Capitolo II
VICENDE RELATIVE ALLA NOMINA DELLA COMMISSIONE
AMMINISTRATIVA
Con il decreto reale di elevazione dell’Asilo in Corpo Morale
viene conseguito un risultato molto importante per la crescita della
Istituzione.
Perché quest’opera altamente filantropico-educativa
funzioni a dovere, occorre però, nominare al più presto
una Commissione amministrativa. A tale scopo, infatti, il 29 novembre
del 1869 il Consiglio Comunale si riunisce per scegliere e nominare
i componenti di detta Commissione.
Sono 10 i Consiglieri presenti. In apertura di seduta, il Sindaco
Saverio Positano fa presente che si deve procedere alla nomina di
cinque Consiglieri in carica, «che debbono amministrare l’Ente.
Presidente sarà quello che avrà riportato più
voti, mentre il più giovane tra gli altri quattro fungerà
da Segretario».
Effettuati la votazione e lo scrutinio delle dieci schede votate,
risultano eletti i seguenti Consiglieri: Carlo Berardi con 9 voti,
Francesco Santoro con voti 7, Giuseppe Leone con voti 7, Giuseppe
Cirillo con voti 6 e Nicola Crapuzzi con voti 6 [1].
Carlo Berardi viene quindi nominato Presidente, mentre la carica
di Segretario viene conferita a Giuseppe Leone.
Il Sindaco è fiducioso che i Componenti appena nominati accettino
pienamente tale mandato, che certamente è il dovere più
umanitario e filantropico da adempirsi dagli uomini. Molto presto,
infatti, all’inizio del nuovo anno, convoca nella sede municipale
la Commissione appena eletta per prendere gli opportuni accordi
circa il modo di amministrare e provvedere ad ultimare i lavori
di adattamento dei locali, così da accelerare l’apertura
dell’Asilo e ottenere il previsto contributo statale dell’anno
precedente [2].
Ma, per colpa di discordie interne (vecchi rancori personali, ricatti,
interessi di affermazione personale) e accese contestazioni per
le procedure, da taluni ritenute illegali, seguite nei provvedimenti
di nomine, tant’è che si verificano diversi annullamenti
di essi da parte del Prefetto, ha immediatamente inizio una lunghissima
serie di dimissioni di presidenti e di membri della Commissione,
ponendo un serio ostacolo al già difficile avvio della filantropica
Istituzione.
La Commissione appena formata, infatti, è quasi subito in
crisi per le dimissioni rassegnate dal suo primo presidente Berardi,
che rimette la sua carica nelle mani del Sindaco con questa giustificazione:
«…Le notifico il mio profondo rimpianto per non accogliere
il nobilissimo incarico... confido che il Consiglio ed Ella vorranno
essergli indulgenti... se per sicuro convincimento d’inattitudine
rifiuto ciò, che ogni uomo sociale non dovrebbe». Dopo
di lui, si dimette Giuseppe Leone con questa motivazione: «…Mentre
non posso dissimulare a me stesso il dovere che ogni cittadino ha
di compiere la sua parte nella faccenda pubblica, ...indeclinabili
ragioni personali mi costringono,…a rifiutare l’incarico
che cotesto Consiglio ha avuto la fiducia di affidarmi» [3].
Il compito di rimpiazzare d’urgenza i componenti dimissionari
spetta al Consiglio Comunale, il quale viene convocato in seduta
straordinaria (stante l’urgenza) il 15 febbraio 1870 su richiesta
della Giunta, a sua volta autorizzata dalla Prefettura, dal Consigliere
Giambattista De Riso, Assessore delegato per il Sindaco impedito.
La Prefettura, nell’autorizzare la seduta straordinaria, fa
presente essere opportuno provvedere alla nomina di una nuova Commissione.
In apertura di seduta, alla quale partecipano 12 Consiglieri, il
Presidente spiega ai presenti la procedura che sarà seguita
per la votazione e ricorda che il Presidente nominato durerà
in carica per un quadriennio, mentre quella dei quattro componenti
sarà annuale e soggetta alle rinnovazioni annuali.
