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CAPITOLO TERZO


SERVIZI DI UTILITA' PUBBLICA


La sofferta iniziativa di vendere come suolo edificatorio il sassoso terreno comunale "S. Nicola" in Torre Pelosa , mentre procura una provvidenziale boccata d'ossigeno, ammesso che lo sia stata, all'esausto erario del Comune, crea nel contempo non pochi problemi di natura logistica, civile e sociale per la istituzione, nella nascente Comunità, di tutti i servizi pubblici occorrenti, per i quali, con l'unificazione nazionale, previa autorizzazione del Governo, è prevista la partecipazione contributiva dell'Amministrazione locale richiedente.

 

1. Trasorto pubblico: l'omnibus per Torre Pelosa

Sul finire dell'Ottocento, la borgata ha ormai asuunto la configurazione di un piccolo complesso urbano ben organizzato e abbastanza frequentato, nel periodo estivo, da molti abitanti dei paesi viciniori per i salutari bagni di mare.
Diventa perciò inevitabile, negli anni '80, la creazione di un servizio pubblico di collegamento con onmibus (diligenza o carrozza ippotrainata) tra il Comune-capoluogo e la sua borgata marina, specie dopo l'attivazione della tratta ferroviaria "Bologna-Lecce" (1865)(*), cui il territorio fu allacciato, per consentire ai cittadini interessati per motivi di commercio e di lavoro di raggiungere la stazione ferroviaria costruita su terreno comunale alle porte di
Torre Pelosa**. Al principio degli anni '90, il Comune ritiene necessario riordinare e migliorare tale servizio, adottando un apposito provvedimento consigliare:

« L'appalto del servizio di onmibus pel trasporto di viaggiatori alla stazione ferroviaria e viceversa sarà ceduto a trattativa privata a quello dei carrozzieri del paese che offrirà maggiore ribasso sul premio di Lire 500,00 con domanda da presentarsi al Sindaco fra il termine di giorni quindici dal dì dell'approvazione del presente deliberato e che si obbligherà di eseguire le seguenti condizioni:
Art.1° - L'appalto avrà la durata di un biennio a decorrere dal 1° gennaio 1893 e terminare al 31 dicembre 1894:
Art.2° - Il servizio del trasporto di viaggiatori sarà eseguito obbligatoriamente in tutte le corse con un omnibus contenete otto posti interni abbastanza comodi e due posti in serpe°°° e non avrà meno di sei cavalli buoni atti al disimpegno del servizio;
Art.3° - Il servizio sarà fatto tutti i giorni niuno escluso e per tutte le fermate dei treni ferroviari a questa stazione, in base agli orari ufficiali ed aumenti che potrebbero venire in seguito disposti dalla Società per le Strade Ferrate Meridionali.
L'omnibus sarà pronto, per partire alla stazione, sulla pubblica piazza e propriamente vicino all'Ufficio della Polizia Urbana un'ora prima dell'arrivo del treno alla stazione, come del pari dal piazzale della stazione stessa dev'essere pronto l'omnibus all'arrivo di tutti i treni, sarà tollerata la cumulazione di due corse sempreché non interceda un tempo maggiore di mezz'ora tra una corsa e l'altra;
Art.4° - L'omnibus partirà all volta della stazione ferroviaria minuti 50 prima dell'arrivo dei treni e non dovrà impiegare a percorrere la strada più di 15 minuti40 minuti, in modo da trovarsi alla stazione 10 minuti prima del giungere dei treni, impiegando non più di 50 minuti nel ritorno.
Art.5° - I viaggiatori pagheranno per ogni posto centesimi 4 ed in serpe centesimi trenta, ed in caso di ritorno nelle stessa giornata o nella successiva, secondo le norme della ferrovia, pagheranno il posto di andata e ritorno centesimi 60 ed in serpe centesimi 50.
Sono esenti da pagamento i bambini fino all'età di quattro anni, e dai quattro ani ai sette anni pagheranno la metà di quanto è stabilito e dai 7 anni in poi pagheranno per intero.
Il pagamento dei posti dovrà farsi innanzi la partenza.
Art.6° - Ogni viaggiatore avrà diritto a trasportare seco il suo bagaglio, senza alcun corrispettivo, purché questo sia delle stesse forme e per lo stesso peso prescritto ai viaggiatori delle ferrovie; oltrepassando , però, il detto peso, dal viaggiatore sarà corrisposto il prezzo di un centesimo per kg.;
Art.7° - Quando per affluenza di viaggiatori ferroviarii, tanto nell'andata che nel ritorno, non potrà essere bastevole l'omnibus l'appaltatore sarà obbligato di attaccare immediatamente altre carrozze necessarie a soddisfare tutti i viaggiatori;
Art.8° - L'appaltatore potrà adibire a conduttori dell'omnibus persone di sua fiducia, che andranno vestite decentemente con berretto portante le iniziali S.F.(Stazione ferroviaria). Degli effetti del contratto e delle colpe dei conduttori, anche in mancanza di cortesia verso i viaggiatori, sarà responsabile l'appaltatore;
Art.9° - Qualora al cominciare dell'appalto cioè al primo gennaio 1893 l'appaltatore non si sarà provveduto di onmibus , cavalli come l'Art.2°, il contratto s'intenderà sciolto ipso iure, rimanendo facultata l'Amministrazione a provvedere a tutto suo rischio e danno ad altro appalto chiamando anche in giudizio il Garante solidale, che dovrà presentare e che sarà di piena soddisfazione dell'Amministrazione;
Art.10° - Da ultimo sarà obbligato l'appaltatore eseguire sotto la sua stretta responsabilità il servizio di posta, trasportare tutti i plichi e pacchi relativi a detto servizio, non escluse le raccomandate di qualunque natura, qualora sia autorizzato dalla Direzione delle Poste a tal servizio;
Art.11° - In caso di impuntualità a ciascun di tutti i patti l'appaltatore sarà soggetto alla penale da lire 5 a lire 50 per ogni volta da liquidarsi con semplice ordinanza del Sindaco o di chi è delegato, sentita la parte interessata, mercè ritenuta sui mandati di pagamento;
Art.12° - Tutte le spese di contratto staranno a carico dell'appaltatore, previo il deposito di lire 40 nelle mani del Segretario per anticipo di spese, salvo liquidazione» (Del.ra Cons.re n. 81 del 17 ottobre 1892)

