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Capitolo secondo
IL DOLOROSO DISTACCO DELLA
BORGATA DAL SUO COMUNE
1. Lo scippo territoriale minuto per minuto
Siamo davvero alla conclusione della bella favola.
Il passaggio della borgata di Torre Pelosa, con tutto il territorio
costiero nojano, sotto la giurisdizione amministrativa di Bari, non
è che l'atto finale di nuna iniziativa sotterranea, meditata
sin dal 1927 e messa lentamente, ma inesorabilmente, in atto per la
realizzazione di un progetto megalomane attribuito al Duce, ma fortementevoluto
dagli alti gerarchi del regime operanti nella stessa città.
Il 4 ottobre del 1928 il quotidiano barese "La Gazzetta del Mezzogiorno"
riporta un lungo e polemico articolo del dott. Giuseppe Alberto Trulli
(Triggiano, 1909-1992) dal titolo: "Per l'avvenire delle marine
baresi. I progressi di Palese e le speranze di Torre Pelosa".
Da un serio comunicato dell'Ufficio Stampa del Comune, pubblicato
nei giorni scorsi, abbiamo appreso quale seria azione rinnovatrice
l'Amministrazione di Bari stia spiegando per lo sviluppo e per l'abbellimento
delle nuove frazioni di Macchie e Palese.
Il comunicato annunziava infatti l'avvenuto espletamento della costruzione
e cilindratura della nuova strada di mt. 1.875 che unisce le predette
frazioni al mare, lavori che hanno importato la spesa di £ 50.000.
Ma non basta, dallo stesso comunicato abbiamo appreso che l'Amministrazione
Comunale di Bari provvedserà alla piantagione di pini marittimi
lungo la strada anzidetta col volontario contributo dei frazionisti
interessati.
Quindi per queste due frazioni, costituenti la borgata più
prossima a Bari dal lato nord, l'azione costruttiva del Fascismo può
dirsi ormai in pieno sviluppo ed in breve questa fiorente zona diventerà
uno fra i più desiderati e comodi soggiorni estivi del Barese.
La rettilinea e pronta attività spiegata per questo riguardo
dai nuovi reggitori dell'Amministrazione Comunale di Bari trova una
più sicura confermo nel preciso intendimento, autorevolmente
dichiarato, "che lo sviluppo delle frazioni debba procedere di
pari passo con quello della città".
Questa dinamica azione ricostruttrice è valsa peraltro a plasmare
una nuova mentalità ed una nuova disciplinanegli stesi frazionisti,
i quali - così come afferma lo stesso comunicato - oggi fanno
a gara con l'Amministrazione Comunale per l'abbellimento di quegli
abitati.
Abbiamo voluto soffermartci sull'eloquenza di questi fatti per meglio
far risaltare lo9 sconfortante rtapporto con l'azione pressocché
negativa che fin oggi si è svolta nei riguardi di un'altra
non menoimportante borgata marina situata a Sud di Bari ad una distanza
pressocché uguale di Palese-Macchie, ma che purtroppo non è
ancora, come questa, una frazione del Capoluogo di Provincia.
Intendiamo riferirci a Torre Pelosa, le cui costruzioni sono in continuo
sviluppo lungto la pittoresca marina, che per quasi due chilometri
si distende dalla località porto e risale all'ampio lungomare
naturale che sovrasta la rinomata Grotta della Regina.
Ebbene, quali progressi ha fatto fin ora questa popolosa borgata,
posta a soli 15 minuti di ferrovia da Bari e servita da sette coppie
di treni giornalieri?
E' doloroso constatarlo, ma per essa nulla e ben poco si è
fatto, sia per l'abbandono completo da partew delle vecchie Amministrazioni
del Comune di Noicàttaro, da cui ancora irrazionalmente essa
dipende, sia per la modestia dei mezzi della nuova Amministrazione
Podestarile, sia anche per la neghittosa mentalità che purtroppo
sopravvive in una non trascurabile parte dei frazionisti.
In questi ultimi tempi il nuovo Segretario politico dott. Pagliarulo
(1878-1953), animato dal maggiore buon volere e fronteggiando notevoli
difficoltà, è riuscito a far eliminare le più
rilevanti deficienze: così si è potuto ottenere la istituzione
di un regolare servizio sanitario; ma anche miglioramento negli inefficienti
servizi pubblici: Così pure il luogo ove vivono personalità:
ricordo l'ottimo prof.Gervasio.
Si è ottenuta la promessa della costruzione prossima dell'impianto
della derivazione dell'acquedotto.
Quest'opera personale è certamente meritevole di elogio; ma
non è con questi modesti rimedi frammentari e insufficienti
che si risolve il problema integrale della rinascita di una importante
borgata.
A Torre Pelosa vi è tutto da fare e da rifare: bisogna
procedere finalmente alla progettata costruzione dell'edificio scolastico
ed assestamento delle opere stradali più urgenti, eliminando
inoltre i diversi inconvenienti che deturpano in più punti
la spiaggia e che sono dovuti, in parte, all'incuria dei frazionisti
nonché al traffico indisciplinato ed ai liberi bivacchi dei
visitatori; bisogna eliminare al più presto la preistorica
illuminazione a petrolio, affrettando l'attuazione dell'impianto della
luce elettrica, per il quale da anni (secondo quanto si ripete) vi
sono diverse proposte ed offerte: occorre provvedere al migliore decoro
della spiaggia con una adeguata alberatura (vedi l'esempio di Palese)
nonché con l'abbellimento delle abitazioni da imbianchire con
frequenza.
E non basta: è necessario vigilare perché effettivamente,
con la prossima stagione estiva, la derivazione dell'acquedotto sia
un fatto compiuto; occorre assicurare una vigile manutenzione al bel
molo del piccolo porto, divenuto, in tutta la sua estensione, dal
lato verso levante, un pubblico vespasiano!
Occorre migliorare ancora i servizi di alimentazione, istituireun
mercato settimanale almeno nel periodo estivo ed obbligare fascisticamente
i titolari dei pubblici esercizi a rendere più decorosi e decenti
i loro spacci, a migliorarne il funzionamento e così via.