La prima votazione, fatta per la nomina del Presidente, premia il
consigliere Saverio Positano fu Vincenzo, che ottiene dodici voti;
la seconda, invece, fatta per eleggere gli altri quattro componenti,
premia i consiglieri Giuseppe Cirillo, Francesco Santoro, Francesco
Regina e Giovanni Lioce, tutti con dodici voti. II più giovane
di essi farà da Segretario [4].
La nuova Commissione appena formata non fa in tempo a riunirsi
una prima volta che già si verificano le prime rinunce.
Il primo a dimettersi è il presidente Positano, il quale,
oltre a denunciare la totale mancanza di arredamento idoneo per
il funzionamento dell’Asilo, non si ritiene personalmente
idoneo ad assolvere la funzione di Presidente Amministrativo, per
la qual carica prega l’On. Consiglio Comunale di nominare
altra persona più meritevole di lui (nota del 22 febbraio
1870). Al suo posto, qual Presidente della Commissione, il Consiglio
nomina Giuseppe Cirillo [5], mentre il
Positano resta un semplice membro.
Gli altri due componenti dimissionari, Giovanni Lioce e Francesco
Regina, vengono rimpiazzati da Giovanni Bari e Bartolo Caprioli
[6].
Risanata questa situazione, la nuova Commissione approva finalmente
lo Statuto Organico e il Regolamento interno [7]:
il primo composto da 33 articoli, stante l’eliminazione, in
sede di approvazione di esso da parte della Deputazione Provinciale,
dei previsti Artt. 35 e 37, in quanto non applicabili ad un’Opera
Pia soggetta alla Legge speciale sugli Istituti di Beneficenza in
materia di conti consuntivi; ed il secondo da 74 Articoli [8].
La situazione politica locale resta, comunque, in continuo fermento
per via degli sconfitti, che aspettano sempre il momento propizio
per una rivincita.
Infatti, non mancano le occasioni per rimettere in discussione l’equilibrio
raggiunto dalla Commissione in carica, le cui fortune sono purtroppo
legate all’avvicendamento al potere delle diverse forze politiche
ed al loro comportamento clientelare.
Ma il disagio maggiore, in questa situazione incresciosa, lo sopportano
soprattutto quei poveri bambini, che avrebbero bisogno di maggiori
attenzioni, garanzie educative ed assistenziali, mentre i politici
pensano a spartirsi il potere e a litigare tra di loro.
Spetta ora al nuovo sindaco Nicola Crapuzzi (eletto, una prima volta
nel 1849 ed una seconda nel 1870) il delicato compito di ricomporre
la Commissione, che ancora una volta viene sconvolta dalle dimissioni,
in questo caso, del presidente Giuseppe Cirillo e di ben tre componenti.
Evidentemente, con il periodico rinnovo del Consiglio Comunale,
c’è la tendenza a dimettersi, specialmente se il potere
passa nelle mani della fazione opposta, o a farsi rinominare se
la fazione politica al potere fosse rimasta la stessa, al punto
che, dopo un breve periodo di assenza, ricompaiono sempre i soliti
vecchi volti della politica nojana.
Il sindaco Crapuzzi, dunque, si appresta a presiedere una delle
riunioni consiliari più movimentate e discusse, a causa dell’adozione
di provvedimenti viziati da procedura non conforme alle Leggi, volutamente
non fatti rilevare, seduta stante, dagli oppositori perché
è l’occasione propizia per mettere in crisi il tutto.
È il 6 novembre del 1870. Alla seduta partecipano 10 Consiglieri.
Eseguita la prima votazione, che dovrebbe portare alla nomina del
nuovo Presidente della Commissione dell’Asilo, nessun Consigliere
tra i presenti riporta la maggioranza prevista di 6 favorevoli su
10 presenti. Si opera, quindi un primo ballottaggio tra Giovanni
Piccinni e Saverio Positano, che sono stati i più suffragati.
Ma anche detto ballottaggio dà un risultato negativo. Si
ripete, pertanto, una seconda votazione di ballottaggio e, questa
volta, è il consigliere Giovanni Piccinni ad ottenere i 6
voti di maggioranza per essere eletto Presidente, mentre il Positano
viene votato soltanto da 3 Consiglieri.
