PRETI E CANONICI DEL CAPITOLO DELLA CHIESA
MATRICE DURANTE L'ARCIPRETURA DI DON SERVIDIO
L'Arciprete don Servidio aveva a sua disposizione un collegio
di sette Canonici, tutti nojani e non più tanto giovani, ognuno
con un proprio incarico in seno al Capitolo. Tra questi, due erano
già giubilati.
Il più anziano era don Vincenzo Saponaro, giubilato per motivi di
salute, già rettore della chiesa dell'Annunziata, prima e di detta
dei Cappuccini, poi.
Il secondo per anzianità, anch'egli giubilato per le sue precarie
condizioni di salute, era don Leonardo Sturni, già rettore della
chiesa della Madonna della Lama, che dal 1939 verrà affidata agli
Agostiniani.
C'erano poi don Vito Sisto, che continuava ad essere l'economo capitolare,
ed il suo coetaneo, don Luigi Lamonaca, rettore della chiesa dell'Immacolata.
Seguiva, in ordine di età, don Saverio Di Troilo, rettore della
chiesa del Carmine e primo parroco della stessa, dopo la di essa
elevazione in Parrocchia; dal 1949 al 1951, anno in cui fu giubilato
per motivi di salute. Lo sostituì don Ciccio Cinquepalmi, il quale
conservò anche la rettoria della chiesa dell'Annunziata.
Il più giovane del collegio canonicale era don Peppino Mancelli
(1914 - 1988), sacerdote dal 1939, nominato vice parroco della parrocchia
di Santa Maria della Pace per sostituirevi il partente don Francesco
Perna (classe 1916), originario di Sannicandro di Bari, dove vive
tuttora, un giovane sacerdote dinamico e molto intraprendente, che
fin dalla venuta di don Servidio era stato nominato Assistente spirituale
dell'Azione Cattolica maschile della nostra parrocchia.
Don Moncelli aveva preso il posto di don Perna per poco tempo, poiché
a fine guerra (1945) venne nominato Presidente dell'E.C.A. (Ente
Comunale di Assistenza) ed incaricato dell'assistenza spirituale
ai militari dell'Aviazione rimasti a Noicàttaro per un buon numero
di anni, nominato anche presidente dell'Asilo Infantile infantile
Sacro Cuore organizzato dalla Suore Apostole del Sacro cuore, nonché
rettore della chiesa detta dei Cappuccini, fondatore del terzo ordine
francescano maschile ma per ironia della sorte espletò tutti questi
incarichi tranne quella di Assistente spirituale della Azione cattolica
maschile e del Reparto Scout Noicàttaro 1.
Instancabile collaboratore di don Servidio, fin dall'inizio della
sua arcipretura, fu don Domenico Sportelli (1912 - 1992), all'epoca
organista della cattedrale di Bari ed impiegato negli uffici della
Curia Arcivescovile. Egli non faceva parte del Capitolo. Nella nostra
parrocchia don Sportelli aveva formato una schola cantorum femminile
e, nelle festicciole associative di settore, curava particolarmente
i canti.
Il 19 marzo del 1942, ricorrenza liturgica di San Giuseppe, per
festeggiare l'onomastico dell'Arciprete, egli aveva organizzato
con i rappresentanti delle varie associazioni parrocchiali, un piccolo
"recital" con bellissimi canti e sketchs, che venne dato nel pomeriggio
presso il laboratorio di ricamo delle suore Apostole del Sacro Cuore,
in un locale sistemato al piano terra dell'ex convento dei Cappuccini.[18].
Il giovanissimo Gerardo Colucci, aspirante carmelitano, cantò con
la sua voce squillante:
"Io son lo straccaccin" [19]
ed io: "Napoleone e l'eco" e "Noè". Le donne, tra i vari canti,
eseguirono l'Ave maria, quando sull'aure corre, nota lirica del
poeta Giosuè Carducci.
[18] Le
suore Apostole del Sacro Cuore, oltre alle attività di ricamo per
le giovanette, curavano l'assistenza ai vecchi del mendicicomio
comunale ed ai ricoverati dell'ospedale civile, (così detto, mentre
in realtà si trattò di una attività chirurgica anomala gestita dal
Comune, E.C.A. e il prof. Domenico Divella nostro compaesano. Due
strutture impiantate nello stesso ex convento.
[19] Straccaccin
= sagrestano.
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