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D . O . M .


PREMESSA


I morsi che la "Pelosa" (termine gergale per indicare il favollo) darà hanno solo lo scopo di precisare puntigliosamente i fatti accaduti, dando voce ai documenti che vanno dal 1049 al 1938. Il caparbio lavoro di ricerca è stato motivato da un doveroso rispetto alla Verità. Le fantasiose dicerie circolanti tra le Comunità viciniori interessate (baresi, triggianesi, non ultima quella della Pro-Loco di Torre a Mare, ecc.) sono state chiarite e approfondite una volta per tutte. I Nojani non "annojati" devono sapere che non c'è mai stato un "trullo", in cui si firmò l'atto di rinunzia alla nostra appendice marina, e che ingenerosamente i Baresi ivi trapiantatisi da diversi decenni (ormai costituiscono il 60% della popolazione stanziale) con sarcasmo, osano definire i Nojani "pitocchi" per essersi venduta la borgata marina de La Pelosa per pochi centesimi. Con questo mio lavoro ho voluto inoltre ricordare alle giovani generazioni le fatiche e le sofferenze patite dai nostri concittadini rivieraschi, intrepidi pescatori abitanti la detta borgata. Non ho inteso, sia ben chiaro, offendere minimamente la memoria dei personaggi responsabili degli avvenimenti, fatti vivere demagogicamente alla comunità pelosina.
Spinto dalla mia incontenibile sensibilità di "dare a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio", mi sono adoperato perché fosse squarciata la pesantissima coltre di oblio, che e il tempo e gli uomini (quelli di non buona volontà) hanno quasi incontrovertibilmente fatto calare sugli atti amministrativi messi in essere lungo l'arco di centinaia di anni.
L'indifferenza dei Nojani per la conservazione delle proprie radici, stando a quanto scritto e riscritto, è tale che in tempi remoti, per l'impossibilità di agire, e attualmente, perché presi da ben altri interessi, ha fatto dimenticare loro ciò che è stata la propria presenza sul territorio in questione. Non spetta a me dire come dovevano comportarsi gli Amministratori locali nei confronti di coloro, che hanno detto a proposito o a sproposito della "Marina" Nojana, specie quando sono incorsi in evidenti imprecisioni storiche. La stessa sorte oggi sta toccando all'ex capoluogo Noicàttaro, le cui radici storiche, di fatto con il concorso di tutte le categorie imprenditoriali (locali e non), stanno rischiando di essere cancellate definitivamente tra la più completa insensibilità dei responsabili della "Cosa Pubblica".
Gli esempi sono tantissimi.
Molte imprese, per esempio, tuttora, usano (non sappiamo se in buona fede o meno) indicare impropriamente i complessi residenziali di Noicattaro (Parchitello, Città Giardino, Poggio allegro, Il poggetto, Borgo Regina, ecc.) come appartenenti a Torre a Mare - Bari.
Pertanto, è bene precisare una volta per tutte, qualora non si sapesse o si facesse volutamente finta di non sapere, che il territorio Nojano aggregato a Bari (1 aprile 1934) inizia dal binario a mare della tratta ferroviaria Bari - Lecce.
E qui mi fermo!...

Noicàttaro, 26 novembre 1997

Giacomomo 7'anni

 

 

Il favollo.
Nome scientifico: Eriphia spinifrons,
in volgare "a P-làos" (foto Positano)