2. Necessità di una strada rotabile di accesso
alla Grotta del Duca(*)
Dopo aver avviato i necessari lavori di sistemazione delle principali
vie di collegamento del paeser con il litorale pelosino, il Comune,
esaminati i vantaggi che ne potrebbero derivare dalla possibilità
di avere un sito molto comodo ed igienico per le «bagnature»
ritiene utile la costruzione di una strada , che colleghi il «…cammino
nazionale con il mare e più precisamente con la Grotta del Duca»
(Del.ra Cons.re n. 84 del 15 maggio 1865).
Si sostiene che la spesa occorrente alla sua realizzazione - verrebbe
acquistata solo una piccola zona di terreno piano interposta tra la
strada nazionale e il mare, ricadente sui fondi di proprietà del sig.
Vincenzo Positano fu Angelo Saverio e della si.ra Nicoletta Vinacci
- sarebbe molto ridotta rispetto all'idea di costruire una lungo la
costa.
La spesa complessiva prevista sarebbe di 673,41 lire .diu cui lire
294,50 per l'acquisto di 1.177,50 mq. di terreno al prezzo di 25 centesimi
per mq.; lire 90,21 per la recinzione con muro a secco del terreno
privato e lire 288,70 per la costruzione del nuovo tratto stradale
(Del.ra Giunta del 4 giugno 1865).
Il rifiuto del sig. Positano di vendere la richiesta parte del suo
fondo rustico, però, dà adito, in sede di Consiglio Comunale, ad una
accesa discussione contro l'utilità della costruzione della strada
in questione, che il Consigliere Contessa cerca di dimostrare con
argomenti molto semplici e convincenti.
Infatti, egli sostiene che si tratta di una strada «…non solo
non necessaria per i bagni di mare, ma inutile…», perché la
spiaggia di Torre Pelosa, lunga più di tre km., offre innumerevoli
punti da bagno comodamente raggiungibili. Per tale motivo, allora
è giusto privilegiare ed intervenire a spese dello scarso erario comunale
su un tratto di spiaggia molto scomodo, ristretto e poco frequentato
come la Grotta del Duca?
Questo posto, infatti, spiega il Contessa «… non serve che a
cinque o sei individui soltanto…»; e poi, «…se nella grotta
trovasi, per caso, a bagnarsi una sola donna o un solo maschio, è
chiaro che la grotta non può servire alla comodità generale degli
abitanti…».
L'intervento del Consigliere Berardi, molto più incisivo, consiste
invece in un severo richiamo al Consiglio, il cui compito prioritario
dovrebbe essere quello di «…procurare prima il necessario, poscia,
essendovi i mezzi, l'utile e quando i mezzi siano superflui e del
denaro non si abbia che fare, il dilettevole…». E richiama l'attenzione
sulle tante«…strade interne che fanno nausea, che sono pozzanghere».
In conclusione, ritiene che «…l'opera di cui si vuol chiedere
la dichiarazione di pubblica utilità, non ne abbia affatto né i caratteri
né le con dizioni…» (Del.ra Cons.re n. 49 del 10 settembre 1865).
Naturalmente la proposta di costruire la strada in parola viene bocciata
con 8 voti su 9.
(*) Questa località,
che nei documenti prende il nome dai Carafa (1592-1806) di Noja, è
comunemente nota come Grotta della Regina. Finora tale denominazione
era stata generalmente messa in relazione con la regina Bona Sforza.
Infatti nei lavori di storici locali si legge che la località avrebbe
costituito il luogo privilegiato per la balneazione di detta regina.
Più modestamente io credo che il nome sia derivato da quello della
famiglia (nojana) Regina, che avrebbe acquistato questa porzione della
proprietà ducale a seguito dell'abolizione della feudalità nel 1806.
(*) La grana, moneta
usata nel Regno di Napoli, era pari alla decima parte del ducato.