Quanto avvenuto per la nomina del Presidente è la premessa
di quanto difficile sarà quella per la nomina dei 3 componenti.
Occorreranno numerose votazioni di ballottaggio perché si
giunga alla nomina dei 3 membri dimissionari con i nuovi eletti
nelle persone di Francesco Regina (già dimissionario), Giuseppe
Pesce e Giustino Sforza.
La Delibera Consigliare di cui innanzi riporta il visto prefettizio
il 28 novembre 1870. Ma, poco più di due settimane dopo,
sopraggiunge con nota 16 dicembre n. 22551 il decreto di annullamento
del Prefetto9, perché il provvedimento non è conforme
alle prescrizioni degli Artt.: 91, 30, 131, 136, 203, 223 della
Legge 20 marzo 1865 allig.to A e 47 del Regolamento 8 giugno 1865,
nonché dell’Art. 9° Capo II dello Statuto organico
dell’Asilo.
Nella minuta della Nota prefettizia di accompagnamento di tale decreto,
depositata presso l’Archivio di Stato di Bari, c’è
una annotazione a margine molto significativa di quale stato di
rivincita esista tra le forze politiche nojane: «Questa delibera
fu per errore vistata, ma poi venne ritirata a mezzo del sig. Consigliere
Giuseppe Positano, il quale promosse a voce dal sig. Prefetto gli
ordini per lo annullamento, stante i vari vizi che la invalidavano».
A quel tempo, il sig. Positano, oltre che ricoprire la carica di
Consigliere Comunale, ricopriva contemporaneamente anche quella
di Consigliere Provinciale; perciò, molto probabilmente,
l’immediato annullamento della Delibera incriminata sarebbe
stato determinato anche dal suo personale intervento presso il Prefetto.
Una forma di vendetta contro i suoi avversari politici?.
Immediata è la reazione da parte dell’Assessore Giovanni
Piccinni, che così scrive al Prefetto:
«Noicattaro, 28 dicembre 1870
Ill.mo sig. Prefetto
Bari
Nella sessione ordinaria autunnale di quest’anno in Noicàttaro,
il Consiglio Comunale ebbe ad ascoltare il sig. Bartolo Caprioli,
segretario del Comune medesimo, per udire i motivi cui adduceva
la dimissione sua da Componente la Commissione Amministratrice dell’Asilo
Infantile di detto Comune. A tale dimissione tenevano dietro quelle
dei sigg. Cirillo Giuseppe, Presidente, Santoro Francesco e Regina
Francesco, altri Componenti la Commissione.
Ad altra tornata il Consiglio provvedeva nelle forme volute dalle
Leggi alla nomina de’ rimpiazzi de’ dimissionari e determinava
in risultato di ballottaggio il sig. Giovanni Piccinni a Presidente
e i sigg. Pesce Giuseppe Michele, Sforza Giustino e Regina Francesco
a Componenti la Commissione suddetta.
La durata in Ufficio di quegli era regolata dal Regolamento, dovendo
compiere il periodo di coloro cui venivano surrogati.
Codesta Prefettura intanto ha rifiutato l’approvazione di
tale provvedimento per difetti di forma, poiché asserisce
mancare i nominativi dei novelli nominati, sostenendo altresì
che la deliberazione fosse stata presa a porte aperte.
Avverso tale decreto il sottoscritto trova a riflettere che il primo
motivo è insussistente in diritto ed in fatto, perocché‚
i dimissionari Componenti la Commissione riconoscevano la loro esistenza
colla loro nomina e la loro durata in detta carica era sancita nel
Regolamento; quindi essendo massima di diritto che il nominato in
un incarico compia il periodo di cui successe, non occorreva, quindi,
porre alcuna questione, quand’anche la deliberazione non precisasse
la circostanza. La colpa è attribuibile all’estensore
della delibera e ciò però non comporta la nullità
e illegittimità del deliberato.
Sulla seconda, poi, si osserva che forse chi sapesse abbia capziosamente
lasciato passare inosservata l’omissione compiuta e che quindi
il provvedimento erasi preso non secondo i dettati di legge, poiché
non ha scritto: a porte chiuse.
