Cappella di
SANTA LUCIA FUORI LE MURA
Le vicende di questa cappella interessano molto la storia del nostro paese, in rapporto specificatamente alla pestilenza sofferta dagli abitanti nel 1815-1816.
Il racconto riviene dalla lettura della corrispondenza tra il sindaco, l'Intendenza di Terra di Bari e la Curia diocesana, conservata nell' Archivio Storico della Curia diocesana (busta n. l, fasc. 23, anno 1827).
Il Segretariato dell'Intendenza di Terra di Bari in data 2 marzo 1827 invia all'arcivescovo di Bari la proposta del sindaco di Noja, che chiede di ottenere la cappella sotto il titolo di S. Lucia per sezionare i cadaveri, sita poco distante dall'abitato, nella quale non si celebrano più uffici divini, poiché è destinata solo a cimitero. Tanto, per conoscere il suo parere in merito, il vicario generale in data 5 marzo dello stesso anno invia all'Intendenza copia dell'istanza del sindaco perché faccia tenere il proprio benestare.
L'Intendenza di Terra di Bari, ricevuta la richiesta del Comune, trasmette in data 8 marzo 1827 all'arcivescovo copia dell'istanza avanzata dal sindaco di Noja, tradotta delle parole leggibili con il richiesto parere.
Timbro ad olio dell' Amministrazione Comunale di Noja.
«Il.mo e Rev.mo Signore...
Mi perviene in data de' 5 andante un venerato Ufficio di Vs. Ill.ma e Reven.ma con cui mi domanda di aver conoscenza, per la sezione dei cadaveri, che la Polizia mortuaria... nell'occorrenza, possa o no farsi in quella cap pella di S. Lucia fuori dell'abitato, a tenore di questa domanda fatta da questo sig. Sindaco a sua Eccellenza il sig. Intendente.
Ho l'onore di rassegnarle, qualmente in detto piccolo Oratorio, fin dall' epoca del noto sofferto contagio, non più si celebra la S. Messa, né alcuna altra sacra funzione; e perché sin dall' ora tutti quei sepolcri per giusto rigore di leggi sanitarie [furono] ermeticamente chiusi, ed al disopra [furono costrui ti] fabbricati, così con l'approvazione dell'Ordinario di quel fu tempo, fu ivi aperto... un largo, e profondo sepolcro laddove si seppellivano, come ogni gior no si seppelliscono generalmente i cadaveri; mentre negli quattro sepolcri, di pertinenza di queste quattro Congreghe, si potranno tumulare i confratelli di esse, li Sacerdoti, ed altresì col consenso e senza impedimento della Parrocchia.
Ond'è, che il praticarsi ivi della selezione dei cadaveri, non apporta irriverenza alcuna, avendo già anche trasportata in questa sua collegiata chie sa l'immagine di S. Lucia, che ivi si venerava dai Fedeli con grande devozIone.
Solamente posso assicurarla, che quel ristrettissimo luogo non è affatto da praticarsi essendo... anche... ma il giudicare su di ciò,... mentre per me varrebbe lo stesso, che cantare fuori di coro.
Le bacio con rispetto la santa mano, e con piena e distinta stima mi...
Noja 8 marzo 1827».
Il 15 marzo 182.7, il Segretariato dell'Intendenza così riassume la corrispondenza:
«Ondé nella cappella sotto il titolo di S. Lucia, sita poco distan te dal Comune di Noja, fin dall' epoca del contagio ivi sofferto, non più si cele bra la santa messa ne alcuna altra funzione, e con l'approvazione della mia Curia Arcivescovile fin d'allora venne addetta a cimitero, e trasferiti in quel la Chiesa Madre gli oggetti sacri, che si inventariarono con osservazione a farsi sulla proposta del Sindaco del suddetto Comune, tendente a fare eseguire nelle occorrenze la sezione de' cadaveri nella cappella medesima.
Rimane così riconfermato il contenuto del mio pregiato foglio de' 2 andante n. 342 dell'Ufficio del Segretariato.
Firme illeggibili».
Divenuto rudere e sparsi i resti mortali nel terreno circostante, fu acquistato dal sig. Antonio Macario senior, indi venduto ai commercianti di tessuti Masotti, che si trasferirono in Sardegna.
Gli eredi hanno permutato il suolo per fame abitazioni e opifici.
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