2. Opere di difesa
La necessità di realizzare una barriera artificiale protettiva
della spiaggia dalle forti mareggiate, specie quelle provocate dal
vento di Greco, spinge il Comune ad invocare i benefici previsti dall'Art.
5 della Legge n. 74 del 26 giugno 1913 (la quale fa specifico riferimento
all'Art. 14 della Legge n.542 del 14 luglio 1907), in quanto l'erario
comunale non gli consente di sostenere una spesa considerevole.
Il Ministero dei Lavori Pubblici, cui è stata avanzata la opportuna
richiesta di intervento, accoglie la richiesta, giusta nota prefettizia
n.31335 del 2 gennaio 1916, disponendo lo stanziamento di Lire 270,000
occorrenti, di cui il Comune deve restituire solo il 25% in venti
annualità, senza interessi (Del.ra Cons.re n. 85 del 12
febbraio 1919).
I lavori previsti vengono avviati nel 1920 e, in tale circostanza,
il settimanale barese L'ARALDO, edito dalla tipografia Giuseppe
PANSINI, pubblica un lungo articolo di cronaca apparso sul n. 38 del
20 . 21 settembre 1920 (pag, 1-2) dal titolo: Per la difesa della
spiaggia di Torre Pelosa.
Eccone il testo:
«Alle ore 18 del 14 corrente settembre ebbe luogo a Torre
Pelosa, in forma ufficiale, la cerimonia della consegna de' lavori
della difesa della spiaggia da parte del rappresentante del Genio
Civile, Direttore Capo, ing. cav. DILIBERTI, all'imprenditore Giovanni
CILIBERTI, che ne ha assunta l'esecuzione con atto di cottimo del
6 andante, giusta le ultime disposizioni relative del Ministero.
Invitati, intervennero il Sindaco di Noicàttaro cav Campione,
l'Assessore delegato ai Lavori Pubblici comunali Positano DEROSSI
con gli altri Assessori: Deflorio, De Mattia, e Decaro ed i Consiglieri
comunali Sforza, Campobasso, Ditroilo ed Anelli.
Dopo le presentazioni di rito e dopo una visita al fondo de cav. Giotta,
dove, a ridosso del "lamone" pel quale passa il torrente,
sarà fatta la cava dei macigni da adibirsi ai lavori, si accedette
sul mare alla località da cui si deve nelle acque estendere
il braccio di difesa.
Colà erano in attesa tutti i vecchi e giovani marinai della
spiaggia insieme a molti altri cittadini di Noicàttaro e a
vari signori de' Comuni Vicini e specialmente di Rutigliano, Triggiano
e Bari, che si trovavano ancora a villeggiare a Torre Pelosa.
Fu mostrato a tutti il progetto redatto dal genio civile di Bari,
ne fu spiegata la costruzione ed il punto preciso in cui sarà
attuata l'opera e, fra il silenzio degli astanti e di fronte al mare,
il Commendator Cavalier Positano DE ROSSI così disse:
«Signori, venti e più anni di ansie, di aspirazioni e
di palpiti, che si sintetizzano per noi in questo momento. E sono
venti e più anni di aspettazione, di studi e di lotte, che
la Civica Amministrazione di Noicàttaro ha dovuto sopportare
e vincere prima di giungere a questa tanto desiata meta.
Il 16 marzo 1901 il Sindaco del tempo Cav. DE RISO, in base alla Deliberazione
di Giunta, avanzò al Ministero dell'Interno e da quello dei
LL.PP. una istanza di sussidio per l'opera di risanamento e bonifica
di Torre Pelosa, ed officiò l'Onorevole LATTARO perché
avesse appoggiata tale domanda corredata perfino dei progetti tecnici
degli ingegneri Pio Alberto NENCHA e Michele DE VINCENTIIS del 15
agosto e 2 ottobre 1898.
Il Ministero dei LL.PP. rispose che non poteva annoverare simili progetti
in prima categoria e che perciò vi sarebbe stato bisogno di
formare un Consorzio tra proprietari interessati, Comune e Provincia,
e lo Stato gli avrebbe contribuito nella misura di un decimo come
lavoro di seconda categoria.
Anche il Sindaco Cavalier GAMBATESA, che si occupò della cosa
nel 1904, si ebbe la medesima risposta.
