Cappella di
S. GIOVANNI BATTISTA ENTRO LE MURA
La cappella, di proprietà del sig. Giovanni Manzari o Massari, era presente in Via S. Anna, subito dopo il forno comunale.
La Congregazione di Carità (1855-1868) decise di costruire sull'area riveniente dalla demolizione delle vecchie e fatiscenti case della "Corte" (vedi GIACOMO SETTANNI, Noja-Noicàttato 1855-1868, Istituzione Opere Pie Comunali, Parte prima: Costruzione Ospedale per i poveri infermi in Largo Puorso, Schena, 1995), e ottenne dal sig. Manzari l'abbattimento della cappella eretta prima del 1570, per allineare il nuovo edificio.
Mons. Antonio Pùteo la visitò e, a seguito di quanto osservato, "ordinò" al cappellano don Giovanni Ginosa di:
«Imbiancare detta Cappella, coprirla che non vi piova dentro, far l'altare con proporzione, con una [i]cona nella quale vi sia dipinto san Giovanni Battista, et una finestra grande con la sua impennata, et provveda da quella parte del muro ove, more l'acqua, et tutto questo debbia fare in termine de sei mesi, sotto pena di dieci oro d'applicarsi a favore della nostra chiesa Archiepiscopale».
Quando la cappella in questione fu visitata da mons. Giulio Cesare Riccardi si conobbe quanto osservato:
«La cappella vi ha de introito da tanti beni stabili annui docati dodici inclusi alcuni censi, teneva di peso per volontà del testatore la celebrazione di una messa la settimana, oggi si celebra una per anno..., l'altare manca della crocetta, et sopra l'altare il sotto cielo di tela turchina, del resto sta in ordine».
Alle "osservazioni" seguono le "disposizioni":
«Tra dui mesi, sotto la pena di duecento libbre di cera, si faccia fare, una crocetta et un sottocielo».
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