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  Prospetto sezionato del manufatto elaborato dall'arch. nojano Vito Ardito.  

   
 
Porta d'ingresso originaria

   
  Particolare della lunetta sopra l'architrave della porta d'ingresso


 

 

CAPPELLA DI SAN FRANCESCO
ORA DETTA DEI CAPPUCCINI

 

Origini e vicende

L'oggetto di questa di questa parte del mio lavoro non vuole affato sostituirsi abbastanza esaustivo svolto e pubblicato da don Nicola Rotundo [nota 1], ma diventare un tassello da aggiungere al ricco mosaico della storia nojana, in particolare a quella di questa chiesa., interessata da metamorfosi strutturali apportate alla cappella originaria [nota 2] eretta in un anno imprecisato, ma certamente prima della venuta dei duchi Carafa (1592). Il piccolo manufatto, dedicato a S. Francesco d'Assisi, sorge in aperta campagna sul punto più alto (99 m.sul l. m.), a circa 400 m. dall'abitato epocale, su terreno demaniale dello Stato. In seguito fu inglobato nella chiesetta fatta costruire dai Cappuccini, l'Ordine conventuale formatosi nel 1528 dopo il distacco formale dai Francescani o Frati Minori [nota 3].

Il luogo di culto eretto dai frati Cappuccini, la cui Protettrice è la Madonna della Consolazione [nota 4], viene dunque dedicato a S. Francesco e strutturato secondo la costumanza francescana [nota 5], in obbedienza alle Costituzioni dell'Ordine decise nel 1529 nella riunione dirigenziale di Albacina (cittadina delle Marche sulla SS.258).

Esistono atti riguardanti gli Ordini religiosi di Noja del XVI sec., dai quali si evince che la struttura originaria della nuova chiesetta corrisponde esattamente a quella voluta dai frati.

Sull'architrave del portale d'ingresso si legge l'i scrizione latina « Vere loco iste Sanct(us) est 1589», che attesta la presenza dei fra-ti Cappuccini in Noja sin dal 1589, cioè 61 anni dopo la nascita dell'Ordine Cappuccino.

Al centro della lunetta, sopra l'architrave, è raffigurato a pittura un calice con l'Ostia riproducente in rilievo le lettere JHS (simbolo di Cristo Salvatore de gli uomini) tra S. Francesco con un Crocifisso tra le mani e S. Domenica con un giglio. Sopra il calice vi è un cartiglio con la scritta:

Sia lodato e ringraziato ogni momento il SS.mo Sacramento.

La porta d'accesso di legno è quella originale.

 

Note

1 Nicola Rotundo, I Cappuccini e Noicàttaro. Uomini e vicende, Messaggi editrice, Cassano Murge (Ba) 1992.
2 Cfr. Archivio storico di Bari, Sovrintendenza e Prefettura, busta n.33, fasc. 125: Amministrazione del culto in Provincia: 1651-1800.
3 Ai Frati Minori, San Francesco diede una breve Regola, approvata, dopo tanti rifacimenti, da Papa Onofrio III con Bolla del 29 novembre 1223. Dopo la sua morte (3 ottobre 1226), l'Ordine religioso da lui fondato trovò larga diffusione in tutta Europa, ma andò incontro a tutta una serie di divisioni e suddivisioni (Osservanti, Conventuali, Zoccolanti, Frati Minori, ecc.), tali da provocare la nascita dell'Ordine Cappuccino, approvato con Bolla del 3 luglio 1528 da Papa Clemente VII, sotto la protezione della Madonna della Consolazione.
4 Secondo Nicola Rotundo (op. cit., p. 131), che riprende una pagina di Sebastiano Tagarelli, nel 1661, il duca di Noja Carlo Carafa I avrebbe fatto dedicare la chiesetta conventuale alla Madonna Immacolata, dopo che il Capitolo Generale dell'Ordine Francescano tenutosi nel 1645 a Toledo, in Spagna, aveva proclamato la Madonna Immacolata quale nuova protettrice dell'Ordine, al posto della Madonna della Consolazione. Ma non esistono atti cartacei o monumentali probatori dell'instaurazione di tale cambiamento di culto nella nostra chiesetta, anche se le vociferazioni popolari sono divenute tradizione.
5 Nel suo testamento, S. Francesco raccomandava ai frati di avere chiese e abitacoli «meschini».


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