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2. Illuminazione pubblica, acquedotto, poste e telegrafo

 
Sin dal principio degli anni '880, per la sicurezza interna degli abitanti e dei villeggianti della borgata, Il Comune cura l'illuminazione delle strade impiantando dei fanali a petrolio a muro. In particolare, nel 1883, su richiesta dei villeggianti, dispone l'installazione di altri 4 fanali «tanto lungo lo stradone principale [1] quanto sul viottolo in contiguità del del muro dei sigg. Losito, e sotto la condizione che i villeggianti ne curassero la illuminazione a prprie spese e la conservazione nei mesi d'inverno» (Del.ra Giunta n. 442 dell'8 giugno 1883).
Con l'inizio di qusto secolo, in relazione allo sviluppo edilizio e demografico, il Comune avverte la necessità di potenziare il servizio, impegnando una maggiore spesa annuale (Del.ra Cons.r n.272 del 6 ottobre 1899) e di affidarlo in appalto, mediante apposita gara, a ditte specializzate, per la durata di 6 mesi all'anno, dal 1° giugno al 31 dicembre.
Infatti, nel 1914, il servizio è assunto dalla ditta locale Domenico Colonna
(Del.ra Cons.re n.70 del 12 maggio 1914).
E dal 1921 un ulteriore incremento di spesa per tale servizio, nella misura di Lire 50
(Del.ra Giunta n.51 del 25 febbraio 1921).Un altro problema di primaria importanza da risolvere è la fornitura dell'acqua potabile.
La popolazione della borgata si arrangia come può, utilizzando l'acqua piovana raccolta nei pozzi domestici e l'acqua sorgiva sollevata con le norie lungo la zona costiera.
Fin dal 1907, quando ancora la rete idrica pugliese è in fase di progettazione, il Comune fa voti in via preliminare al Consorzio per l'Acquedotto Pugliese
[2], perché anche Torre Pelosa sia allacciata alla conduttura dell'acqua potabile (Del.ra Cons.re n.28 del 9 aprile 1907).
Il voto si trasformerà in richiesta ufficiale, più volte nel 1914 e per altri anni ancora fino al 1919, tentando anche la mediazione politica del Deputato del Collegio, avv. Buonvino, per ottenere quel sospirato allacciamento idrico che avverrà solo nel 1922, quando la borgata è ancora nojana
[3].
È degli anni'30 la richiesta ufficiale del Comune di Noicàttaro alla Capitaneria di Porto di Bari - così come sta già facendo per l'abbellimento del centro urbano, realizzando delle fontane ornamentali nei posti più caratteristici -, perché sia impiantata una fontana simile anche nella sua amata borgata, da installare nelle vicinanze di piazza Umberto I, come da accordi presi con il sig. Prefetto
(Nota n. 1597 del 1° giugno 1933).
Sin dai primi del '900, nella borgata funziona un modestissimo ufficio postale, con personale (per Legge) a carico del Comune, da cui la richiesta che lo stesso passi a carico del Ministero delle Poste, non potendo sostenere la relativa spesa
(Del.ra Cons.re n. 10 del 5 gennaio 1915).
Il continuo sviluppo residenziale suggerisce di porre la sede postale in un punto centrale, per un migliore espletamento dei servizi (Del.ra Cons.re n.122 del 14 giugno 1913) e di fornire la Comunità di un adeguato impianto telefonico e telegrafico, di cui la borgata è ancora carente. Per il primo viene approvata una spesa di 12 Lire annue
(Del.ra Cons.re n.88 del 29 gennaio 1926); per il secondo, una spesa di Lire 1,502 (Del-.ra n. 2 de 18 gennaio 1928).

Note

[1] L'attuale via C. Colombo.
[2] Costiuito nel 1902 a Roma , si trasformerà nel 1919 nell'attuale E.A.A.P. (Ente Autonomo Acquedotto Pugliese). L'E.A.A.P. , per allacciare alla rerte idrica la borgata di Torre Pelosa, nel 1922 realizza nella zona di terreno ove attualmente trovasi l'azienda vinicola "Cannone" un serbatoio. Successivamente, per le aumentate esigenze degli abitanti pelosini, nel 1958 questo viene abbandonato e ne costruisce uno più grande nella proprietà Liturri, in contrada La Maddà.
[3] Nel Comune-capoluogo nojano l'allacciamento idrico avvenne nel 1914, esattamente un anno prima di quello del capoluogo provinciale, Bari.