Capitolo III
ASSUNZIONE PERSONALE INSEGNANTE.
BIZZARRIE.
Altro argomento travagliato e farsesco è quello della nomina
della Direttrice e Vice della Istituzione.
L’intreccio tra interessi di parte, in particolare, politici
e personali, del Dirigente della Delegazione Didattica di Andria
(di cui Noicattaro fa parte) è al centro del buon funzionamento
o meno dell’Opera.
Infatti, le tante ciliegine che guarniscono questa torta (nomine,
rinunce, problema di scelta, richieste di assunzioni, patriottismi,
mancanza di rispetto, aumento di stipendio e minacce) sono le delizie
che la rendono sempre più torta e mai dritta.
In realtà, il Delegato scolastico Mauro Spagnoletti, responsabile
della Delegazione Scolastica di Andria, in risposta alla nota del
23 maggio 1866 del Comune, propone come fante (aiutante Direttrice)
la sig.na Elisabetta Sgaramella del fu Pietro, di anni 28, aiutante
nell’Asilo cittadino, nella speranza che il parere del Consiglio
Comunale sia favorevole [1].
Chi ritiene che l’Istituzione dell’Asilo sia ormai cosa
fatta si preoccupa di comunicare al Prefetto [2]
che i lavori di adattamento dei locali sono in via di esecuzione
e che l’inaugurazione dell’Asilo avverrà certamente
verso la metà del mese prossimo. Ma, poiché l’Asilo
avrà bisogno di una Direttrice e di una Vice, gli si chiede
che proponga alcune candidate di suo gradimento, che lo saranno
anche per il Consiglio nojano.
Le risposte non si fanno attendere: con la prima viene segnalato
il nome della sig.ra Dilda di Parma [3];
con la seconda quello della Maestra Assistente, Signora Maria Giuseppe
Lopez, già alunna della scuola normale femminile di Bari
[4] e con la terza si propone la sig.ra
Giuseppina Pagani, che si è dichiarata disposta a fare la
Direttrice alle condizioni del Comune [5].
Appena pochi giorni dopo, però, comincia il balletto delle
nomine e rinunce anche delle Direttrici. La Dilda da Parma a mezzo
del Prefetto di quella Città fa sapere che non è soddisfatta
delle condizioni proposte dal Comune (stipendio annuo di Lire 800,00
e alloggio gratis). La predetta Autorità parmense indica
in sua vece la sig.na Evelina Rossi disposta ad accettare le condizioni
sempre che il Comune la nomini Direttrice dell’Asilo [6].
Ma quasi contemporaneamente anche lo Spagnoletti di Andria propone
come Direttrice Antonietta Tassi di Milano, fornita di diploma normale
superiore, di diploma d’insegnamento del francese, inglese
e stenografia, che vuole andar via da Andria per l’odio manifestato
dai frati del convento in cui è posto l’Asilo [7].
Finalmente, il 30 maggio, il Consiglio (in presenza di tante possibilità)
con la presidenza di Saverio Positano nomina la sig.na Antonietta
Tassi, in quanto – a parere del Sindaco – «…racchiude
in sé tutte quelle buone qualità, che si richiedono
pel disimpegno del delicato Ufficio di Direttrice di un Asilo d’Infanzia
nascente».
La stessa Assemblea, stante le condizioni poste dalla candidata
«…da sola dirigerebbe e insegnerebbe nei primi anni
ai 50 bambini, e per gli anni successivi anche ai 60/70 con il semplice
aiuto di una fante...», ritenute molto vantaggiose per il
Comune in quanto si evita di assumere la vice Direttrice, ritiene
giusto modificare parzialmente le proprie condizioni, accettando
quelle della nominanda Direttrice e integrandole, però, come
segue: «...poiché viene soppresso il posto di vice
Direttrice si eleva lo stipendio della prima da 800 Lire annue a
Lire 1.000; l’alloggio sarà gratuito e fornito di mobilio
per la sua stanza da letto... armadio, lettino, sedie e tavolino
decenti...».
Inoltre, per non dispiacere lo Spagnoletti, decide che la Giunta
provveda alla nomina di Elisabetta Sgaramella come fante, con lo
stipendio di Lire 15 annue, vitto e alloggio con i bambini: «...aiuti
la Direttrice nel mantenere l’ordine, ...badi al servizio
di cucina e ai servizi nobili, non di competenza della Direttrice».
Infine, stabilisce che qualora la nominanda dovesse rinunciare,
le condizioni già sancite inizialmente dal Comune varranno
per chi sarà nominata in sua sostituzione [8].
Sarebbe stato troppo bello avere subito a Noicattaro la nominata
Direttrice dell’Asilo e dar corso all’apertura come
segnalato al Prefetto. Il balletto serioso sarebbe finito. E, invece,
ciò non avviene.
