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2. Il cambio di denominazione

L'ultima ferita all'orgoglio dei nojani, come una lancia nel costato, è l'iniziativa del Podestà di Bari per cambiare il nome di Torrepelosa in quello di Torre a Mare, formulando questo desiderio al Presidente della Provincia (Nota n. 3836 dell'8 aprile 1937), il quale esprime parere Favorevole:

«Tenuta presente la Nota n. 3836 con la quale il sig. Podestà di Bari, nel rilevare che la denominazione Torrepelosa alla frazione di Noicàttaro aggregata al Comune di Bari con decreto 11 gennaio 1934 n.17, non ha tradizioni che possano avvalorare l'ipotesi di una significazione rispondente alla dignità della denominazione di un centro abitato, esprime il desiderio di sostituire il nome suddetto con quello di Torre a Mare. Ritenuto che la determinazione del Podestà di Bari merita di essere realizzata, allo scopo di assicurare, anche attraverso il cambiamento del nome, un sempre maggiore sviluppo e accorsamento turistico alla ridente borgata. Visto che, a norma dell'Art. 266 della Legge Comunale e Provinciale, questa Amministrazione è tenuta ad esprimere il suo parere; con i poteri del Rettorato,

DELIBERA DI URGENZA

(perché c'era il pericolo che il conflitto mondiale in corso non ne desse il tempo di dare il parere?) Esprimere parere favorevole alla proposta del Podestà di Bari per quanto concerne il cambiamento della denominazione della frazione di Torrepelosa in Torre a Mare» (tornata del Rettorato del 13 aprile 1937)
Il Podestà di Bari del tempo, prof Michele Viterbo, storico e studioso dell'antichissima civiltà Peuceta affermatasi in Terra di Bari , appena ottenuto il parere favorevole del Rettorato (poteva essere diversamente?) alla sua proposta di cambiamento di denominazione di Torre Pelosa, aggregata di fatto a Bari il 1° aprile 1934 e subito elevata a frazione ( pur non avendone i prescritti normativi requisiti), fa voti al Governo del Re perché voglia sostituire la denominazione Torre Pelosa in quella di Torre a Mare, adducendo la seguente ignobile motivazione molto offensiva nei confronti della Comunità nojana:

«Ritenuto che la denominazione TORREPELOSA alla frazione del Comune di Noicàttaro, aggregata al Comune di Bari con legge dell'11 gennaio 1934, n. 17, non ha tradizioni (risale al 1049)che possono avvalorare ipotesi di una significazione rispondente alla dignità della denominazione di un centro abitato» (Del.ra Pod.le n. 659 del 15 aprile 1937).

Purtroppo, il desiderio del Viterbo, storico conterraneo peuceta, si realizza con il Regio Decreto che autorizza il proposto cambio di denominazione (vedi Appendice doc. n. 13).

Così, lasciando il posto a Torre a Mare, si conclude la bella favola di Torre Pelosa, ma non a lieto fine, perché, tra molti rimpianti veri e falsie ……, il bacio riviviscente del principe azzurro non c'è più stato.

 

Torre a Mare. Zona di Fontananova. Pesca della "pelosa" e del polpo (foto M. Latrofa - 1992).
Tanto: per far sognare gli anziani nojani.