D.O.M.

PREFAZIONE

Le carte del passato remoto, inerenti la costruzione in Noja di un Ospedale per il ricovero degli ammalati poveri, conservate nell’Archivio statale di Bari, sono moltissime e quando me le portano dal deposito nella sala di lettura, mi prende una paura terribile, e mi domando: come farò a leggere e studiare cinque zibaldoni d’oltre 20 kg. ciascuno?
L’essere riuscito a superarla con il pubblicare le presenti notizie, inerenti i moltissimi atti messi in essere dai Borboni, dalla Intendenza Provinciale degli Ospizi, dal Ministero dell’Interno dell’Italia Unita, dal C. P. P. A. C., dalla Congregazione di Carità, dalla Prefettura di Bari delle Puglie e dall’ E. C. A., dal 1868 sino al 1990, è il più gran dono che Dio m’ha fatto.

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Nella premessa alla prima parte del lavoro sulle “Istituzioni di Opere Pie Comunali”, pubblicato nel 1995, ho fatto riferimento al proposito espresso dalla “Congregazione di Carità”, l’Ente a carattere nazionale costituito al posto delle abolite Corporazioni Religiose, di costruire in paese un Ospedale per il ricovero degli infermi poveri sul suolo donato dal Comune, sito in Largo Pilorso angolo Via S. Anna. Ciò è uno dei tanti tasselli di cui si compone il quadro di quella lunghissima, folcloristica avventura socio‑politica, pseudo‑filantropica, clerical‑massonica, comunque animata da ottime intenzioni, fatta vivere alla Comunità nojana con un primo atto recitato tra lo scadere del Regno di Napoli (1855) e la nascita dell’ Unità d’ Italia (1861).

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I nuovi capitoli che vanno ad integrare il testo del 1995 fanno conoscere quanto travagliata è stata sia la costruzione del manufatto per Ospedale in Largo Pilorso, non completato, perché ritenuto non idoneo allo scopo, sia il primo adattamento nel 1865 dell’ex Convento dei Cappuccini ad Asilo Infantile “Luisa (=Luigia) Sanfelice” [1] per i bambini poveri od orfani, istituito a cura della Dirigenza della recente Istituzione Nazionale (1863) “Congregazione di Carità”, sia il secondo adattamento (1930‑1954) del detto ex Convento in Ospedale Civile, in sostituzione del realizzando in Largo Pilorso, sia le vicende della “Commissione Comunale d’Assistenza”, sia dell’ ”E. C. A.”, col Fascismo; sia infine il comportamento degli Amministratori della Congregazione di Carità locale e dell’E. C. A., nei vari compiti istituzionali e comunali.

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I fatti e i personaggi, apparsi sulla scena della travagliata costruzione dell’Ospedale per il ricovero degli ammalati poveri sul suolo comunale denominato “delle case dirute della Corte in Largo Pilorso”, durata poco più di un decennio (1855 – 1868), si commentano con le seguenti parole tratte dai Sepolcri d’Ugo Foscolo: “… finché il sole risplenderà / su le sciagure umane”.

 

Note

1 Vedi mio volume finito di stampare dalla Grafischena di Fasano nell’aprile del 2003.