Oggi più che mai si impone, insomma, per Torre Pelosa, l'impostazione
di un preciso ed organico programma di opere e di iniziative da attuare
nel pubblico interesse, senza ulteriore colpevole ritardo, ed occorre
insieme l'energico intervento di un'Autorità Superiore che
possa e sappia, con tenacia fascista vera, avvisare a i mezzi necessari
per la rapida e concreta attuazione di questo programma, inculcando
il disciplinato concorso di tutti i frazionisti pel miglioramento
e per l'abbellimento della zona, iniziative queste che in altre spiagge
sono da tempo in pieno sviluppo.
Come abbiamo visto, questo programma e questa Autorità non
sono mancati per Palese-Macchie ed è per questo che - a nostro
avviso - il rimedio radicale per conseguire analoghi risultati per
Torre Pelosa sia da ricercarsi nell'aggregazione di questa frazione
al Comune di Bari, col quale essa ha più diretti e continui
rapporti, data la rapidità delle comunicazioni ferroviarie.
Vogliamo augurarci che le competenti Autorità nulla lasceranno
intentato per mettere questa pittoresca borgata in grado di risollevarsi
dall'attuale stato di quasi abbandono, per trasformarsi anche essa
in una fiorente spiaggia, corollario decoroso e degno della nostra
grande Bari.
Non può certamente essere consentito che in regime fascista
continui a sussistere quasi alle porte di Bari una spiaggia, la cui
cospicua e laboriosa popolazione, sia tuttora priva dei più
elementari servizi pubblici,nonché di quelle essenziali comodità
civili di cui oggi beneficiano le più modeste cittadine della
nostra provincia.
F.to Alberto Trulli».
Ma il dott. Trulli, non fermandosi solo a questo intervento provocatorio,
tenta la via politica, scrivendo dopo circa sei mesi da Roma al Prefetto
della Provincia di Bari, Albini, la seguente lettera:
«Roma, 10 aprile
1929 A. VII
A.S.E. ALBINI - PREFETTO DI BARI
Eccellenza,
Il Giornale d'Italia ha giustamente rilevato gli alti meriti acquisiti
da V.E. per l'impulso di nuova vita data alla nostra Bari ed l'intera
Provincia (meriti che, per quanto concerne il campo sindacale, il
sottoscritto ebbe occasione di rilevare in un articolo pubblicato
a suo tempo nel "Lavoro Fascista").
A V.E., quindi, che giustamente si ritiene un Pugliese di elezione,
io mi permetto di additare un ben noto problema della nostra Provincia:
La rinascita di Torre Pelosa.
Tale problema è rimasto fin qui insoluto e solo dalla volontà
tenacia veramente fascista di V.E. potrà attendersi una soddisfacente
e pronta soluzione.
Pur vivendo da molti anni lontano dalla mia Puglia, seguo tuttavia
con vera passione i crescenti progressi di Bari e della sua Provincia,
progressi che in nulla hanno influito a favore di quella pittoresca
e frequentata scogliera posta a soli 14 minuti di treno da Bari.
Quanto rilevai nell'unito articolo pubblicato nella "Gazzetta
del Mezzogiorno" del 4 ottobre sc. A. risponde pienamente all'attuale
stato di squallore e di abbandono della suddetta borgata.
Eccellenza, Ella che conosce i progressi delle belle spiagge settentrionali,
sentirà tutto l'anacronismo di questa nostra borgata marina
che è rimasta quale era 20 anni or sono e che in nulla è
stata influenzata dallo sfolgorante progresso della propria frazione
per meschine preoccupazioni, che sarebbe qui penoso rievocare.
Occorre suscitare il sopito spirito d'iniziativa locale ed imporre
la collaborazione fascista in tutti i campi, come si è fatto
a Palese e S. Spirito.
S. E. Di Crollalanza, con lettera che unisco, si compiacque farmi
intravedere la possibilità del desiderato aggregamento al Comune
di Bari, provvedimento che viene osteggiato da Noicàttaro (i
nojani temono l'aumento delle tasse e persino
l'aumento di prezzo
del pesce, che oggi pagano a buon mercato!) (lui lo aveva regalato
per le sistemazioni di pescatori nelle ferrovie ecc.).
Vostra Eccellenza si rechi sul posto, interroghi quella operosa popolazione
di pescatori e potrà constatare se quello che affermo risponde
alla dura realtà.
Col suo autorevole interessamento, V.E. potrà dare la luce,
l'acqua, un piano regolatore, le vie alberate e buoni servizi pubblici
a Torre Pelosa, che vorremmo ribattezzare con un nome più espressivo
(ed anche più euritmico): ALBINIA, (perché
non Trullinia?) il quale dovrà significare doverosa riconoscenza
verso colui che saprà fascisticamente sospingerla, questa nostra
borgata, verso le auspicate mete di decoroso abbellimento e di civile
progresso.
Convinto che questa appassionata invocazione di un modesto cittadino
di Puglia non rimarrà inascoltata dal più giovane e
più fascista Prefetto d'Italia, prego l'E.V. di voler gradire
i sensi della mia devota ammirazione.
F.to Comm.
G. A. Trulli».
Queste tendenziose
considerazioni del Trulli non hanno bisogno di moli commenti, perché
già ci danno l'idea di ciò che si vuol mettere in atto.
Per la città di Bari, la spiaggia nojana di Torre Pelosa è
un boccone ghiotto, che, ad ogni costo, non deve essere mangiato da
altri.
Purtroppo, la faccenda comincia a passare per le vie Ufficiali con
l'intervento dell'on.le di adozione barese, cui va il merito innegabile
di aver dotato Bari di molte cose importanti ma anche cose d'imposizione
fascista, Araldo Crollalanza (nativo di Mola di Bari), il quale si
preoccupa di assicurare il triggianese, auto dichiaratosi padrone
assoluto di Torre Pelosa, con questa lettera:
«Copia della lettera
Roma, 29 ottobre 1928 (anniversario marcia su Roma).
N. 622
IL SOTTOSEGRETARIO
DI STATO PER I LAVORI PUBBLICI
Ill.mo Dottore.
Da tempo il Comune di Bari ha iniziato la pratica, perché Torre
Pelosa si aggregata a Bari.
Mi auguro che la pratica possa essere presto definita e così
anche Torre Pelosa potrà ricevere quei benefici che la grande
Bari potrà dare ai suoi nuovi cittadini.
Distinti saluti.
F.to DI
CROLLALANZA
Ill.mo sig.
Comm. Dott. Giuseppe Trulli
Segretario Nazionale del Sindacato
telefonici di aziende private. - Roma».