Il Consorzio non potette aver luogo per ragioni di opportunità
e la pratica rimase nei voti del popolo, sulle carte dell'Amministrazione
e sui disegni degli ingegneri. Nel 6 ottobre 1908 si tentò
risollevarla ed il Comune, Sindaco nuovamente DE RISO, deliberò
di affidare al tecnico Francesco SCIANNAMEO il progetto di risanamento
di questa borgata, ma il prefetto restituì la relativa deliberazione
senza provvedimento, facendo notare che il Ministero fin dal 1901
l'aveva assegnata alla seconda categoria, percui vi era bisogno del
relativo Consorzio prima di qualunque altro provvedimento.
E rimase così fino al dicembre di quell'anno, quando, essendo
stato nominato Deputato dell'antico nostro collegio l'Onorevole Nicola
DE BELLIS, questi, mercè le insistenze di amici amministratori
di Noicàttaro e giusta le promesse da lui fatte nel suo programma
elettorale, cominciò ad interessarsene direttamente a Roma
presso il Ministero dei LL.PP.
E come risulta dalle lettere scritte da lui a chi vi parla nel 1908,
che esistono in pratica, fui il primo che fece notare come quanto
in allora dal Comune si chiedeva con i propri deliberati consiliari,
era diverso da quello che effettivamente necessitava alla popolazione
specialmente marinara della nostra spiaggia, giacché, invece,
del risanamento e prosciugamento dello stagno, che si forma con la
raccolta delle acque alluvionali, fece notare sarebbe stato meglio
parlare di un piccolo approdo di barche pescherecce o di una diga
che avesse riparato tali barche dai pericoli alluvionali, per le quali
opere il governo concedeva e concede maggiori facilitazioni ed aiuti.
E qui fu istruita nuovamente la pratica, e perciò nel gennaio
1909 fu fatta rilevare da esso SCIANNAMEO uno schizzo planimetrico
della nostra costa accompagnato da una relazione, con cui si progettava
una specie di difesa, che si sarebbe ottenuta costruendo un piccolo
molo che dalla punta ovest della duna si sarebbe proteso in mare nella
direzione est-ovest. Ma, nonostante ciò, l'opera per tante
difficoltà e principalmente per mancanza di mezzi finanziari
e un apposito studio al riguardo, rimase a tacere. Fu soltanto nel
1913, in cui, mercè l'amoroso ed autorevole interessamento
a Roma di uno fra i più diletti figli di nostra terra, Vittorio
POSITANO, il Ministero cominciò a prendere a cuore tale opera.
Infatti, con le insistenze di lui presso il competente Dicastero,
si ottenne la concessione di far passare i nostri lavori tra quelli
marittimi privilegiati di difesa della riva, presso gli abitati, dagli
inghiaiamenti di torrente, col concorso appena del 25% di spesa da
parte del comune da pagarsi in venti annualità senza interessi.
E l'attuale Amministrazione Comunale, con a capo il Sindaco Avv. CAMPIONE,
ne deliberò il concorso con tutte le altre incombenze relative
alla pratica stessa. Il Real Corpo del Genio Civile in Bari ebbe sollecito
incarico di rilevarne il progetto in tali sensi, e questo, dopo una
variante, fu definito il 5 settembre 1919. Poscia, dopo le altre formalità
e l'approvazione persino della Camera dei Deputati dei suppletivi
fondi, alle quali pratiche, oltre il nostro amato Vittorio POSITANO,
contribuirono pure gli Onorevoli GUACCERO e LOMBARDI, si è
giunto ad ottenere che i lavori non fossero dati in appalto, ma in
economia, per il maggior sollecito disbrigo di essi, in vista dei
continui pericoli ai quali sono esposti i marinai di questa borgata.
Ed oggi ne siamo alla consegna all'imprenditore Giovanni CILIBERTI,
che li prese a cottimo con contratto del 6 corrente settembre.
E tutto ciò per l'attività è zelo del direttore
capo del Genio Civile Cavaliere DILIBERTI che merita la nostra sincera
riconoscenza.
Laonde, i voti e le aspirazioni della popolazione di Noicàttaro
e dei laboriosi marinai di Torre Pelosa possono dirsi soddisfatti.
Siamo adunque finalmente giunti dal pelago alla riva, senza però
lena affannata, ma con la fede ferma nell'animo e con l'amore sincero
verso questa ridente spiaggia, auspice l'amarissimo eppur sincero
mare nostro e di fronte a questo cielo opalino e all'azzurro di queste
profumate acque.