La Antonietta Tassi da Andria così scrive all’Amministrazione
Comunale: «…ringrazio il Consiglio che ha guardato a
me che altro non ho che un cuore di Madre... Più che con
le parole con i fatti... far sorgere e prosperare il novello Istituto...
che si fregia del nome dell’eroina “Luigia Sanfelice”...
che da giovinetta m’ha fatto battere il cuore e insuperbire
del mio sesso e della mia Nazione... Dal primo settembre mi metto
a disposizione... di questo Comune» [9].
Tutti aspettano che Essa si presenti in sede. Ma, invece della persona,
il 20 luglio, sempre da Andria, perviene al Comune un’altra
ultra patriottica lettera:«…ringrazio per avermi scelta...
oggi, però, una nuova condizione di cose... m’impone
l’obbligo... di risiedere fra i miei Cari... nella Città
delle cinque giornate... dove la mia esistenza deve collegarsi a
quella di un noto propugnatore della Giustizia e del vero».
È appena iniziato il mese di settembre. L’Asilo non
può essere aperto perché manca la Direttrice.
La Tassi, alcuni giorni dopo sempre da Andria si fa viva con altra
lettera, questa volta, di violente accuse archeo-medeovaliste agli
Amministratori di Andria tanto da odiare il nome di Sindaco e Municipio;
poi continua: «… altrove vi sono uomini... e che in
Noicattaro v’è la perla dei Sindaci... Ella sa... quanta
è l’altezza... vede strisciarsi... la sudicia e velenosa
biscia del Municipio clericale di Andria... è il fato che
mi interdice di venire costì... sono rassegnata...».
Infine, rivolge un pressante invito al Sindaco «…salvi
presto la sig.na Clarina Della Rovere… vittima di questo sciagurato
Municipio... sarà... opera degna e santa da suo pari».
Intanto, il Sindaco è rammaricato per il comportamento dei
Consiglieri invitati per la riunione consigliare di novembre, perché,
pur consapevole dell’importanza della convocazione fanno mancare
il numero legale alla prima riunione.
In seconda convocazione, però, è possibile deliberare
la nomina della sostituta della Tassi nella sig.na Della Rovere
di Torino, degnissima e preparatissima a compiere il proprio dovere,
secondo la rinunciataria [10]. Certo il
sindaco Saverio Positano ha tanta costanza, che gli permette di
affrontare situazioni di forte disagio politico - amministrativo.
Infatti, si deve anche sorbire il rimprovero dello Spagnoletti,
che così gli scrive: «Il... più si impegna per
il Comune di Noicattaro e più va incontro a dispiaceri»
[11].
La nuova Direttrice verrà? E chi lo sa! Di certo si è
saputo che ha lasciato Andria perché oppressa dalle Suore
dell’Ordine delle Figlie di Carità ed è tornata
a Torino dove si è occupata.
Si spera che il nuovo anno porti fortuna ai bambini che aspettano
un po’ di umanità dai grandi.
E, guarda caso, da Torino parte per essi la “befana”.
Ricevuto il documento di nomina di Direttrice dell’Asilo,
la Della Rovere si dichiara disposta «… a lasciare Torino
e il posto, a condizione che la spesa per il viaggio sia a carico
del Comune, che altrimenti starebbe vicina ai suoi» [12].
Dopo pochissimi giorni il Sindaco comunica alla torinese tutta la
sua disponibilità e che la comunità nojana la aspetta
con tanta gioia.
Finalmente, il Delegato Scolastico di Andria comunica al Comune
che la sig.na Della Rovere sarà a Bari il 16 gennaio; perciò,
predisponga tutto quanto di sua competenza.
Intanto, le varie Congreghe cofondatrici dell’Asilo hanno
scelto i bambini di propria spettanza da ospitare.
L’Istituzione si apre il 15 febbraio 1870.
Finalmente, una frotta d’innocenti attornia festosa la sua
“Biancaneve”: il bellissimo regalo della Befana torinese.
L’attività della Istituzione, con l’ottima guida
della Direttrice e la felicità dei piccoli, procede bene.
È passato quasi un anno.
Il Santo Natale del ’870 è da qualche giorno trascorso.
Per strenna di Capodanno il Sindaco e la Commissione ricevono dalla
Direttrice dell’Asilo un bellissimo regalo: una lettera, che
reputo opportuno trascrivere perché è la Storia dell’Umanità
che continua.
«Noicattaro, 31 dicembre 1870
Sig. Sindaco e Commissione
Città
Li prego ad avere la bontà d’ascoltare quanto segue:
io credo, che non vi possa sussistere né camminare di buon
passo alcuna istituzione, quando in essa non vi regna la pace, o,
a dir meglio, v’ha persona che disturba, inquieta e cerca
di metter male ad ogni passo colle minacce, co’ falsi rapporti
e menzogne a bella posta inventate; cose non successe, né
potranno succedere, quando esiste una buona Direzione.