È la volta del Commissario Straordinario del Comune di
Bari, Vella, che, in data 15 novembre (n.53 di protocolla), scrive
al Prefetto di Bari un lettera "riservata" di sollecito
per l'ampliamento della Circoscrizione Comunale Barese:
«A Sua Eccellenza il Prefetto della Provincia - Bari
Come è noto a Vostra Eccellenza, nell'anno 1927 il Podestà
on.le Di Crollalanza avanzò opportune proposte allo scopo di
ottenere, agli effetti del R.D. L. 17 marzo 1927, la revisione della
Circoscrizione comunale di Bari ai fini di ogni possibile ampliamento
richiesto sia per favorirne lo sviluppo in dipendenza degli incrementi
demografici, edilizi e di ogni altro genere, dipendenti dalla nuova
funzione di grande città adriatica assegnatala da sua Eccellenza
il Capo del Governo, sia per corrispondere ai voti delle popolazioni
dei Comuni più vicine, solo dall'unione a Bari, speravano di
vedere risolti (=irrisolti) i loro maggiori problemi cittadini, e
che comunque subivano la potente influenza della vicinanza di Bari
in ciò che riflette le svariate esigenze di sviluppo civile
delle rispettive popolazioni.
Con nota riservata del 10 gennaio 1928, n. 52, V. E, comunicava la
risoluzione del Ministero dell'Interno, con cui si ritenne che ogni
provvedimento in merito alla avanzata richiesta di ampliamento territoriale
dovesse per allora essere rinviata.
Successivamente, lo stesso Ministero riconobbe l'opportunità
di procedere all'esame della questione, ed ,infatti, con R.D. del
16 febbraio 1928, n. 384, furono aggregati a Bari i Comuni di Carbonara
e di Ceglie del Campo, e con altro Decreto del 6 settembre
n.2133, si provvedeva all'aggregazione delle frazioni di Palese,
del Comune di Modugno e di Santo Spirito, del Comune
di Bitonto.
Nel memoriale avanzato nell'anno 1927, il Comune aveva richiesto anche
l'aggregazione dei Comuni di Modugno, Bitetto, Loseto, Valenzano,
Triggiano, Capurso e Cellamare.
Poiché l'accoglimento integrale dei voti manifestati da questa
Amministrazione non appare probabile, prego la E.V. perché
si degni di far considerare al superiore Ministero le necessità
di riprendere ancora in esame tali voti, accogliendoli in minima parte
al fine di dare al territorio del Comune una sistemazione più
consona alla situazione creata dalle precedenti aggregazioni e che
appaghi almeno in parte le aspirazioni delle popolazioni interessate.
A tal fine si chiederebbe almeno l'aggregazione del Comune di Valenzano
e della frazione (mai stata tale sotto Noja Noicàttaro) di
Torre Pelosa (è la prima volta che il nome della borgata
nojana compare negli atti) in Comune di Noicàttaro, con quella
piccola zona di territorio del Comune di Triggiano, che serve ad
allacciare il territorio di quest'ultima frazione con quello di Bari.(quale
più arrogante e fascistica proposta poteva essere escogitata?
Per i fascisti da marcia su Roma l'impossibile non esisteva! La Legge
doveva essere osservata dagli altri!)
Le ragioni che rendono indispensabile tale provvedimento sono di chiara
evidenza.
Gli ampliamenti di territorio disposti con i RR. DD. 16 febbraio e
6 settembre 1928 estendono il territorio di Bari solo dalla parte
di ponente, mentre vivissimo era sentito il bisogno (di chi?) di collegare
a questo capoluogo la zona di spiaggia che si estende a levante, fino
all'abitato di Torre Pelosa, zona che, pur essendo valorizzata
dai cittadini baresi, che vi hanno proprietà rustiche e case
di villeggiature, non è stata mai sistemata dal Comune di Noicàttaro
sia per inesatta comprensione delle esigenze di una moderna stazione
balneare, sia per mancanza di mezzi finanziari. (certo gli speculatori
baresi che dovevano stare a guardare?).
D'altra parte, la popolazione del Comune di Valenzano ha sempre
desiderato di essere aggregata a Bari (ma perché non è
stata?), soprattutto in vista della insignificante distanza che la
divide da Ceglie, e che, senza notevole dispendio, ottenere
la possibilità, con l'aggregazione, dell'estensione del servizio
tramviario, del quale già notevolmente si sono avvantaggiati
gli ex Comuni di Carbonara e di Ceglie, e che. In caso
di aggregazione, questo Comune sarebbe in grado di concedere sollecitamente.
È da tener presente a questo riguardo che le popolazioni di
Valenzano e di Torre Pelosa sono legate a Bari da intense
quotidiane relazioni di traffico e che, con l'aggregazione non avrebbero
che da risentire vantaggi, come li hanno conseguiti gli ex Comuni
di Carbonara e di Ceglie (ora più che stanche
insieme a tutte le frazioni aggregate reclamano la loro autonomia
vista la completa dimenticanza del Comune di Bari, che per aver voluto
toppo ora si trova nel pieno di una crisi completa per le necessità
urbanistiche - strutturali) nei quali immediatamente, con larghezza
di provvidenze il Comune di Bari (o San . Nicola?) ha portato un soffio
di vita nuova riordinando ed intensificando tutti i servizi pubblici
ed iniziando con larghezza di vedute, non mi nota a quelle popolazioni,
(certo all'epoca erano ritenute al di sotto da terzo mondo, come
se adesso sia cambiato tutto miracolosamente ma quanto è costato?
È la politica, ma quella non la pagano i cosiddetti politici
la paga il popolo),la sistemazione igienica, stradale ed edilizia,
che per il passato era rimasta un pio desiderio (costruire mansarde
di montagna
).
Con gli stessi criteri l'Amministrazione si è già accinta
alla valorizzazione degli abitati di Palese e di Santo Spirito,
la cui aggregazione, fra l'entusiasmo delle popolazioni interessate,
ebbe luogo nelle ricorrenza del VII annuale dell'Era Fascista, ed
eguale trattamento si propone di fare alle nuove zone di territorio,
nel caso che questi miei voti possano incontrare un favorevole accoglimento
da parte del Governo.
