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il "ciccereccì"

 

 

 

 

LA NOVENA DI NATALE

La novena di Natale si svolgeva alle prime luci dell'alba, al suono della campana (come ora), con la semplice celebrazione della messa.
I fedeli erano sempre numerosissimi, specie gli uomini (gli anziani in particolare).
Il canto della pastorella (Tu scendi dalle stelle…) con la partecipazione di tutti i presenti ed il cicciriccì la facevano da padroni. A sera , la funzione assumeva carattere più solenne: si svolgeva al tocco dell'Avemmaria, in concomitanza della benedizione eucaristica, chiamata volgarmente " U ter Ddè", (l'Eterno Dio).
Sull'altare maggiore, al posto del Crocifisso in ferro, veniva sistemata una grande raggiera con al centro un ovale, dove veniva collocato un cestino nel quale si adagiava il Bambinello di ceramica, di ottima fattura, subito dopo la rituale funzione liturgica della nascita di Gesù. Al suo posto il nono giorno veniva messo il "Bambino" della Madonna del rosario "quello con il vestitino lungo e la corona), il quale rimaneva sino alla Candelora a significare che Gesù era stato battezzato e che non era da considerarsi più bambino.
Sotto don Servidio, così come in tutte le altre feste solenni sempre molto accorsate, era davvero una fortuna trovare posto in chiesa Madre per assistere alla novena natalizia serale animata da lui.
All'epoca non si svolgeva in chiesa Madre la novena dell'Immacolata, che aveva esclusivamente luogo nella chiesa omonima. Ricordo che durante la funzione serotina, in un'atmosfera di grande fervore creata dalla gran massa dei fedeli oranti e dall'aria impregnata dell'odore dei ceri accesi e dell'incenso, la devozione popolare raggiungeva un'intensità emotiva tale, specialmente al canto del "Rorate caeli", che il becchino comunale Francesco Cappelli, appostato sulla cantoria, mentre dava fondo a tutte le sue energie per girare la pesante ruota (manovella) azionante i mantici del grande organo a canne, mi sussurrava in dialetto:
"Don Giakemei, 'mbaraveis stasera" (don Giacomino, siamo in paradiso stasera).
Il maestoso organo, opera di organari nojani del 1600 Spinelli o Spinella parenti della duchessa consorte di Carlo IV Carafa, fu riordinato dai fra.lli Consoli di Putignano nel 1909, era abilmente suonato dal maestro Nicola Lacoppola detto Pull (1884 - 1960), fondatore e direttore della Schola Cantorum parrocchiale composta di soli uomini, di cui facevano parte Vito Diciolla, Vito Lasorella, Nicola Masotti, Sabino Pagliarulo, Vito Giampetruzzi, Felice Porcelli e tanti altri.