Dunque, questo portinaio Liturri e la sua moglie, posta a servizio
dell’Asilo, son le persone che turbano la pace, e credo ragionevole
per una Direttrice, che eseguisca ed intende eseguire i suoi doveri
come le vengono imposti, possa pretendere almeno la pace, possa
cercare d’aver sotto di sé persone docili, riconoscenti
o almeno rispettose: poiché‚ le persone già
qui sopra nominate, alle altre lor colpe, aggiungono ancor gli insulti
d’ogni maniera.
(Permetta la loro bontà queste interrogazioni)
Il sig. Sindaco, la On.le Commissione, si trovano soddisfatti della
mia Direzione? Della mia condotta? Sono convinti che i doveri vengono
eseguiti, e che mi adopro e mi adopererò con tutte le mie
forze possibili pel bene del paese e della infanzia?
Se a queste interrogazioni, la loro bontà vorrà dar
risposte favorevoli, sono pregati, a procurarmi persone capaci a
rendersi degne al servizio di una sì nobile istituzione.
Per ultimo dirò che quest’uomo osò dire a prima
voce, che, se non rinunziavo, ovvero, avessi... o che so io, minaccerebbe
la vita mia o saprebbe, ben gettare a terra l’Asilo Infantile.
Da ciò vuol dire che avrà qualche persona d’appoggio
per far codeste cose, ed io credo e voglio credere, che queste persone
d’appoggio non esistono, poiché sarebbe cosa assai
d’orrevole.
Perdonino, la mia troppa libertà, ma sappiano che v’ha
quasi nove mesi dacché soffro e perdono, ma ora è
il sommo, non posso più transigere, il mio dovere, la mia
coscienza mi impongono di ricorrere, onde ottener la pace non per
me sola, ma per tutti.
La Direttrice dell’Asilo Infantile
Fto. Della Rovere Clarina».
Ma chi potrebbe pensare che nei confronti di quanto fatto presente
dalla Direttrice non ci sarebbe stata una presa di posizione di
qualche Amministratore Comunale?
È l’assessore delegato Saverio Lioce, che prima di
rimproverare la Direttrice ci pensa ben tre mesi. Infatti, da buon
conoscitore dei ditteri dei nonni: «Prima che melo dicono,
glielo dico», prepara l’occasione per far compiere (secondo
lui a suo sostegno) una scorrettezza da parte della Direttrice.
In occasione della festa ufficiale di un anno di vita dell’Asilo
per non aver condotto i bambini a cantare un inno, stante la promessa
fattagli la sera innanzi, la accusa di mancanza di rispetto verso
l’Autorità Municipale [13].
Certo, se si considera imparzialmente l’accaduto, qualcosa
anche se non è scritto esplicitamente si evince tra le righe,
come è certo che la Direttrice avrebbe risposto all’accusatore.
Era suo diritto, no?
Infatti, così ribatte:
«Noicattaro, 23 marzo 1877
All’Ill.mo sig. Delegato
Città
Credo opportuno di rispondere... Mi permetta di ricordare alla
S.V. Ill.ma, che atteso alla promessa da Lei fattami, di mandare
nell’Asilo alcuni bandisti, onde concertare quest’inno,
trattenni i bambini sin dopo mezzodì, quindi mi convenne
licenziarli. Nelle ore pomeridiane, mandai il portinaio municipale
Liturri alla S.V. Ill.ma per sapere se si dovesse cantare quest’inno,
o no; Ella gentilmente mi fece dire che nel caso affermativo, m’avrebbe
resa avvertita.
All’indomani, forse la S.V. Ill.ma si sarà dimenticata
di farmi avviso; ed io credendo invece che, per cagione delle poche
ore che rimanevano pel concerto, Ella avesse cangiato pensiero,
misi il cuore in pace, come si suol dire, e non ci pensai più.
Dopo averLe spiegato ogni equivoco, spero, che la S.V. Ill. ma non
potrà darmi alcun torto; ma anzi, credere, che ne sono dolentissima;
e se avessi potuto immaginare che Ella si sarebbe contentata che
i ragazzi avessero cantato anche senza accompagnamento musicale,
mi sarei fatto un pregio nell’ubbidirLa.
In verità, non posso giungere a capire come la S.V. Ill.ma
abbia potuto di ciò incolparmi; e soprattutto di disprezzo
alle autorità; ciò mi addolora assai, ed esaminando
bene la mia coscienza, non credo di meritare tale rimprovero, molto
più da onoratissima persona, che conosce perfettamente il
mio modo d’agire.
