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PARTE III

CHIESA E CULTO IN TORRE PELOSA

 

Capitolo primo

LA CAPPELLA RURALE DI S. NICOLA:
CULTO E INTERVENTI DI RESTAURO

 

I documenti ci dicono che durante la visita pastorale compiuta nel 1730 nella Terra di Noja, L'Arcivescovo di Bari Michele Carlo D'Althan, tra le varie cappelle rurali, vsita anche quella sita in località Torre Pelosa sotto il titolo di S. Nicola ad mare [1] eretta su suolo comunale.
Agli inizi del 1800, detta Cappella è utilizzata dal Capitolo di Noicàttaro per celebrarvi la messa nei giorni festivi per i pochi pescatori che abitano in trulli e grotte naturali, per i contadini stanziali a servizio dei proprietari e per gli addetti al posto di guardia nella località marittima.
Nel 1842 il Comune di Noja, ritenendo di avere il patronato di detta Cappella, delibera di far eseguire dei piccoli restauri interni e di rifare le porte esterne
(Del.ra Dec.le dell'8 luglio 1842).
Dopo dieci anni, nel giugno 1867, la Cappella viene profanata, per cui il Vicario generale la fa chiudere per inidoneità.
A causa di ciò, lo stesso Vicario, con nota n. 270 del 14 giugno 1867, comunica all'arciprete don Michele Tanza che la ripresa del Culto sarà possibile solo quando sarà stato provveduto a tutto quanto è indispensabile (una piccola campana, restauro dell'altare e pavimento, porte, arredi sacri e buona conservazione del manufatto).
[2]
La Cappella viene riordinata secondo le richieste del Vicario, e pertanto, a seguito della relazione in tali termini inviata alla Curia arcivescovile dal Vicario generale
(Nota n. 409 del 24 luglio 1868) a riconciliare la Cappella e a vigilare, perché le sacre funzioni si svolgano con il dovuto decoro.
Sette anni dopo, il 3agosto 1874, il canonico don Angelo Borracci, su richiesta della Curia, invia una relazione al Vicario generale circa lo stato della Fabbrica, sottolineando che essa è bisognosa di
«imbianchtura e suppellettile nuova», [3] facendo altresì presente il «bisogno di erigere, al posto di essa, una chiesetta sull zona di suolo comunale all'uopo prevista nel piano di urbanizzazione dello stesso» (vedi Tav.n.4 B), anche se è impossibile, al presente, far fronte alla spesa di Lire 5.000 circa.
L'Arcivescovo Francesco Pedicini, nell'anno 1879, incarica il Vicario foraneo, canonico don Domenico Crapuzzi, di visitare la Cappella di San Nicola.
In seguito alla negativa relazione di costui
(10 ottobre 1879) [4],sullo stato affatto decoroso della Fabbrica per l'esercizio del Culto, necessitando essa di radicali riparazioni, l'Arcivescovo, con disposizione n. 247 del 17 ottobre 1879, la dichiara totalmente interdetta allo svolgimento del Culto. [5]
Gli abitanti chiedono all'Arciprete al Comune di intervenire per il recupero definitivo della Cappella o di costruire una nuova chiesa sul territorio comunale, come previsto nel piano di lottizzazione.
La nuova Fabbrica di S. Nicola, per l'opera instancabile di Mons. Vincenzo Pardo (1890 - 1915)
[6], con il contributo del Comune e con le oblazioni volontarie della popolazione, raccolte da una Commissione formata dai sigg. can. Don Domenico Crapuzzi, sac. Don Giuseppe De Riso, padre Vincenzo Divella (ex guardiano dei Cappuccini), Giacomo Crapuzzi, Antonio Gassi e Domenico Logroscino, viene eretta sul suolo comunale verso l'anno 1893.
L'attenzione di Mons Pardo per la popolazione di Torre Pelosa è inarrestabile ed encomiabile; infatti, dopo aver fatto costruire la nuova Chiesa, provvede ad inviare un sacerdote per l'esercizio del Culto e la somministrazione dei sacramenti.
L'Arciprete Pardo, ottenuto il consenso del Capitolo, nell'anno 1897 chiede all'Arcivescovo Ernesto Mazzella l'autorizzazione a prelevare 770 Lire dalla somma di Lire 8.000 pervenuta al Capitolo dalla composizione con il sig. Antonio Macario, al fine di costruire una stanza accanto alla Chiesa per il sacerdote che si reca a Torre Pelosa per svolgere il ministero
[7].
Dal 1913 il sacerdote incaricato da Mons Vincenzo Pardo di svolgere il ministero a Torre Pelosa è don Giuseppe Ardito, nativo di Noicàttaro (1877 - 1970), affettuosamente chiamato "don Peppino" dai suoi fedeli.
Don Peppino interrompe la sua mansione per la chiamata alle armi come cappellano militare durante il primo conflitto mondiale (1915 -1918).
Tornato a casa., riprende la sua attività di coadiutore dell'Arciprete di Noicàttaro, profondendo tutte le sue energie nel guidare spiritualmente la popolazione della borgata in continua crescita.
Il comune di Noicàttaro, su richiesta dell'Arciprete, decide di assegnargli un contributo mensile di ( Lire quale rimborso spese al sacerdote coadiutore, che si reca con l'omnibus alla chiesetta della borgata
(Del.ra Giunta del 26 luglio 1921).

 

La nuova cappella di S.Nicola (1893), successivamente incorporata nell'attuale Chiesa parrocchiale.
(Illustrazione di Rosaria e Germana Pignatelli).

 

[1] Cfr. CURIA METROPOLITANA - Bari, Archivio Storico Diocesano, Visite Pastorali di C.M. D'Althan (1728 - 1735), busta n. 10, fascicolo 1°, foglio 5.
[2] Cfr. CURIA METROPOLITANA - Bari, Archivio Storico Diocesano, Noja, busta n.10, fscicolo 260

[3] Cfr.Curia…….. Noja, busta 10, fasc.260, (vedi Appendice: doc. n. 8)
Dalla relazione del can. Borracci si evince che la Cappella in questione, da alcuni storici denominata "S. Nicola Vetere" è sita nelle adiacenze della zona di suolo acquistata dall'Assessore Angelo Didonna (vedi Tav. 4 A) al quale viene concesso di curarla. E questo stato di fatto è confermato dalla planimetria allegata all'atto notarile del 1883, redatto dal notaio Bari, relativo alla definizione tra demanio statale e patrimonio comunale.
[4] Cfr. Curia………………….,Noja, busta n.10, fasc. 260, (vedi Appendice doc. n. 9)
[5] Cfr. Curia…………………., Noja, busta n.3 ,fasc.260
[6] Cfr. Curia…………………., Noja, busta n.4, fasc. 112/e.

[7]
*Cfr. Curia ……………………, Noja, busta n. 3, fasc. 98.
Le 8.000 Lire rivengono dalla composizione della lite tra la Curia ed il sig. Antonio Macario per l'acquisto dal Demanio Statale dei beni del Capitolo della Collegiata di Noicàttaro, passati a quello a seguito delle Leggi Albertine del 1860 - 61, che soppressero tutti gli ordini religiosi e corporazioni religiose.