Quella deliberazione, infatti, non puntualizza minimamente la durata
in carica dei nuovi eletti.
Infine, è da ritenersi pure che l’autore della omissione,
cioè che la deliberazione medesima si prendesse a porte chiuse,
poiché‚ in quella stessa seduta dopo l’accennata
surrogazione dei Componenti la Commissione dell’Asilo Infantile,
seguiva altra deliberazione relativa alla corresponsione di gratifica
chiesta dagli impiegati Lisco, Positano ed altri.
Forma peso, quindi, sull’animo del richiamante, il fatto che,
dei due deliberati presi nel contempo e nella medesima tornata,
nello stesso contesto, per l’una la Prefettura ha trovato
da porre delle osservazioni, per la seconda, invece, no.
Si chiede, dunque, che il sig. Prefetto richiami all’esame
il deliberato contestato ed apra una inchiesta per accertare a quale
scopo l’estensore delle due deliberazioni per l’omissione
e della dichiarazione che la seduta si teneva a porte chiuse e che
mancò di scrivere in essa, come era suo adempimento, il periodo
di durata di ognuno dei surrogati al posto dei dimissionari Componenti
la Commissione dell’Asilo come prescritto dal Regolamento.
Se altre formalità verranno rilevate mancanti nel deliberato
in questione che vado a chiedere a questo Municipio, non mancherò
di farle conoscere al sig. Prefetto.
P. S.
Se si ritiene opportuno, udirsi in proposito i Consiglieri Cirillo
Giuseppe, Pesce Giuseppe Michele, Sforza Giustino, Regina Francesco
e Dipierro Vito ed altri ancora i quali erano presenti, nella riunione
in cui detto deliberato veniva adottato. E per costoro esistono
le contro prove nelle persone di Don. Luigi Didonna, Don. Francesco
del fu Giovanni Positano, sacerdote, farmacista Angelo Didonna del
fu Giambattista, Stefano Didonna, Giovanni Vincenzo di Francesco
Positano, ed altri.
F.to Giovanni Piccinni Assessore».
Le rimostranze dell’Assessore Piccinni cadono nel vuoto.
A questo punto, occorre indire una nuova riunione straordinaria
del Consiglio, autorizzata dalla Prefettura su richiesta della Giunta
per rideliberare la surrogazione dei quattro membri dimissionari
della Commissione, cioè del Presidente e dei 3 componenti.
La seduta, convocata dal sindaco Crapuzzi per l’ultimo giorno
dell’anno 1870, vede la partecipazione di 12 Consiglieri.
Ottenuta la parola, il Piccinni si chiede e fa presente a tutti
«se la colpa dell’asinumento (asineria) sulle omissioni
riscontrate dal Prefetto nel provvedimento del 6 novembre scorso
sia da addebitarsi al Consiglio o al Reggente (il Segretario Generale)».
La maggioranza, però, concorda con il Cirillo, che sostiene:
«… di non spettare al Consiglio di ciò vedere
e poi oggi non può occuparsi d’altro che di nomine
e non più...». Per questo il Piccinni viene invitato
a non porre più simili domande, perché estranee all’argomento
all’ordine del giorno.
Pertanto, si passa alla prima votazione per la nomina del Presidente
della Commissione. Viene eletto Presidente il consigliere Francesco
Positano di Nicola con 8 voti a favore su 11 espressi.
Prima di passare alla seconda votazione, che riguarda la nomina
dei tre membri da surrogarsi, il Sindaco invita i presenti «…
a stabilire chi dei tre membri da eleggersi debba ritenersi per
sorteggiato per la rinnovazione del 4° della Commissione»
Gli intervenuti, concordi decidono: «...chi ha il maggior
numero di voti e a parità, chi di maggiore età, nel
primo scrutinio e così in quelli successivi, se ci saranno,
s’intenderà rinnovato siccome “quarto”
non sorteggiarsi nel primo quadriennio».
Terminate le operazioni di voto, risultano eletti (ciascuno con
7 voti favorevoli) i Consiglieri Francesco Gambatesa fu Gioacchino,
Saverio Lioce e Donato di Francesco Divella [10]?
