indietroavanti

 

4.Servizi civili e sociali

 
Al fine di garantire una più idonea assistenza medica, il Comune si preoccupa di rendere più stabile la presenza sul posto della levatrice, la quale, più che a giorni alterni, dovrebbe farvi servizio tutti i giorni, esclusi i feriali (Del.ra Cons.re n. 23 del 2 maggio 1901).
L'obbligo formale di risiedere sul posto giunge, comunque, con un ulteriore provvedimento
(Del.ra Cons.re n. 90 del 29 settembre 1926).
Esiste anche qualche provvedimento di nomina della levatrice, che nel 1923 riguarda Teresa Laudadio
(Del.ra Cons.re n.21 del 24 marzo 1923) e nel 1927, in sostituzione della prima, Olinda Nobile di Acquaviva delle Fonti (Del.ra Podestarile n. 49 del 9 luglio 1927).
Nel 1929, con l'istituzione del posto di levatrice condotta nell'organico del personale comunale, la nomina cade su Angela Salvemini fu Stefano
(Del.ra Podestarile n.1 del 5 gennaio 1929).
In un altro provvedimento amministrativo, invece, si parla dell'incarico affidato al medico condotto di recarsi nella borgata a giorni alterni
(Del.ra Giunta n. 201 del 30 dicembre 1926).
Per l'espletamento del servizio farmaceutico, infine, esistono due provvedimenti Commissariali
(Del.re nn. 1 -2 del 13 gennaio 1929), con i quali viene fatto un impegno-spesa di l 6.000,00 e si affida l'incarico al dott. Vincenzo Dipierro, di contro alla rinuncia della dott.ssa Lucia Piccininno (Del.ra Podestarile n.13 del 3 dicembre 1928), vincitrice del concorso precedente indetto.

Per assicurare, invece, il servizio di ordine pubblico, il Comune è costretto a spendere più del dovuto, nonostante le scarsissime risorse fianziarie.
Da alcuni provvedimenti di Giunta ricaviamo vari mpegni di spesa per il fitto degli alloggi dei militari in servizio nella borgata.
Per il fitto di una stanza di proprietà di Vito Cinquepalmi fu Nicola nei mesi estivi, destinata al riposo pomeridiano di un carabiniere, il Comune, nel 1888, spende la somma di Lire 40
(Del.ran. 89 del 27 hgiugno 1888), la stessa che l'anno dopo impegna per il fitto della caserma dei Carabinieri (Del.ra n. 131 del 25 settembre 1889). Nello stesso periodo, si spendono 25 Lire per l'alloggio delle Guardie Municipali (Del.ra n.13 del 15 gennaio 1900). Mano a mano che la borgata cresce sotto ogni aspetto, di pari passo si assiste alla graduale apertura degli esercizi commerciali più utili alla vita giornaliera della Comunità residenziale, dalla cantina (vendita del vino a dettaglio) agli alimentari, dal bar alla macelleria, come si evince dalle varie licenze concesse dal Comune ai privati.
Nel 1892 è segnalata l'apertura di una cantina da parte del sig. Giovanni Cinquepalmi
(Del.ra Giunta n.138 del 12 novembre 1892); si apre un'altra nel primo dopoguerra , a cura di Rocco Dibari (Del.ra Cpons.re n. 73 dell'11 maggio 1923) , e, ancor prima dell'instaurazione del fascismo (1925), si aprono al pubblico altri esercizi commerciali, come quello dei generi alimentari della sig.ra Angela Demattia di Nicola (Del.ra Giunta n. 103 del 25 aprile 1921), il caffè della sig.ra Giovanna Lamorgese (Del.ra Giunta n.163 del 22 giugno 1922), lo spaccio di carne del sig. Giovanni Michele Difino (Del.ra Cons.re n. 66 del 24 marzo 1923).
Inoltre, esiste una licenza comunale per la vendita al dettaglio di acqua potabile concessa al sig. Nicola Lattanzio
(Del.ra Giunta n. 167 dell'11 maggio 1923), poiché l'atteso allacciamento idrico della borgata ad opera dell'Acquedotto Pugliese non è ancora avvenuto.
Ed infine, nel campo turistico, sin dalla fine dell'Ottocento il Comune ha cercato di favorire anche le attività legate alla balnazione, concedendo diverse licenze per l'apertura di stabilimenti balneari, costituiti di una serie di baracche di legno su palafitte ad uso dei villeggianti di ceto agiato.
Cercando tra le carte, è venuta fuori la licenza di apertura di uno stabilimento concessa nel 1890 al cav. Giuseppe Positano
(Del.ra Cpns.re n.112 del 3 maggio 1890). Un'altra, del 1918, riguarda il sig. Fortunato Ciavarella (Del.ra Giunta n.76 del 5 agosto 1918). Per tutte le attività commerciali, lo Stato esigeva che le apparecchiature di peso e di misura fossero sottoposte periodicamente a verifica ufficiale col pagamento di una tassa, calcolata in base alla categoria fiscale di appartenenza.
Ma, proprio all'indomani del primo conflittomondiale, una cinquantina di pescatori di Torre Pelosa, ritenendo ingiusta quella tassa di verifica, sporgono reclamo al Comune, che accoglie a giusta ragione la protesta con l'impegno di risolverla positivamente a loro favore. Tutto viene conseguito con l'adozione da parte della Giunta di un apposito e documentato provvedimento dal quale si evince che i pescatori rientrano nella"categoria di non applicabilità della tassa"
(Del.ra Giunta n.18 maggio 1922).
Nel 1898 a Noicàttaro risultano 31 barche per "pesca limitata" per 33 tonnellate complessive
[1].

 

[1] Cfr. C. Massa, L'industria della pesca, in AA.VV., La terra di Bari sotto l'aspetto storico, economico e naturale, II, pubblicazione della Provincia di Bari per la esposizione universale di Parigi, Trani, Tip. Vecchi 1900, p.209.