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Noicàttaro. Chiesa Matrice: il fonte battesimale
(foto d'epoca).

 

SOMMINISTRAZIONE DEL BATTESIMO

Il cerimoniale della somministrazione del Sacramento del Battesimo ad un neonato era, in gran parte, diverso da quello di oggi. La chiesa Matrice, essendo l'unica del paese, era la sede ufficiale per la somministrazione del battesimo.
Il fonte battesimale era sistemato nella navata di sinistra, entro la nicchia, ove attualmente trovasi il quattrocentesco Crocifisso ligneo, che gli amatori ed esperti dell'antico avevano fatto sistemare in alto, al centro dell'arco trionfale che separa la navata centrale dal presbiterio.
La vasca contenente l'acqua santa, sistemata in detta nicchia, era coperta da un cono in legno sagomato, nel quale si apriva una piccola anta per attingere col mestolo argentato l'acqua santa occorrente per il battesimo.
Su di un piccola mensola interna ove era conservato il vasetto con l'olio santo per i battezandi ed un piccolo contenitore di sale. Nell'icavo della nicchia era dipinta la scena del Battesimo di Gesù così come descritta nel vangelo.
Il Battezzando arrivava all'ingresso della chiesa in carrozza, sino a quando non si diffusero le automobili da noleggio, portato in braccio dalla levatrice, "a mammère", che aveva assistito la partoriente (quasi sempre la sig.ra Teresa Laudadio:1894 - 1948), la quale, a secondo dell'agiatezza della famiglia del battezzando, si acconciava con non poco sfarzo (cappello, merletti ecc. propri dell'epoca). La mamma, che aveva agghindato a dovere la sua creatura per la circostanza, rimaneva a casa con parenti ed invitati, proprio secondo la costumanza ebreo - mosaica.[15]
Il battezzando veniva introdotto in chiesa dalla "mammara", seguita dai padrini e dal padre del neonato. Una volta in chiesa, il padre del bambino si recava in sacrestia per dare le generalità del battezzando, dei genitori e dei padrini.
La levatrice col bambno ed i padrini si portavano ai piedi della nicchia di S. Antonio collocata all'inizio della navata di destra, dirimpetto al fonte battesimale. Il sacerdote battezzante, indossata la cotta e la stola di color viola, si portava anch'egli ai piedi della nicchia di S. Antonio ed iniziava il rituale, che si discostava da quello odierno. Finita la prima parte del cerimoniale, il, Sacerdote domandava al battezzando: "cosa chiedi alla chiesa?"
E i padrini per il battezzando : "la Fede" che significava l'ammissione del battezzando nella Comunità ecclesiale.
Qui si accendeva la candelina in segno della fiamma testimone della Fede tenuta da un luigino ed il Sacerdote, girata la stola dalla parte del color bianco, rivolgeva le rituali parole ai padrini in nome del battezzando ; indi applicava dell'olio santo sulla bocca e dietro le orecchie del bambino pronunciando l rituale parola "effeta" (si aprino voce ed udito). Poi prendeva dall'apposito contenitore un pizzico di sale e lo metteva sulle labbra del bambino.
A proposito, quando un neonato, diventato adulto, non corrispondeva alle aspettative dei genitori in quanto ad intelligenza, si usava dirgli: "quel benedetto compare di don… ti mise poco sale, quando battezzò".
La frase scappava soprattutto nei momenti in cui i genitori perdevano la pazienza a causa del comportamento poco coerente del figliolo.
Infine il Sacerdote prendeva col mestolo dell'acqua santa e completava il rituale versando l'acqua sul capo del battezzando pronunciando la formula: "N., io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". La madrina subito provvedeva ad asciugare il capo del bambino con il fazzoletto bianco che aveva avuto in consegna dalla mamma del battezzando.
Quasi sempre il tutto si svolgeva in silenzio, ma quando il bambino prendeva il cosidetto "piccio" (capriccio), tutte le navate della chiesa ne godevano per l'arrivo del novello cristiano.
Finito il rito liturgico, Ciccio il sagrestano spegneva la candelina ed augurava al papà del bimbo un buon avvenire, ricevendo da esso e dai padrini qualche moneta in compenso.
Finito il tutto, la levatrice, col bambino, guadagnava l'uscita, seguita dai famigliari. Il gruppetto risaliva il carrozza o in automobile per essere ricondotto alla casa del battezzato, dove la mamma, premurosamente, andava incontro alla "mammara" per riprendersi la sua creatura divenuta cristiana, che baciava con tutto l'affetto di mamma e la mostrava ai parenti ed invitati, i quali la accoglievano con battimani.

 

[15] La puerpera, che aveva agghindato a dovere la sua creatura., usciva, per la prima volta, di casa a 40 giorni dal parto, ritenuti necessari alla purificazione(quarantena). Indi prima di riprendere i contatti con la comunità, la donna si recava in chiesa per confessarsi e comunicarsi.
La Madonna osservò detta prescrizione.