L’Assessore Piccinni, in data 7 gennaio 1871 torna a scrivere
al Prefetto per esprimere il suo disappunto e vedere trionfare la
Giustizia, sia per non essere stata accolta dal Consiglio la sua
richiesta di accertamento delle responsabilità per l’annullamento
della Delibera n. 95 del 6 novembre 1870, sia perché l’Assemblea
Consigliare nella seduta del 31 dicembre, dello stesso anno, non
aveva accettato la sua opposizione all’adozione del provvedimento
n. 132 per il riscontro di numerose manchevolezze formali contenute
in esso [11].
L’attività della Commissione prosegue stentatamente
sempre a causa dei continui contrasti interni e ripicche, ripercuotendosi
il tutto, ovviamente, sulla fattiva crescita della nobile Istituzione.
Questa volta, a creare disturbo all’interno delle Commissione
è Giovanni Bari, il quale, essendo un notaio di professione,
si permette di richiamare l’attenzione, e lo fa rivolgendosi
al presidente Positano nella riunione della Commissione del 16 maggio
1871, sulla presenza illegittima del segretario comunale Caprioli
alle adunanze della stessa Commissione, poiché la ritiene
incompatibile con le norme dell’Art. 28 del suo Regolamento
interno **.
A seguito di ciò, poiché nessuno gli ha dato ascolto,
decide di denunciare il fatto e di chiedere l’intervento del
Prefetto per mettere fine a questo tipo di abusi (Nota del 18 maggio
1871).
Alla richiesta di chiarimenti da parte del Prefetto (Nota del 28
maggio 1871), il Positano spiega che, nella contestata adunanza
del 16 maggio, la Commissione aveva deciso di far partecipare il
Segretario Comunale non in qualità di Segretario della stessa,
ma come esperto di questioni giuridiche, come aiuto a risolvere
alcuni dubbi di natura amministrativa. Ed aggiunge «…
questo si può far sapere al reclamante, che ha osato portare
dinanzi alla S. V. l’abituale menzogna» (Nota n. 17
del 31 maggio 1871).
Si avvicina, intanto, il momento della prima rinnovazione annuale
di uno dei quattro membri della Commissione. (Art.9 dello Statuto
Organico) a cura del Consiglio Comunale. Tutto avviene in assoluta
tranquillità. Il Consiglio elegge e nomina Saverio Lioce,
con voti 8 su 9 a componente della Commissione al posto del sorteggiato
Francesco Gambatesa [12]. Nell’ottobre
dell’anno seguente, ad essere sostituito per sorteggio è
Giovanni Bari, che lascia il posto a Pietro De Riso eletto dal Consiglio
con voti 11 su 12 [13]. Nel 1873, secondo
la norma statutaria, è la volta di Donato Divella, il quale,
non mediante sorteggio ma per anzianità, lascia il posto
a Domenico Evoli, eletto dal Consiglio con voti 9 su 10.
Nella stessa circostanza si procede alla nomina anticipata del Presidente
della Commissione per sostituire il Positano, che nel frattempo
è stato esautorato dal Prefetto per la nota denuncia del
Bari. Al suo posto viene eletto il Consigliere Raffaele Franchini
con voti 9 su 10 [14]. Il Francesco Positano,
circa un mese dopo (19 ottobre 1873), viene comunque ricordato affettuosamente
dalla Commissione di cui aveva fatto parte, che gli rinnova la stima
personale e lo ringrazia per tutto il suo operato a favore dell’Asilo.
E lui, grato di questa manifestazione di affetto, risponde circa
tre giorni dopo (23 ottobre 1873):
«… Dovunque sarò e con qualunque veste, sarò
sempre a disposizione del mio paese e dei poveri di esso».
Questa situazione di continua emergenza non gioverà molto
al normale funzionamento della nobile istituzione, il cui destino
sembra piuttosto ormai segnato.