 

Tale deliberato, dopo varie modifiche e integrazioni proposte dalla Prefettura e da alcuni Consiglieri comunali (Cfr. Del.ra Cons.re n. 124 del 3 febbraio 1893), viene definitivamente approvato solo l'anno successivo, consentendo l'avvio del servizio dell'omnibus, che durerà sino al 1896.

A proposito del servizio dell'omnibus da Noicàttaro alla stazione ferroviaria di Torre Pelosa, esiste un simpatico aneddoto legato alla figura di un certo Paolo DIPINTO (1872 - 1938) detto Policchio, che ha espletato la missione di conducente di omnibus nei primi decenni del Novecento, da cui il noto detto gergale "A carròzz d Policchie" (la carrozza di Policchio).
Molti in paese, specie gli anziani, lo ricordano come un tipo molto burlone e pieno d'inventiva.
Mio padre, che a quei tempi, per ragioni di lavoro, era solito prendere il treno da Torre Pelosa, amava raccontarmi le bravate di Policchio, al quale non mancava certo l'originalità delle trovate, spesso sadiche, tra le quali voglio ricordare una assai divertente ordita nei confronti dei viaggiatori dell'ultimo omnibus serale per Noicàttaro dalla stazione di Torre Pelosa..
Policchio aveva pensato di far loro prendere un brutto spavento, facendo leva sul motivo psicologico del brigantaggio, che a quei tempi era ancora vivo dalle nostre parti.
Era una giornata autunnale. Fin dal pomeriggio, con la complicità di Colasante (Nicola Sante Dipierro;1865 - 1958), custode della chiesetta rurale della Madonna del Rito, che s'incontra appunto sulla sinistra lungo il percorso dell'omnibus dalla borgata al paese, Policchio, sulla curva immediatamente prima del tempietto, aveva predisposto ai margini opposti della carreggiata, l'una di fronte all'altra, le statue lignee d'altezza d'uomo di S. Pietro e di S. Paolo, che qualche tempo prima erano state prelevate dalla Chiesa Madre e depositate nel citato tempietto mariano.
I due simulacri erano stati conciati in modo tale da sembrare due perfetti briganti in atteggiamento minaccioso: in testa un tipico cappello e tra le mani un bastone a mo' di schioppo.
E fu così che, mentre l'omnibus, che correva tranquillo tra un sobbalzo e l'altro verso Noicàttaro, avvolto dalla penombra della incipiente sera, sopraggiungeva in prossimità della fatidica curva, i passeggeri, mezzo assopiti per la stanchezza, sentirono Policchio gridare improvvisamente: «I briganti, i briganti» e nel contempo cercar di frenare la corsa dei cavalli al comando di "i i i i i -sc!", tirando energicamente le redini e manovrando la "martellina" (congegno frenante) per bloccare tempestivamente le ruote della carrozza. Poi, con simulato spavento, scendendo rapidamente dal suo sedile, corse ad aprire la porta della vettura, invitando gli occupanti in preda al panico a dileguarsi in fretta nei campi circostanti, ma quasi subito rassicurati: «Non temete, ora ci penso io a quei due"!».
La burla naturalmente fu chiarita quando Policchio dimostrò a tutti che non si era trattato di briganti, ma delle statue di S. Pietro e di S. Paolo, che si erano voluti vendicare per essere stati mandati via dalla Chiesa Madre.
Ne seguì una generale risata liberatoria e tutto finì con una bevuta di acqua fresca offerta da Colasante, che l'aveva prelevata dal pozzo della chiesetta della Madonna del Rito.
Policchio quando vide che i suoi clienti si erano calmati e avevano preso posto nella carrozza si affacciò alla porta e disse loro, divertito ed ironico:« va -so- fatt- p-ghiè a cacàzz»!

L'omnibus di Policchio.
(Illustrazione di Rosaria e Germana Pignatelli)