E permettete quindi a me, che Assessore delegato ai Lavori Pubblici
del Comune, possa rendermi interprete della Civica Rappresentanza
e mandare un pubblico ringraziamento ed un affettuoso saluto a tutti
coloro che contribuirono all'espletamento di ogni pratica per mettere
in esecuzione tale opera.
Permettete che da qui mandi uno speciale saluto a Vittorio POSITANO,
che il caso rende fatalmente assente in quest'ora, ed un rispettoso
ringraziamento al Ministro PEANO, che sollecitò le ultime formalità
burocratiche dell'opera.
E concedetemi che ringrazi fraternamente voi pure, egregi colleghi
del Consiglio Comunale, che tanto benevolmente concorreste con le
vostre deliberazioni all'espletamento di un lavoro, che tanti benefizi
arrecherà agli abitanti di questo incantevole sito e massime
alla classe marinara, che serberà, ne sono certo, affezione
per tutti.
E da ultimo permettete che, in nome vostro e del popolo, ringrazi
il Cav. DILIBERTI, che tanta cura e tanto affetto spiegò sempre
e continuerà a spiegare per le sorti di questa gente, che resterà
anche a lui devota e grata ed ammiratrice insieme con noi del suo
ingegno e della sua laboriosità.
Ed ora per voi, o diletti figli del mare, per voi che sfidate di giorno
e di notte le onde dell'infido Adriatico, per parte di quanti siamo
qui, formulo sincero l'augurio che vi sia sempre propizio il cielo
a la fortuna!" Le
ultime parole del POSITANO furono coperte di applausi di tutti i presenti,
che emisero pure grida di evviva all'Amministrazione Comunale.
Poscia anche il Sindaco Cav. CAMPIONE disse delle parole di ringraziamento
a quanti assistevano alla simpatica per quanto modesta cerimonia e
mandò vivi ringraziamenti a quanti si erano adoperati per l'espletamento
di tale opera.
Anche il Sindaco fu molto applaudito.
Fu quindi redatto il verbale di consegna che fu firmato dall'imprenditore
CILIBERTI, dal Direttore del Genio Civile, dal Sindaco Cav. CAMPIONE,
e dall'Assessore dei LL.PP. commendatore Positano DEROSSI.
Da ultimo fu servito un vermut di onore spediti i seguenti telegrammi:
Roma
- Eccellenza Peano Ministro LL.PP. - Mentre ingegnere capo Genio Civile
Bari procede consegna imprenditore lavori difesa spiaggia Torre Pelosa
questa civica Amministrazione insieme popolo plaudente invia Vostra
Eccellenza rispettoso saluto con sensi imperitura gratitudine.
Sindaco Campione.
Roma
Avvocato Vittorio Positano - Momento sul procedersi consegna imprenditore
lavori difesa spiaggia questa Amministrazione comunale rivolge a Voi
devoto pensiero con affettuoso saluto.
Sindaco Campione.»
Un anno dopo circa l'inizio dei lavori, il 15 dicembre 1921, una
disastrosa alluvione distrugge ogni cosa, ostruendo la foce del torrente
Giotta con un'infinità di massi trasportati dall'impetuosità
della corrente.
Qualche giorno dopo giunte nelle mani del Sindaco una lettera a firma
di un certo Ardito proveniente da Torre Pelosa:
«Illustrissimo sig. Sindaco, una commissione di marinai si recano
da Voi per provvedere di urgenza ai lavori impellentissimi che si
dovrebbero fare al più presto possibile per eliminare i gravissimi
danni che ha fatto quest'ultima alluvione. L'ultimo posto dove questi
poveri marinai tenevano poggiate le barche è stato completamente
devastato e coperto di macigni trasportati dalla corrente. Non c'è
altro posto per provvedere, necessita perciò che un'apposita
commissione da Voi incaricata si rechi per osservare de visu il grave
danno che obbligherebbe questi poveri marinai a rimanere per parecchie
settimane senza lavoro.
Si tratta perciò di dare disposizione che operai di Noicàttaro
o di qui incomincino la depurazione che implicherebbe una certa spesa
e lavori considerevoli per mettere le cose al pristino. Quest'ultima
alluvione in tutta la spiaggia è stata di gravissimo danno.