All'uopo unisco in due esemplari la planimetria in dicante i nuovi
confini che potrebbero essere assegnati alla circoscrizione di Bari,
dalla parte di levante (Tav.n.5), confini che tengono nella più
larga considerazione gli interessi dei Comuni di Triggiano
e di Noicàttaro, che io propongo dopo aver proposto
a Noicàttaro per quanto riflette le parti di territorio
da separare per l'aggregazione della frazione (quale?) di Torre
Pelosa (i documenti dicono il contrario!)
Con osservanza
Il Commissario Straordinario
F.to Dr. VINCENZO VELLA»
Forzando tempi e regole,
i gerarchi avevano comunque deciso di strappare al Comune di Noicàttaro
il suo territorio costiero comprendente la borgata pelosina.
Quindi, il valente Commissario del Comune di Bari non perde tempo.
Forte di una istanza dei pelosini (non riportata nel provvedimento,
parrebbe imposta alla loro sottoscrizione), adotta una delibera nella
quale esterna tutte le non rinviabili ragioni che impongono l'aggregazione
a Bari della borgata con tutto il territorio costiero di Noicàttaro
.
Egli , però, fa presente che condizione indispensabile al congiungimento
del territorio nojano a quello barese è l'aggregazione a Bari
di un breve tratto di circa 2 km. di estensione del territorio di
Triggiano, compreso tra il mare e la linea ferroviari "Bari -
Brindisi"( Del.ra Comm.le n. 308 del 24 febbraio 1931); territorio
che poco dopo sarà ceduto gratuitamente dal detto Comune.
Il Comune di Noicàttaro, si oppone tenacemente a questo fazioso
progetto fascista, adducendo molte validissime ragioni perché
non lo si attui :
«COMUNE
DI NOICÀTTARO
L'anno millenovecentotrentuno,
addì sedici del mese di maggio, nell'Ufficio comunale di Noicàttaro.
Il sig. Podestà avv. Agostino Di Pierro, assistito dal segretario
Capo del Comune sig. prof. Michele Colucci.
Vista la nota di S.E. il Prefetto con cui comunica che la maggioranza
degli elettori della borgata di Torre Pelosa ha fatto istanza
al Governo del Re per ottenere l'aggregazione al Comune di Bari;
Considerato che gli elettori politici residenti nella borgata firmatari
della domanda non hanno veste giuridica per chiedere l'aggregazione
di cui innanzi, non ritenendosi applicabile l'Art. 120 della Legge
Comunale e Provinciale, il quale espressamente si riferisce agli elettori
amministrativi l cui lista non è più in vigore per il
mutato ordinamento dei Comuni, pertanto la domanda firmata dia 40
elettori non aventi nella borgata interessi economici non offre alcuna
garanzia per l'espressione sincera della popolazione;
che condizione indispensabile all'aggregazione è la continuità
del territorio, ciò che non si ravvisa nel caso in oggetto,
trovandosi la borgata divisa dal Comune di Bari, dal territorio
dell'altro Comune di Triggiano;
Ritenuto che sulla domanda del Commissario Prefettizio di Bari
, relativa all'ampliamento del territorio del proprio Comune, verso
quello di Triggiano, non è ancora intervenuto il Regio
Decreto, e conseguentemente ogni richiesta di annessione della borgata
è intempestiva e non meritevole di accoglimento;
Considerato che l'aggregazione della borgata a Bari non è
affatto giustificata né dalle condizioni topografiche né
da altri motivi di indole economica ed amministrativa (la borgata
si trova a 6 km. da Noicàttaro, con la quale è
in comunicazione per mezzo della strada Provinciale n. 57, comoda
ed in pianura, servita da un servizio di autobus sussidiato dallo
stesso Comune e recentemente inaugurato; al contrario dista da Bari
12 km. in linea ferroviaria);
che non può cercare nei motivi delle riparazione la deficienza
dei mezzi finanziari del Comune di origine per provvedere ai bisogni
della borgata, poiché a questa sono stati assicurati tutti
i servizi pubblici, dai sanitari (Medico condotto, Levatrice, Farmacia
sussidiata) ed igienici (nettezza pubblica , raccolta acqua di rifiuto
ed alga marina) a quelli scolastici, dall'illuminazione pubblica alla
sistemazione stradale. È recente la inaugurazione dell'edificio
scolastico per le scuole elementari e per l'asilo infantile (ciò
non è stato fatto a Noicàttaro centro),e recente l'impegno
di contribuire con Lire 50.000 alla costruzione di una nuova Chiesa,
mentre è in corso il progetto della sistemazione stradale,
che ciò dimostra come il Comune di Noicàttaro con i
propri mezzi ha concretato tutto un piano prestabilito per incrementare
la sua spiaggia;
Che se la borgata difetta di acqua potabile, ciò non è
imputabile al Comune ma all'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, il
quale ad onta dei molteplici interessamenti fatti anche a mezzo di
S.E. il Prefetto, la Federazione Provinciale Fascista e gli on. li
Deputati della Provincia, non ha ancora provveduto per mancanza del
finanziamento ministeriale;
Che nessun collegamento vi è poi tra Torre Pelosa e
Bari, svolgendo completamente la borgata i suoi quotidiani
rapporti economici e di traffico con Noicàttaro, sia
perché la popolazione è attratta da vincoli di parentela,
di consuetudini con i cittadini nojani;
Ritenuto che non poco danno ne deriverebbe agli abitanti nella località
rurale, sia residente nella località rurale, sia residente
nella borgata che a Noicàttaro; ma, avente il centro
degli affari amministrativi nel capoluogo, a cui si accede con un
percorso di 20 minuti (quando tutto va bene) sulla "Bari - Lecce",
e di 40 minuti sulla "Bari - Locorotondo", gli abitanti
sarebbero costretti per il pagamento delle imposte e tasse, per le
denunzie riguardanti lo Stato Civile, per richiesta di qualsiasi documento,
a recarsi a Bari con perdita di giornate lavorative aggravate
delle spese di viaggio, cosa che porterebbe uno squilibrio sensibile
nell'economia domestica;