La Istituzione a pro dei bambini del popolo è di fatto ormai
cessata anche se l’Amministrazione Comunale continua a nominare
i componenti la Commissione Amministrativa. Infatti, il Consiglio
nella sessione autunnale durante la seduta del 6 ottobre 1875 nell’ambito
della rinnovazione annuale e ordinaria del quarto membro, con due
votazioni distinte, nomina rispettivamente il sig. Saverio Lioce
ed il sig. Francesco Gambatesa [15].
Nel 1876 per il rinnovo ordinario del quarto, il Consiglio nomina
Carlo Berardi con voti 9 su 11 (è un ritorno, il suo). Nella
stessa circostanza viene nominato membro con voti 8 su 10 Pietro
De Riso, in surrogazione del defunto Francesco Gambatesa [16].
Ed infine durante la sessione autunnale del Consiglio del sopraddetto
anno, il sindaco Giambattista De Riso nello stesso mese di novembre
propone all’Assemblea di procedere alla surrogazione del sig.
Evoli per scadenza periodo d’incarico, l’assemblea nomina
il sig. Vincenzo Di Florio con voti 7 su 10 [17].
Sono gli ultimi sprazzi di vita di un’opera umanitaria mai
pienamente decollata, purtroppo legata alla incapacità degli
uomini, alla loro mancanza di volontà e del senso di responsabilità.
E poi, venendo meno il contributo finanziario delle Opere Pie e
Congregazioni religiose locali, limitato al solo quinquennio iniziale,
si aggiungono anche le difficoltà economiche, tanto è
vero che gli ultimi documenti ufficiali in nostro possesso sull’attività
amministrativa della Commissione per l’Asilo si fermano al
1876.
Note
1 Cfr. Deli.ra Cons.re n.13 del 29 novembre
1869
2 Cfr. Nota sindacale del 25 gennaio 1870.
3 Cfr. Note del 27 gennaio 1870 dei due
dimissionari.
4 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 4 del 15 febbraio
1870.
5 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 10 del 7 marzo
1870.
6 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 26 del 25 marzo
1870, adottata in seconda convocazione, essendo venuto a mancare
il numero legale nella precedente, convocata due giorni prima.
Il Consiglio si riunisce ancora una volta in seduta straordinaria
autorizzata, per provvedere alla sostituzione dei due Componenti,
la quale non avviene il 23 marzo per mancanza del numero legale
(preordinata da chi non ha le mani nella pasta), ma il 25 stesso
mese in seconda convocazione.
7 Cfr. Deli.ra della Commissione n1 del
10 maggio 1870.
8 Cfr. Deli.ra Depu.ne Prov.le n. 221
del 13 settembre 1870.
9 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 95 del 6 novembre
1870. Vistata dalla Prefettura il 28 novembre 1870
10 Decreto prefettizio n. 22551 del 16
dicembre 1870
11 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 132 del 31
dicembre 1870. Vistata dalla Prefettura il 12 gennaio 1871 n. 595.
Era la prassi non dissimile a quella di oggi! Non c’è
di che meravigliarsi! La storia continua!
** La prescrizione regolamentare stabiliva
la durata quadriennale della Commissione. Tale durata era in effetti
prevista soltanto per il Presidente di essa. Per i quattro componenti,
invece, ogni anno, mediante sorteggio, doveva effettuarsi la surrogazione
di uno di loro. Capo II dello Statuto Organico Della Commissione,
Incompatibilità, Attribuzione. Art. 9. Il Presidente durerà
in ufficio quattro anni. Gli altri componenti si rinnoveranno per
quarto ogni anno.
Il Presidente e gli altri componenti la Commissione sono sempre
rieleggibili. Nei primi tre anni la scadenza sarà determinata
dalla sorte, in appresso dall’anzianità e, se ci saranno
membri subentrati nel quadriennio, saranno esclusi dal sorteggio
annuale.
12 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 49 del 5 ottobre
1871.
13 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 25 del 3 ottobre
1872.
14 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 47 del 6 settembre
1873.
15 Cfr. Del.ra Cons. n. 130 del 6 ottobre
1875.
16 Cfr. Del.ra Cons. n. 235 del 14 novembre
1876.
17 Cfr. Del.ra Cons.re n. 326 del 30 novembre
1876. |