Il resto lo sentirete dalla commissione che da Voi si reca e che Voi
a mezzo di qualche incaricato potete meglio rimanere edotto. In tutta
fretta rispettosi saluti.» Intanto, nello stesso giorno,
l'ingegnere capo dell'ufficio del Genio Civile di Bari risponde al
teleespresso del 15 dicembre della Prefettura:
«On. Regia Prefettura - Bari
Riscontrando il teleespresso controdistinto, pregiomi comunicare
a codesta On.le Prefettura che, recatomi personalmente alla spiaggia
di Torre Pelosa, ho constatato che, per effetto dello abbondante materiale
trasportato dalla piena incanalatasi nella «Lama di Noicàttaro»
che ha anche demoliti ed asportati lunghi tratti di muro a secco esistenti
sulla sponda destra della Lama stessa, a difesa delle proprietà
private, si è costituita alla foce del torrente una barra lunga
circa 80 metri e larga alla base fino a metri 10, che ostruisce la
detta foce, impedendo ad alcuni pescatori di Torre Pelosa di tirare
a terra le loro barche sulla sponda sinistra del torrente.
Tale inconveniente si è verificato, però, tutte le volte
che si è venuto a lamentare qualche piena tanto che la insenatura
di cui fruivano i marinai del posto, come risulta anche a questo ufficio
era costituita dal letto del torrente, al quale si accedeva per mezzo
di una apertura praticata dai marinai, aiutati dal Comune di Noicàttaro,
nella barra costituita dalle precedenti piene ed ora asportata, contribuendo
alla costituzione della nuova.
I marinai del posto potrebbero benissimo usufruire, per il tiro a
terra delle loro barche, dell'insenatura in corrispondenza del villaggio,
abbastanza difesa dal breve tratto di diga già costruito che
ha pienamente risposto allo scopo per cui venne progettato, e cioè
di impedire che tutto il materiale trasportato dal torrente invadesse
l'insenatura anzidetta senza dover ricorrere al lavoro di apertura
del passaggio attraverso la barra formatasi recentemente, che avrebbe
soltanto carattere di provvisorietà fino a che una nuova piena
venisse a distruggere quanto praticato oggi dagli abitanti del posto.
Per quanto riguarda la sistemazione della foce, si fa presente che
essa non ha nulla in comune con la costruzione della diga, che rientra
nella categoria delle opere marittime.
Le opere necessarie andrebbero classificate come opere idrauliche
e l'autorizzazione pel relativo progetto dovrebbe essere data a questo
Ufficio dal Ministero dei LL.PP. qualora lo stesso ritenesse opportuno».
Dopo alcuni mesi da quella disastrosa mena, l'avvocato Vittorio
POSITANO De VINCENTIIS, da Roma, dove lavora come funzionario presso
il Minstero dei LL.PP., è felice di comunicare al suo amico
Sindaco di Noicàttaro, Avvocato Nicola CAMPIONE, di essere
riuscito a definire la pratica per la ripresa dei lavori di arginatura
del vallone alluvionale in Torre Pelosa:
«Roma , 22 giugno 1922.
Egregio Amico,
mi è gradito parteciparvi che finalmente, prima di recarmi
costà a godermi un po' di riposo, sono riuscito a definire
la pratica per la ripresa dei lavori della diga di Torrepelosa.
Con lettera 26 corrente mese n°3337, questa Direzione Generale
ha dato disposizioni al genio civile di Bari di invitare l'impresa
costruttrice a riprendere i lavori per la ricostruzione della diga,
con la maggiore sollecitudine possibile, partecipando alla stessa
che il Ministero si è assunto la maggiore spesa per tutti i
lavori e gli oneri non previsti che l'impresa deve compiere.
Occorre sollecitare ora il Genio Civile, perché comunichi all'impresa
e disponga l'immediata ripresa dei lavori.
Arrivederci a giorni e con affettuosi saluti, il vostro amico».
I lavori di difesa della spiaggia e di sistemazione generale del
territorio della borgata proseguono sotto il Governo fascista da poco
insediatosi.
Ed il Comune, per accelerare i tempi di realizzazione delle opere
previste, stanzia L. 13.875 per quelle relative alla difesa della
costa (Del.ra n°45 del 29 giugno 1925) e L. 23.000 per
la costruzione di un diga alla foce del torrente Giotta (Del.ra
n° 59 del 18 aprile 1929)