Che nei riflessi della città di Bari l'ampliamento del
territorio verso Triggiano e la aggregazione della borgata
di Torre Pelosa non sono giustificati da nessuno dei motivi di cui
all'Art. 8 del Regio Decreto 31 dicembre 1923, n. 2839, poiché
lo sviluppo di Bari e riversato a ponente, ove già sorge la
spiaggia di S. Francesco, la Fiera del Levante, il gran porto in costruzione
e tutta la zona industriale, motivo per cui ebbe ad ottenere dal Governo
del Re l'ampliamento del territorio con l'aggregazione delle frazioni
di Palese e S. Spirito, nonché dei Comuni di Carbonara
e di Ceglie;
Che a levante invece il Comune di Bari ha un largo territorio
agricolo e una spiaggia, che si estende sino ai confini di Triggiano
per circa 9 km. e quindi non trova alcun impedimento per un suo maggiore
sviluppo;
Ritenuto che la perdita della borgata è nociva a questo Comune
si per la mutilazione del territorio sia con la perdita dell'unico
tratto di spiaggia s che, conseguentemente, l'arricchimento e l'accentramento
a favore del gran centro non deve riuscire di danno al piccolo Comune,
al quale mancano le grandi risorse del primo, poiché la ragione
di vivere e prosperare va data a tutti, anche ai Comuni rurali, che
sono la forza propulsiva della Nazione e che nel regime fascista concorrono
con sacrifici al risanamento economico e democratico della nostra
Nazione;
Considerato infine che l'aggregazione in esame è in contrasto
con l'indirizzo demografico del Governo nazionale, che tende a dare
maggiore incremento allo sviluppo dei centri rurali;
Vista la Legge Comunale e Provinciale;
DELIBERA
- Dare parere contrario all'aggregazione di Torre Pelosa al Comune
di Bari;
- Far voti all'on. Amministrazione Provinciale e all'Ecc.mo Governo
del Re, perché vogliano non accogliere la istanza degli elettori
politici residenti a Torre Pelosa:
A) Per illegittimitą della istanza,
B) Non concorrendo, nel caso della borgata di Torre Pelosa,
alcun motivo espressamente indicato dalla Legge in materia di aggregazione
di borgate a Comuni contermini»
(Del.ra Pod.le n. 62 del 15 maggio 1931).
Alle vive rimostranze del Podestà di Noicàttaro
si aggiunge un Ordine del giorno della locale sezione dell'Associazione
Nazionale Combattenti, inviato al Presidente dell'Amministrazione
Provinciale e al Rettorato Provinciale:
«ASSOCIAZIONE
NAZIONALE COMBATTENTI
SEZIONE NOICÀTTARO
Prot.lo n. 114 Noicàttaro,
20 maggio 1931
Ogg.to: ORDINE DEL GIORNO
CONTRO EVENTUALE ANNESSIONE FRAZIONE TORRE PELOSA A BARI
Ill.mo sig. Presidente
dell'Amministrazione Provinciale - Bari
Questa sezione Combattenti, riponendo la sua pienissima fiducia nella
Giustizia della S.V., si permette inviarLe l'ordine del Giorno votato
ad unanimità nell'assemblea tenuta il 20 c.m. contro una eventuale
annessione a Bari della frazione di questo Comune denominata
Torre Pelosa, che il volere di pochissimi forestieri, d'altronde
della frazione stessa, auspicano e brigano di ottenere.
Le ragioni fondamentali che incoraggiano alla presente istanza i Combattenti
di questa cittadina contro la suddetta annessione, sono, oltre di
ordine sentimentali, anche di fine pratico.
Infatti, l'E.V. potrà constatare che gli abitanti che popolano
la frazione oltre il 90% sono prettamente parenti e consanguinei dei
Noicattaresi, e una buona parte di essi, pur avendo una casa nella
frazione, ove lavorano per la pesca, ne hanno un'altra nella madre
Noicàttaro.
Danni incalcolabili subirebbe quella stessa popolazione per la maggior
distanza che la separerebbe dal Comune di Bari, dal quale dista
circa 12 km., mentre la separano da Noicàttaro solo
6 km. circa, calcolando solo il semplice ma importantissimo fenomeno
demografico delle nascite e dei morti, che, per provvedere alle denunzie,
i cittadini si vedrebbero costretti a perdere giornate intere, spese
non lievi per recarsi al Comune che li amministrerebbe.
Per la vita stessa della città madre (Noicàttaro), si
sente la necessità di non perdere uno sbocco al mare, che fin
dalla sua creazione ha avuto con vantaggi notevoli.
Il distacco della frazione porterebbe di conseguenza un distacco di
territorio, apportando una diminuzione di entrate alle finanze del
Comune e rendendo perciò ad esso difficile se non impossibile
in prosieguo la vita di Comune autonomo.
Scevra da qualsiasi animosità, ma forte delle giuste ragioni,
questa sezione Combattenti sottopone al sereno giudizio dell'E.V.
le irrevocabili decisioni, confidando nel suo paterno interessamento.
Con osservanza
Il Presidente
F.to Giuseppe Latrofa».
Iniziativa lodevolissima,
quella della sezione combattenti di Noicàttaro. Ma, purtroppo,
"una rondine non fa primavera"!
Intanto il Commissario Straordinario del Municipio di Bari, dott.
Vincenzo Vella , da esperto burocrate, conscio che mollare la preda,
sia pure per un solo istante, è pericolosissimo, invia al Presidente
dell'Amministrazione Provinciale di Bari tutta la prescritta documentazione
per ottenere il parere favorevole sul progetto di espansione di Bari
verso levante (Nota n. 20151 del 26 maggio 1931).
Anche il Prefetto pro tempore di Bari, per correttezza amministrativa,
scrive al Presidente della Provincia trasmettendogli sia l'Ordine
del Giorno Associazione Combattenti nojana (Nota n.16385 del 28
maggio 1931), sia l'esposto (non reperito in atti) contro il progettato
distacco del territorio in questione firmato dal nojano dott, Vito
Sforza ed altri (Nota n. 17847 del 10 giugno 1931).
Tutte queste istanze, perché le esamini, vengono portate
nel Consiglio dell'Amministrazione Provinciale, il quale, su proposta
del suo Presidente, accoglie favorevolmente il progetto di ampliamento
del territorio di Bari (Del.ra Rett.le n. 679 del 12 giugno 1931).
