Cappella di
SANTA CATERINA ENTRO LE MURA
Dall'esame delle carte di una piccola biblioteca privata (non citabile in ossequio alla richiesta specifica del proprietario) sono state rilevate delle notizie su detta cappella molto interessanti.
Parrebbe che essa sia stata eretta intorno al Mille, quando Noja era un pagus costituito da povere casette abitate dai bracciali (=braccianti).
Dal contenuto delle carte esaminate è emerso che la cappella sorgeva di fronte all'ingresso della Chiesa Matrice.
Nel 1548 tale "Pascariello Cellamare" di Nicola di Noja la fece edificare, fondando anche un Beneficio Laicale Padronale sotto il titolo originario di Santa Caterina, dotandolo dei seguenti beni immobili: una casa soprana e sottano sito dinanzi al forno vecchio (=antico); un uliveto di vignali 7 circa, confinante con i terreni d'Angelo Positano; un uliveto di circa un vignale (pari a circa 3000 mq.) confinante con la proprietà di don Giuseppe Maria Moncelli, 35 ordini (sottomultiplo del vignale) di terreno seminativo in contrada Viscigiolze, lungo la strada detta Cipierno.
Nel 1570 è visitata da mons. Antonio Pùteo (4, 8 dicembre), il quale ordina al cappellano quanto segue:
«...in termine d'un mese far di nuovo le porte et imbiancarla, con levar quelle pietre che vi son dentro, e, questo sotto pena di privatione delle entrate d'un anno, et inoltre a presentarsi avanti a noi in Bari fra quindici giorni, ordinando al nostro Vicario Generale che lo citi per editto».
Dal verbale della Visita Pastorale di mons. Giulio Cesare Ric cardi (1593),si, evince anche che:
«La cappella è sita poco distante dal l'ingresso della chiesa matrice, il Rettore è don Giovanni Donato De Finis (Difino), ha de introito annui docati venti incirca, dei quali ne paga di pensione mediante sententia della Corte arcivescovile annui docati diece a Donno Angelo Agatone, con peso di due messe la settimana et si celebrano per esso rettore, vi manca all' altare la carta della gloria, la crocetta, candelieri decenti, del resto sta in ordine. Disponendo altresì che entro dui mesi, et sotto la pena di duecento libbre di cera si accomodi et compri una carta gloria, una crocetta, et dui candelieri decenti».
Verso la metà del 1700 la cappella viene adibita ad uso profano.
Nel 1839 il locale della cappella viene acquistato dal sacerdote don Francesco Logroscino, il quale nel 1941 la fa demolire per fare spazio davanti all'ingresso della Chiesa Madre.
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