Inoltre, Le assicuro, che il rispetto verso le autorità e
l’esattezza scrupolosa dei miei doveri, furono e saranno sempre
i miei primi pensieri.
Voglio dunque sperare che la S.V. Ill.ma compatirà l’equivoco
da me preso e restituirmi la Sua protezione e benevolenza.
Con sentimenti della mia più profonda stima La riverisco.
Di Lei devotissima serva.
F.to Clarina Della Rovere».
La vicenda, per me, ha tutte le caratteristiche di quelle vissute
e fatte vivere all’eroina “Sanfelice”. Sembra
che colui o coloro che vollero dare all’Asilo quel nome ne
avessero scienza che per l’Istituzione, la nascita, la vita
e la morte sarebbe stata identica.
Infatti, prima che cali malinconicamente il sipario su questo atto,
sul palcoscenico della tanto sospirata Istituzione compaiono per
la penultima volta undici Consiglieri, quasi per accertarsi dello
stato di coma irreversibile dell’Asilo e compiere un atto
di ben servito verso la Direttrice torinese.
L’Assemblea Consigliare si riunisce nell’aprile 1877.
La presiede il sindaco Giambattista De Riso. Il consigliere Carlo
Berardi, già Presidente ed ora componente della Commissione
Amministratriva dell’Asilo, fatta l’anamnesi e la sintesi
dello stato di salute dell’Istituzione, richiama all’attenzione
dei presenti che occorre decidere, senza remora alcuna, sui seguenti
vari punti essenziali: «L’attuale Direttrice dell’Asilo
Infantile, era stata chiamata al suo ufficio con Lire 1.000 di stipendio,
e qualche altro utile che ora Le manca. La Commissione, infatti,
ha dovuto ridurre a Lire 800 il suo stipendio, perché, mancante
l’Asilo dell’introito delle quote delle Opere Pie locali
per la scadenza del quinquennio, cui si obbligarono. Anche il contributo
del Comune si è ridotto a sole Lire 800, per aver fatto fronte
alle altre spese con gli avanzi di esercizi precedenti. Rassegnandosi,
però, alla riduzione dell’assegno alla Direttrice,
la quale non lo meritava e per la sua solerzia e per la sua onestà
e pel disimpegno intelligente delle sue funzioni, quindi nel bilancio
dell’Asilo la somma di assegno della Direttrice è quella
del concorso del Comune, (che non si può aumentare se non
prevedendo un aumento nello Stato discusso degli anni prossimi,
5 maggio ‘869) propongo, quindi, che per i prossimi tre anni
sia vincolata nel bilancio la somma di Lire 900,00, pari a quanto
sarà la stipendio della Direttrice a nominarsi».
Il Consiglio all’unanimità accoglie la proposta del
Berardi e conferma a Direttrice l’attuale sig.na Della Rovere
[14].
La Direttrice viene a conoscenza della decisione consigliare il
29 luglio ‘877 e, nel ringraziare l’Assemblea per la
fiducia accordatale, conferma il suo impegno a far sempre meglio.
Il nuovo anno scolastico sta per incominciare. La riduzione dello
stipendio e la non conferma dell’alloggio gratuito pone in
grave disagio la Della Rovere, la quale è costretta a chiedere
al Comune che le sia anche confermato l’alloggio gratuito.
L’Amministrazione Comunale sa benissimo come stanno le cose;
pertanto, il Consiglio nella seduta d’inizio settembre (è
l’ultima in cui si parla dell’Asilo) adotta la più
salomonica unanime decisione: «...concedere l’alloggio
attualmente occupato dalla Direttrice a condizione che qualora dovesse
servire all’Amministrazione Municipale deve provvedersi diversamente»
[15].
Note
1 Cfr. Nota del Delegato scolastico del
28 maggio 1866.
2 Cfr. Nota municipale del 25 ottobre
1868.
3 Cfr. Nota Prefettizia del 13 novembre
1868.
4 Cfr. Nota prefettizia 8 dicembre 1868.
5 Cfr. Nota 5 maggio ‘869.
6 Cfr. Nota 24 marzo ‘869.
7 Cfr. Nota 30 marzo ‘869.
8 Cfr. Deli.ra Cons.re n.... del 30 maggio
‘869
9 Cfr. lettera 20 giugno ‘869
10 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 89 del 4 novembre
‘869.
11 Cfr. nota del 25 dicembre ‘869
del Delegato Spagnletti.
12 Cfr. nota del 5 gennaio ‘870
della Tassi.
13 Cfr. Nota municipale del 15 marzo 1877.
14 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 296 del 30
aprile ‘877.
15 Cfr. Deli.ra Cons.re n. 333 del 3 settembre
‘877.
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