Dopo qualche settimana, infatti, dietro le pressanti sollecitazioni
del Comune di Bari e del Prefetto, il Rettorato della Provincia di
Bari si riunisce in sessione straordinaria adottando
il seguente provvedimento:
«L'anno millenovecentotrentuno (IX dell'era fascista), il
giorno quattro del mese di luglio alle ore 10,30, nella solita aula
delle sue riunioni, sotto la Presidenza del sig. comm. Avv. Francesco
De Palma, Preside della Provincia, e con l'intervento del vice Preside
comm. Avv. Francesco Damiani, a seguito di regolare invito, si è
adunato il Rettorato Provinciale nelle persone dei sigg.:
Presenti, rettori ordinari Balenzano cav. Avv. Giuseppe; Bonomo prof.
dott. Vincenzo; Chiaia cav. Ing. Vincenzo; Costantino cav. Rag. Giovanni;
De Martino Morante prof. Fortunato Michele;Meo Evoli Leonardo. Con
l'assistenza del Segretario Generale FF. cav. Avv. Corrado De Romita.
Ogg. to n.13 - AGGREGAZIONE DELLA BORGATA DI TORRE PELOSA AL COMUNE
DI BARI - PARERE
Il Presidente
riferisce:
con nota 20 maggio u.s. n. 14625, S.E. il Prefetto della Provincia
inviò l'istanza degli abitanti della frazione di Torre Pelosa
del Comune di Noicàttaro per l'annessione a quello di
Bari, unitamente alle copie delle deliberazioni adottate al
riguardo dai Comuni interessati, ai fini del parere che dovrà
emettere il Rettorato Provinciale in ottemperanza al disposto dell'Art.
242 della Legge Comunale e Provinciale del 4 febbraio 1915 n. 148.
Il Commissario Straordinario del Comune di Bari, aderendo completamente
alle richieste degli abitanti di Torre Pelosa, con provvedimento 24
febbraio u.s., ha fatto voto a questa Amministrazione perché
proponga all'Ecc,mo Governo del Re l'ampliamento del territorio di
Bari verso il contiguo Comune di Triggiano per un'estensione
di circa due km., e precisamente per il tratto di territorio compreso
fra il mare e la linea ferroviaria "Bari - Brindisi", indispensabile
per congiungere il territorio di Bari a quello di Torre
Pelosa, perché esprima parere favorevole all'aggregazione
a Bari della borgata di Torre Pelosa, oggi dipendente
(non è vero, oggi territorio nojano a tutti gli effetti) dal
Comune di Noicàttaro.
Con deliberazione 29 aprile u.s., il Podestà del Comune di
Triggiano, ritenendo assai dannoso il distacco della zona di
detto Comune prospiciente il mare in contrada S. Giorgio, necessario
alla aggregazione della borgata di Torre Pelosa al Comune di
Bari, ha espresso parere contrario al distacco della descritta zona
di territorio.
Da parte sua, anche il Podestà del Comune di Noicàttaro,
assumendo di disimpegnare in maniera adeguata tutti i servizi d'interesse
generale nella frazione di Torre Pelosa , con deliberazione
16 maggio u,s., ha espresso parere contrario all'annessione di essa
al Comune di Bari.
Così pure la sezione di Noicàttaro dell'Associazione
Combattenti, con istanza indirizzata a S.E. il Prefetto ed all'Amministrazione
Provinciale, ha manifestato avviso contrario al distacco della frazione
di Torre Pelosa.
Sulla richiesta della R. Prefettura, l'Amministrazione osserva che
le ragioni (introvabili) addotte dagli abitanti della borgata
di Torre Pelosa per ottenere l'aggregazione al Comune di Bari
sono pienamente giustificate e (chi poteva osare dire il contrario!)
dal notevole sviluppo di quella frazione, ai cui bisogni malgrado
ogni suo buon volere, non può, per l'evidente insufficienza
di mezzi finanziari (ma perché Bari ne aveva tanti? Bugia!),
provvedere in maniera adeguata il Comune di Noicàttaro,
specie se si consideri che la maggior parte della popolazione di Torre
Pelosa è costituita da famiglie di civile condizione, i
cui componenti hanno frequenti rapporti di professione e di lavoro
col capoluogo (ma che per esse solo domiciliati pro tempore in
Torre Pelosa non pagano le dovute tasse da residenti).
È da considerare, inoltre, che il voto espresso dal Comune
di Bari di piena adesione a quello dei frazionisti (quali?
Quelli cui si promise posto?) trova il più sicuro (bugiardo)
fondamento nell'insopprimibile bisogno della città di Bari
di spandersi verso levante (dove è scritto?), in guisa
che dalle accresciute possibilità di vita e razionale organizzazione
di tutti i servizi propri di un grande Capoluogo possa trarre incitamento
a proseguire nell'opera di diffusione della cultura, delle industrie
e dei commerci italiani verso i paesi dell'altra sponda adriatica,
adempiendo così all'alta missione affidatagli dal regime. (chi
sarebbe?)
Le preoccupazioni del Comune di Triggiano e di Noicàttaro
non hanno alcuna base, in quanto che, con l'aggregazione della Borgata
di Torre Pelosa e dell'interposta zona del territorio di Triggiano
a questo capoluogo, invece che danno, i Comuni anzidetti risentiranno
notevoli vantaggi per il benefico influsso, che l'incremento ed il
perfezionamento delle comunicazioni stradali e lo sviluppo di tutti
gli altri servizi d'interesse generale nelle zone in parola avranno
sui territori contigui. (infatti è un grande beneficio aver
perduto: il libero accesso al mare, la zona archeologica di Punta
Penna che è divenuta speculazione edilizia incontrollata, che
decine di villette abusive destinate alla demolizione ma son lì
in attesa di definitività, i commerci con il levante, di che
genere si tratta? di roba da mangiare? ci hanno pensato gli americani;
infatti tutta l'attuale costa Torramarese è un cantiere mangereccio,
altro che il tempratore del corpo e dello spirito, l'aria che prima
era morbosa per le esalazioni dell'alga in putrefazione ora è
micidiale per i gas di scarico delle macchine e degli oli di semi
delle fritture di pesce congelato ecc. che altri vantaggi poteva darci
la grande inquieta Bari?).
Per tali considerazioni, tenendo presente il disposto dell'Art. 242/1
della Legge 4 febbraio 1915, n.148, si propone al Rettorato di accogliere
l'istanza dl Comune di Bari (perché avrebbe potuto non accoglierla?)
e, per l'effetto, esprimere all' Ecc.mo Governo del Re avviso favorevole
all'ampliamento del territorio di Bari verso quello del vicino Comune
di Triggiano per l'estensione di circa 2km., e precisamente
per il tratto di territorio compreso fra il mare e la linea ferroviaria
"Bari - Brindisi", tratto indispensabile per congiungere
il territorio di Bari a quello di Torre Pelosa.
