8. Controversia con i vari acquirenti di
terreno
Dopo i tanti favoritismi concessi dall'Amministrazione comunale,
non si sarebbe mai potuto immaginare che proprio i favoriti le insorgessero
contro, quando ha cercato di far loro rispettare i patti di cessione
14° e 15° riportati nella delibera n. 85 del
16 maggio 1867:
«14° - L'impianto di ciascun caseggiato sarà rilevato
dalla pianta, che si unisce alla presente deliberazione, la quale
servirà esclusivamente di norma a ciascun interessato e che
sarà sempre ostensibile negli Uffici municipali.
15° - Il giardinaggio, retroposto all'isola n.2 non sarà
occupato per dar adito alla Cappella ivi esistente, sino a quando
non sia fatta la nuova Cappella come nel disegno a spese private di
coloro che vi si associeranno».
L'oggetto della contesa, cioè il rispetto del libero passaggio
alla Cappella S. Nicola previsto anche nell'atto notarile, è,
quindi, richiesto ai signori Angelo DIDONNA, Giambattista DE RISO
e Michele BORRACCI acquirenti delle sezioni di suolo site nelle adiacenze
della Fabbrica (Del.ra Cons.re n.5 del 5 luglio 1890).
Un'altra simile vicenda, che vede in continuo contrasto il Comune
con altri neo proprietari di suoli, è quella relativa alla
piazzetta interposta tra i casamenti dei sigg. CRAPUZZI e LOGROSCINO,
composta di 7 sezioni di metri quadri 12,50 ciascuna.
La loro protesta nasce dalla richiesta del sig. Francesco SAPONARO
che vuole acquistare a scopo edificatorio privato dette sezioni, che,
nella Pianta Tipo , approvata con Delibera consigliare n. 85
del 16 maggio 1867, erano state destinate alla formazione di una pubblica
piazzetta (Del.ra Cons.re n. 201 de 29 novembre 1891).
Il Consiglio Comunale nella seduta successiva (7 gennaio 1892, Del.ra
n.208) accoglie la richiesta del Saponaro cambiando la prevista destinazione
a pubblica piazzetta di quelle sezioni di suolo e motivandola con
il fatto che la stessa, per la sua particolare collocazione territoriale,
non è mai stata utilizzata dai venditori di pesce e di altri
prodotti alimentari, i quali hanno sempre trovato più conveniente
fermarsi sul grande largo compreso tra i casamenti CEO, MANZIONNA,
IAFFALDANO ed altri.
Un altro ricorso particolarmente acceso avverso il provvedimento consigliare
di vendita al sig. Saponaro dei suoli inizialmente destinati a pubblica
piazzetta, inviato al Prefetto di Bari, è quello dei sigg.
CRAPUZZI, LEONE e LOGROSCINO, proprietari delle casine erette sull'isola
fronteggiante la piazzetta di che trattasi.
Il Comune, comunque, dà poca importanza e rigetta, perché
infondata«in diritto ed in fatto», la provocazione di
costoro, i quali mirano a difendere soprattutto i loro interessi privati,
in quanto le loro abitazioni avrebbero perduto la visuale di un ampio
spazio libero e arieggiato, se in quella piazzetta fossero sorte altre
costruzioni (Del.ra Cons.re n.12 del 27 aprile 1892).
La travagliatissima storia del patrimonio comunale di Torre Pelosa
assume ogni giorno che passa il carattere di un terreno di conquista,
data la sua crescita di importanza come centro di balneazione e luogo
tranquillo per le vacanze estive della borgata.
Ed ecco che, come un fulmine a ciel sereno, da alcuni cittadini baresi
viene avanzata al Comune una richiesta di rivindica di una zona di
suolo, ritenuta di loro proprietà, sita a ridosso di quella
del Canonico Losito.
Il Comune, esaminata l'istanza e considerato che da tempo immemorabile«detiene
il possesso della zona in questione, tanto che ha costruito un ponticello
nella zona di Calainfetta per accedere alla zona della Grotta
della Regina», decide di «inoltrare una richiesta
all'Intendenza perché si faccia opportuno sopralluogo, al fine
di confrontare le due tesi»(Del.ra Cons.re n. 29 del 18 marzo
1908).
Ma le sorprese non sono finite. Mentre l'Intendenza di Finanza di
Bari, in risposta a tale richiesta, chiude la questione affermando
che il suolo in questione è Demanio dello Stato (SIC!), la
Giunta Ptrovinciale Amministrativa interviene illegittimamente nel
merito dei provvedimenti consigliari n.7 del gennaio e n.28 del marzo
1892 riguardanti la "piazzetta".
Il Consiglio, infatti, a dimostrazione di non essere del tutto sprovveduto,
contesta giustamente la sua immotivata intromissione e la invita a
rivedere la propria decisione. Tanto lo si rileva dai saggi interventi
dei Consiglieri MONCELLI e DE RISO.
Il primo propone addirittura che il Municipio inoltri un ricorso al
Consiglio di Stato contro «l'eccessivo provvedimento della
G.P.A.»; ma il Sindaco, di parere più moderato, è
dell'avviso di invitare cortesemente il citato Organo provinciale,
alla luce delle rimostranze e considerazioni esposte nel Consiglio
Comunale, a rivedere le proprie posizioni. È tale proposta
viene favorevolmente accolta (Del.ra Cons.re n. 80 del 24 ottobre
1892).