

 

 

Erezione della cappella

Nel lungo elenco dei Benefici Laicali Padronali fondati in Noja tra il 1511 e il 1579, conservato presso la Curia di Bari, ne esiste uno istituito da un certo Angelo de Madio [nota 2] riguardante la cappella della Madonna della Lama, a volte indicata, in alcuni documenti, come Madonna della Valle [nota 3], sorta sul luogo del ritrovamento dell'icona mariana:

NOIA - Beneficio per la casa de Madio fondato da Angelo de Madio nel 1529.
Titolo: Madonna della Lama.

Angelo Madio di Noja con la sua donazione del 1517 con firmata da testamento del 14 agosto 1529 per notar Angelo Mongelli di detto Comune... dopo aver chiamato erede il suo fratello Mariano, fondò un beneficio ecclesiastico di dritto padronato laicale, col quale designò tutti i beni legati al detto beneficio, imponendo obblighi alla Cappella fuori NOIA col titolo Madonna della Lama. Costituì in prima la linea mascolina, ed in mancanza la femminile. Nominò per primo cappellano Vito Nicola Madio, nipote di lui, figlio di Mariano, che successe con Bolla del 1529 [nota 4].

Nel verbale della visita pastorale dell'arcivescovo Antonio Pùteo nel dicembre del 1570, ci sono disposizioni per completare rinnovare la cappella in alcune parti strutturali, perché si celebri più degnamente la santa messa:

Il cappellano de S.ta Maria de la Lama debia complit[are] de coprire et reparare bene il tetto de la chiesa, ce faccia la campana, uno par de candeIeri allo altare. Lo altare lo remova et pona gionto al muro, faccia lo altaretto novo, et ce compra li paramenti et mandàli necessari allo altare, et debbi inchianolare o inastricare la chiesa per renderla finalmente atta al s.to sacrificio de la messa.

Nel dicembre del 1593 la cappella è visitata anche dall'arcivescovo Giulio Cesare Riccardi:

La Cappella de S.ta Maria della Lama fuora di Noja, rettore C(hierico) Gio(vanni) Pietro Madio... Può rendere annui docati trenta incirca, con peso di due messe la settimana quali si celebrano con la limosina de docati cinque l'anno; paga rettore diversi altri censi, che... recano alla suma (somma) annui docati cinque incirca: detto cappellano è di anni quattordeci, non dice l'ufficio, le cose canonich(e), per non essere ancora instrutto: è stato incaricato... beneficio, se fra tre mesi, et ha altri mesi tre d'instruirsi;... detta cappella tiene di bisogno del pavim.to et di riparazione nel tetto e nelli altari, che vi sono; vi bisognano ogni sorte d'ornamenti necessari, perché mancano tutti... Sotto pena di cento libbre di cera, fra sei mesi, si rifaccia il tetto ove ha bisogno, et s'orni... altari che sono in detta cappella delle cose necessarie.

Note

2 La mia nonna materna mi raccontava che in sacrestia c'era un quadro, in cui era rappresentata una donna anziana, probabilmente la consorte del De Madio, nell'atto di pagare gli operai che costruivano la cappella con i soldi riposti nel grembiule, classico abbigliamento del passato.
3 Il canonico Eliggiis, mentre parla della chiesa titolata 'Madonna della Lama', accenna al fatto che il popolo prega la Vergine come 'Madonna della Valle'. Nel verbale della visita pastorale dell'arcivescovo mons. Carlo Loffredi del 1695, si menziona la "Chiesa di S.Maria della Lama" e nel contempo si accenna al controllo della contabilità della "Congregazione sub titulo passioni D.N. in ecclesia S.Maria de Valle". Anche nella visita pastorale dell'arcivescovo mons. Michele Carlo D'Althan del 1730 figurano sia il nome di 'Madonna della Lama' che quello di 'S.Maria de Valle'. Ritengo che l'uso delle due denominazioni nell'ambito di uno stesso documento sia dovuto al fatto che i termini 'lama' e 'valle' sono sinonimi.
4 Copia di questo documento è conservata presso il Grande Archivio Storico di Napoli.


 

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