Esprimere parere favorevole per l'aggregazione al capoluogo della
Borgata (non del territorio costiero di Noicàttaro),
oggi dipendente (no, territorio nojano) dal Comune di Noicàttaro.
Dalla attenta lettura del provvedimento del Consiglio Provinciale
testč riportato si evince che , mentre si menziona pedissequamente
e senza la pur minima considerzione di rito (perché cosģ doveva essere)
il contenuto della delibera del Commisario del Comune di Bari n.308
del24 febbraio 1931 e solo marginalmente i contenuti della delibera
del Podestą del Comune di Noicąttaro, dell'Ordine del Giorno della
sezione Combattenti di Noicąttaro, non si dice nulla dell'esposto
del dott. Vito Sforza ed altri, la cui accertata irreperibilitą mi
spinge a pensare ad una sparizione tattica (non č una novitą nella
storia del nostro paese), forse perché ritenuto fondata rimostranza
contro la pretestuosa e illegittima richiesta dei politici del Comune
di Bari.
Sotto l'incipiente autunno del 1931, nelle ore del mattino del 6
novembre, quando gli alberi e le viti cominciano a perdere naturalmente
le amate foglie e nell'aria tutta ogni colore sembra scemare d'intensitą,
dalla Prefettura di Bari giunge al Podestą di Noicąttaro, avv. Agostino
Di Pierro, il seguente telegramma:
"IMMANCABILMENTE DOMATTINA ORE 10 SI TROVI DA ME STOP"
Possiamo immaginare con quale turbamento d'animo il nostro Podestą,
il giorno della convocazione, cioč il 7 novembre, si sia presentato
da solo a Bari, in Prefettura, per partecipare alla importante e decisiva
discussione sulla definitiva aggregazione del territorio nojano a
quello di Bari.
L'esito di questo incontro viene cosģ verbalizzato:
«Verbale della riunione tenutasi in Prefettura tra i rappresentanti
del Comune di Bari, Triggiano e Noicąttaro con
l'ispettore Generale del Ministero dell'Interno comm. VIAFORA per
accordi circa il passaggio a Bari della frazione di Torre Pelosa.
L'anno 1931, addģ 7 novembre, alle ore 10, nel Gabinetto di S.E.
il Prefetto di Bari, si sono riuniti i sigg.:
1°) S.E. gran. Uff. dr. Enrico Cavalieri Prefetto di Bari;
2°) Comm. Dr. Filippo Viafora, Ispettore Generale del Ministero dell'Interno;
3°) Comm. Dr. Vincenzo Vella, Commissario Prefettizio di Bari;
4°) Cav. Avv. Pasquale Soria, Podestą di Triggiano;
5°) Cav. Uff. rag. Nicola Tosti, ragioniere capo della Prefettura
di Bari;
6°) Avv. Agostino Di Pierro, Podestą del Comune di Noicąttaro.
Scopo della riunione č raggiungere un accordo tra i Comuni interessati
per l'eventuale aggregazione, al territorio della cittą di Bari, della
frazione Torre Pelosa del Comune di Noicąttaro e di una zona litoranea
di circa cento ettari del Comune di Triggiano, necessaria quest'ultima
per assicurare la continuitą territoriale fra Bari e la frazione da
aggregarsi.
Il Commissario del Comune di Bari fa presente che nel secondare la
richiesta dei frazionisti (chi l'ha vista? E da chi sottoscritta?)
di Torre Pelosa, il Comune di Bari non persegue alcun obiettivo di
incremento territoriale (nooo!, vuole solo quattro mila ettari
di territorio nojano) o incremento demografico (certo cosa sono 684
unitą?), ma intende soprattutto venire incontro ai bisogni della frazione
stessa (troppa grazia S
.) per quanto riguarda la sistemazione e lo
sviluppo dei pubblici servizi, sia per intensificare i rapporti naturali
tra la popolazione marinara di Torre Pelosa a Bari, anziché ostacolare,
renderą pił facili ed intensi i rapporti tra Bari e Noicąttaro, dato
che la frazione di Torre Pelosa, sistemata ed incrementata, servirą
di punto di collegamento tra i due centri che per effetto di pił rapidi
mezzi di comunicazioni, che dovranno inevitabilmente stabilirsi analogamente
a quanto si sta facendo per il collegamento delle frazioni di Santo
Spirito e Palese, recentemente aggregate alla cittą di Bari (queste
sono le famose buone intenzioni di cui č lastricato
.)
Il Commissario anzidetto sente poi di richiamare l'attenzione delle
superiori Autoritą sulla enorme sproporzione esistente fra la popolazione
e territorio di Bari in confronto dei Comuni contermini; difatti,
mentre l'attuale territorio di Bari č di ettari 11.500 circa , di
fronte ad una popolazione di 170.000 abitanti, il Comune di Noicąttaro
ha un territorio di 4.398 ettari, di fronte ad una popolazione di
10.800 abitanti, e quello di Triggiano un territorio di ettari 12.116,
di fronte ad una popolazione di circa 20.000 abitanti (altro che nessun
proclamato incremento territoriale. E, poi perché si guarda solo a
Noicąttaro e Triggiano?! Ed ancora perché a Noicąttaro che ha qualcosa
in pił di quattromila si tolgono circa cinquecento e a Triggiano che
ne ha pił di 12.000 si tolgono solo 100?).
Tale notevole sproporzione di verifica di fronte a quasi tutti gli
altri Comuni della Provincia, Né la progettata aggregazione di Torre
Pelosa e la limitata striscia del territorio di Triggiano verrebbe
a modificare l'anzidetta sproporzione. (tesi molto di parte).
Per tale considerazione il Commissario del Comune di Bari fa istanza
alle superiori Autoritą e fa appello al sentimento di solidarietą
(da parte degli altri, non da parte sua!) del Comune di Triggiano
verso il capoluogo, perché non insista nella richiesta di compensi
(ma il Comune di Bari non č pieno di soldi? Come mai quasi supplica
il Comune di Triggiano a non chiedere compensi?, quale fu la
contro partita per ottenere la cessione gratutita?) pel
distacco della tenue estensione di cento ettari del territorio che
non pregiudica la situazione territoriale del Comune stesso.
