Inventario
I - L'altare maggiore è tutto di legno dorato, ed intagliato, con sei colonne, capitelli e cornici rispettive.
Al di sopra vi è un bassorilievo di figure di legno dorato rappresentanti le persone della SS.ma Trinità. Sulle cornici delle colonne notansi sovrapposte in bassorilievo due figure, rappresentanti la prima la "Carità" e l'altra la "Vigilanza". In mezzo all'altare vi è la statua della "Assunta" ed ai laterali dello stesso altare quelle di "S. Vito" e di "S. Matteo Evangelista", tutte di grandezza naturale, di legno lavorato e dorato, ma rozze. Sottoposto all' Assunta e nello stesso altare vi è un quadro con cornice dorata della dimensione di un palmo e mezzo d'altezza e due di larghezza, sulla cui tela è effigiata un'antichissima immagine sotto il nome di Maria SS.ma del Soccorso.
Passano secoli, e carte originali ricompaiono un po' dovunque.
II - Nel secondo altare (braccio) a man dritta ci sono tre nicchie nelle quali vi sono tre statue, cioè nel mezzo sta S. Antonio da Padova di legno dorato di grandezza naturale e alla destra S. Gaetano pure di legno di altezza di palmi cinque, ed alla sinistra S. Eligio similmente di legno, ma rozzamente scolpito, come quello di S. Giovanni Battista.
III - All' altare a man sinistra vi è un quadro sopra tela dell' altezza di palmi otto e larghezza palmi cinque sul quale è effigiato rozzamente S. Biagio.
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Il Governo dell' Italia unita, con le Leggi Albertine (1861-1866) volute dal Governo Benso-Rattazzi, sopprime tutte le organizzazioni religiose, acquisendo alla proprietà dello Stato ogni bene patrimoniale e istituendo le "Commissioni di Beneficenza Comunali", ossia le "Congregazioni di Carità", alle quali è affidato il controllo amministrativo di tutte le organizzazioni religiose, autorizzate a continuare solo le attività per l'esercizio del culto.
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Eliminata la porta feudale (1868), l'antica cappella, già ingrandita in piccola fabbrica a croce greca con il concorso del popolo devoto, trovasi tra antichi complessi edilizi.
La documentazione letta consente di apprendere cosa avviene dal 1872 al 1876 nella parrocchia e in particolare nella piccola fabbrica di "Maria SS.ma del Soccorso".
Il Ministero dell'Interno chiede al presidente della Congregazione di Carità di far tenere una relazione circa le Opere Pie nojane.
Per quanto attiene alla "Congrega del Purgatorio nel Soccorso" (compare un nuovo nome), così risponde:
«S'ignora la data della fondazione essendo antica, e l'Archivio per essere stato distrutto nel contagio della peste del 1816 non offrirebbe tali notizie». Il presidente della Congregazione di Carità, Gerardo Regina, 1'11 gennaio 1872 invia all'arcivescovo di Bari la nota, avallata dall'arciprete don Michele Tanza, con la quale la "Congregazione del Purgatorio nel Soccorso" fa la richiesta (come ogni anno) di avere l'autorizzazione della Curia ad eseguire quanto previsto nelle regole dell'Opera Pia, che annualmente si effettuano da tempo immemorabile.
Le attività religiose programmate sono:
«Festività di Maria SS. dell'Assunta (ricompare il nome dell'Assunta), significando che nella fabbrica si esercita il culto per tale Madonna col novenario; messe cantate n. 40 da celebrarsi con l'esposizione del SS.mo Sacramento, e con l'Ufficio dei Morti, cantato in tutti i lunedì di ogni mese dell' anno, nell' ottavario dei Morti e nel triduo di carnevale, nonché della festività delle Anime del Purgatorio (prima domenica di maggio) curata dalla Congrega sopra nominata, secondo un rituale antichissimo tuttora vigente, ma in maniera più semplice».
Le sorprese più affascinanti e importanti sono quelle che rivengono dall'inventario delle opere d'arte ed arredo stilato nel 1888 di propria mano dal cappellano canonico Francesco Roselli, costituito da ben 36 titoli d'oggetti necessari per l'espletamento del culto.
Tra questi, i particolari componenti l'organetto che si vuole essere anteriore al 1600 si ritiene coperto di oro zecchino.
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Sovratastiera dove erano collocate
le canne sonore dell'organo di legno dorato. |
Canne originarie
sistemate nella sovratastiera. |

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Calice originario |
Calice originario, recentemente ricostruito |
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Ostensorio |
Apparecchiatura per l'esposizione del Santissimo ai fedeli. |
Urna contenente il Santissimo durante il triduo pasquale. |
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Esemplare di candeliere in bronzo |
Esemplari di portacandele votive |
Serie di candelieri moderni (1930) |

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Tela del Cristo Morto
usata quale componente del Sepolcro
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Angeli facenti parte dell'allestimento
del Sepolcro |

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Lume antico usato nella processione del Santissimo sistemato sulla cima di un'asta. |
Battola usata in sostituzione delle campane |
Da sinistra in senso orario: primi simulacri dei Santi Medici, S. Eligio, S. Antonio, S.Giovanni, S.Gaetano. |
Estintasi naturalmente la Congrega del Purgatorio, l'arciprete del tempo bada a nominare un Comitato cittadino per la festa dei Santi Medici e a permettere che l'altare di legno sia demolito e sostituito da uno rinascimentale ad opera di Giuseppe Zaccaro.
Il Comitato per la festa nel 1930 ritiene opportuno sostituire le statue originarie dei Santi Medici.
Dopo la demolizione della cappella, i nuovi simulacri sono conservati nella chiesa dell'Immacolata.
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