PREFAZIONE
La nostra Storia Minore è molto importante, poiché offre, nella dimensione più piccola, la conoscenza reale degli avvenimenti vissuti dalla nostra Comunità paesana in un arco di tempo molto ampio (IX-XX sec.), avvenimenti utili a rimembrare alle giovani generazioni il sofferto civismo umano dei propri Avi.
Il libro di Giacomo Settanni sulla fabbrica di S. Maria della Pace, detta Chiesa Madre o Matrice, un interessante ed assortito compendio su ciò che, attraverso i pochi documenti reperiti, frutto della paziente ricerca dell'autore (ben oltre cinque anni, impiegati a cercare le risposte a domande problematiche), ci dà la possibilità di conoscere, oggi, la storia di quello che è stato il primigenio e principale edificio ecclesiale, unica Parrocchia del paese sino al 1949, eretto nell'originario centro abitato e nel quale sembrerebbe abbia operato (ab initio) la Collegiata Insigne di S.M. della Pace (vedi Toponomastica nojana dello stesso autore).
L'opera cerca, nella sua prima parte, di sciogliere il nodo della databilità della erezione della fabbrica, che rimane tutt'oggi difficilmente riscontrabile a causa della mancanza di specifici documenti cartacei. Bisogna considerare, comunque, che è possibile effettuare una datazione approssimativa a partire dall'osservazione dell'architettura sia del suo manufatto, sia del pagus, sorto intorno al IX-X sec. con una caratteristica edilizia ricorrente (tipo 'araba'), realizzatosi prima attorno alla fabbrica, quale punto di riferimento comunitario socio-religioso, come necessità primaria nella quale esercitare il culto tramandato dai propri antenati, poi con l'erezione dei vari sobborghi.
Il sig. Settanni conduce il lettore alla scoperta di cose che nessuno, prima di lui, ha fatto conoscere, in una maniera molto semplice: fa colloquiare il lettore con il contenuto dei documenti storici reperiti. Infatti, ama ripetere spesso che la storia si fa coi documenti. é molto istruttivo constatare come egli non soltanto si avvalga di antichi manoscritti cartacei, ma, interpellando esperti di diverse discipline, come architetti e storici dell'arte (per confrontare le proprie deduzioni, caratterizzate dall'osservazione attenta e scrupolosa di antichi monumenti di culto sparsi in tutta Italia ed anche all'estero), riesca a far parlare anche i documenti taciti che si celano negli antichi manufatti.
Basta leggere le notizie reperite circa i molteplici rifacimenti che la fabbrica ha subito nel corso dei secoli, sia a volte effettuati nella più totale mancanza di rispetto della struttura originaria, sia cercando di recuperarne il senso più proprio, come dovrebbe essere fatto, per rendersi conto dell'impegno e oculatezza posti nello stendere il lavoro.
La presente opera è, pertanto, anche un buon esempio di ricerca interdisciplinare, che si manifesta come un elemento essenziale di ogni serio lavoro scientifico.
Bene fa il Settanni a non richiamare, per carit‹ cristiana, l'attenzione sulle avventurose scorribande architettoniche operate in tempi remoti e recenti da arcipreti presi da una vena di modernismo tendente ad eliminare l'incomparabile ricchezza simbolica e di fede tramandataci dai nostri antenati per sostituirla con un nulla tangibile, dato che intere componenti strutturali della fabbrica sono state non solo stravolte, ma addirittura demolite. Bisogna anche ricordare che, soprattutto a partire dal 1989, il parroco ha profuso energie notevoli per restituire alla chiesa la sua antica sobrietà e dignità.
In detto comportamento - seconda parte - si potrebbe ravvisare un irresponsabile taglio delle radici della Comunità paesana, condannandola quindi a riviverle nei loro aspetti piš deteriori, invece di rielaborarle in nuove sintesi che permettessero di purificare la memoria e di aprire nuove strade di civismo locale, restituendo alla fabbrica soprattutto il significato vero di umile spiritualità; è auspicabile quindi che ciò che viene valorizzato attraverso il lavoro del Settanni venga a conoscenza soprattutto dalle giovani generazioni attraverso un'opera educativa alla quale partecipino le istituzioni ecclesiali e civili, perchè la cultura non è un erudito passatempo, ma è una fondamentale componente della crescita umana in tutti i suoi aspetti.
Per concludere questa breve considerazione sull'opera del Settanni, mi piace osservare sia che la ricostruzione delle vicende è fatta con cura certosina, come è nel suo stile, offrendoci l'ampia documentazione che la sua abilità di ricercatore gli ha consentito di reperire, sia che il pregio del presente lavoro sta nella motivazione più umile: lo spirito di fede, che spinge Giacomo a continuare, impiegando il tempo della sua terza età per la maggior gloria di Dio, largitore di ogni dono.
Non si può non elogiare lo spirito d'iniziativa del nostro anziano Giacomo: gli anziani costituiscono un'incomparabile ricchezza per la comunità civile, anche se, purtroppo, spesso vengono sottovalutati e relegati nel dimenticatoio della nostra società consumistica ma poco culturale. Giacomo Settanni è senz'altro un'eloquente icona delle enormi potenzialit‹ positive che gli anziani possono sprigionare per il bene di tutti, se viene dato loro spazio e possibilità di esprimersi.
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