Il Podestą del Comune di Triggiano, ritenendo che il maggior incremento
del capoluogo sarą incremento di tutta la Regione e, quindi, anche
di Triggiano, non si oppone alla cessione del territorio delimitato
lungo il mare; subordinatamente, perņ, insiste per una eventuale permuta
di terreno.
Il Podestą di Noicąttaro, mantenendo fermo il suo punto di vista,
gią consacrato in una precedente deliberazione, insiste che l'annessione
di Torre Pelosa al Comune di Bari non venga approvata dalle superiori
Autoritą, anche per rispondere ai voti della grande maggioranza della
popolazione di Noicąttaro e di quella di Torre Pelosa. Qualora fatalmente
l'annessione dovesse essere disposta, fa voti perché il sacrificio
circa la delimitazione del territorio da distaccarsi venga ridotto
al minimo possibile per non mettere il Comune di Noicąttaro in condizioni
di disagio economico.
Letto, confermato e sottoscritto.
F.to: Enrico Cavalieri - Filippo Viafora - Vincenzo
Vella - Agostino Di Pierro - Pasquale Soria - Nicola tosti.».
Dal modo in cui č stilato questo verbale ( che ritengo un "verbale"
farsa), si ha l'impressione che non ci sia stata una vera e propria
trattativa per dare una equa soluzione al problema, in quanto la relazione
dell'attore principale, il Commissario del Comune di Bari, ebbe il
pieno e tacito assenso della maggioranza dei partecipanti alla riunione.
Infatti, nonostante la ferma opposizione del Podestą Di Pierro, che
subito dopo viene disincaricato da Podestą, il distacco della borgata
di Torre Pelosa con tutto il territorio costiero nojano fu inevitabile.
Gli alti burocrati del regime sono comunque consapevoli del loro comportamento
illegittimo, tanto che, per legittimarlo attivano il Governo ottenendo,
poco dopo, l'emanazione di apposite Leggi (postume) con effetto retroattivo.
Alcuni mesi dopo la famosa riunione nella Prefettura di Bari, infatti,
viene prontamente emanata dal Regio Governo la seguente "Legge n.359
del 31 marzo 1932" (Cfr. Gazzetta Ufficiale del 26 aprile 1932) con
la quale lo stesso Governo č investito di speciali poteri, con facoltą
di procedere immediatamente all'emanazione del nuovo Testo Unico della
Legge Comunale e Provinciale:
«ARTICOLO UNICO
Il Governo del Re č autorizzato, sentito il Consiglio di Stato, a
modificare, integrare e riunire in Testo Unico le disposizioni della
Legge Comunale e Provinciale 4 febbraio 1915n.148, del Regio Decreto
30 dicembre 1932, n. 2839, delle Leggi successive che le hanno modificate,
nonché tutte le altre Leggi e disposizioni che vi abbiano attinenza
per ragioni di materia, emanate e da emanare sino al 31 dicembre 1931,
a, X.
Da ciņ scaturisce la Legge n.17 dell'11 gennaio 1934, pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale n.20 del 25 gennaio 1934, che decreta improrogabilmente
l'ampliamento della Circoscrizione Territoriale del Comune di Bari
avvenuto di fatto il 1° aprile 1943 (vedi Appendice doc. n. 13).
Nell'esaminare attentamente il significato delle parole iniziali dell'Art.1
di detta Legge: «le "zone di territorio dei Comuni
" »,
mi sono domandato se il Comune di Bari, nell'aggregarsi l'intera zona
costiera nojana, non si sia indebitamente appropriato anche delle
zone patrimoniali del Comune di Noicąttaro.
Infatti, dalla concordata soluzione della controversia con l'Intendenza
di Finanza, di cui si č ampiamente detto nel capitolo II della I^
parte del presente lavoro, risulta che la zona patrimoniale comunale
sita tra la Torre e la costa doveva soltanto essere esclusa dalla
fabbricazione, senza perņ perdere il suo carattere patrimoniale.
Cosģ come per le strade di urbanizzazione del suolo comunale, le quali
furono realizzate su parti di esso e, quindi, divenute soltanto di
uso pubblico o anche il suolo su cui sorse l'edificio scolastico elementare
della borgata, che fu acquistata dal Comune di Noicąttaro dai fratelli
Troiani; non ultimo, il tratturo detto di S. Andrea. Pertanto, dette
zone non dovevano considerarsi semplice territorio di Noicąttaro,
bensģ zone prettamente patrimoniali del Comune, e quindi, trasferibili
solo con apposito atto notarile sia pure senza alcun corrispettivo..
Nell'ipotesi che oggi, dopo pił di sessant'anni, il Comune di Noicąttaro
volesse rivendicare il diritti di proprietą sui detti beni nei confronti
del Comune di Bari, riuscirebbe nello scopo in quanto quest'ultimo
non potrebbe nemmeno invocare la norma dell'uscapione, poiché
trattasi di beni di Enti Pubblici. Ed allora mi chiedo: si trattņ
solo di scippo territoriale o anche di scippo patrimoniale?
»
Dopo 6 anni, oltre al danno territoriale e patrimoniale patito col
distacco della sua zona costiera, il Comune di Noicąttaro č costretto
a subire anche il ritardo ingiustificato del rimborso spese sostenute
per il mantenimento dei servizi pubblici in Torre Pelosa, i quali
a partire dal 1934, dovevano essere gią a carico del Comune di Bari
quale nuovo ricchissimo amministratore della borgata. Per ricuperare
dette spese il Comune di Bari fece una cosa molto semplice notificņ
ai nojani proprietari di casa in costruzione la cartella di pagamento
dell'imposta comunale sui materiali da costruzione. S. Nicola non
miracolņ Torre Pelosa con le ricchezze comunali vantate dal Trulli.
Perciņ il Comune di Noicąttaro insiste presso quello di Bari (Nota
n. 1500 del 23 marzo 1937) e presso la Prefettura (Nota n. 7882 del
3 febbraio 1940) per la risoluzione della separazione territoriale
e della riscossione dei crediti.

Tav. n° 5
- Dalla cartografia dell'Istituto Geografico Militare Italiano.
Il Territorio di Noicàttaro aggregato a Bari nel 1934.
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