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  Emblema personale del re. Giovanni Veneziono di Monopoli.  



 

 

 

 

Cappella del
SANTO SPIRITO FUORI LE MURA (2)

La cappella del Santo Spirito fuori le mura, di ubicazione non accertata, fu visitata da mons. G.C. Riccardi, che dopo averla "osservata" riferì che:

«Il Rettore è don Giovanni Battista Giorgio. Rende secondo di caso ad Cameriero di Sua Santità annui docati diciotto, lo tiene, affittato, detto Beneficio, d. Giovanni Battista Giorgio, non c'è peso di messe. La cappella si trova sfornita di tutto il necessario, benché coverta et serrata con chiave».

A seguito delle osservazioni, dispose che:

«fra due mesi, don Giovanni Battista che n'è l'affittatore debba accomodare l'Altare di tutte le cose necessarie, c'hora vi mancano, come tovaglie, candelieri, croce, cuscini, sottocielo, et carte di gloria, pena versamento di duecento libbre di cera».

La cappella era inserita nel fabbricato del monopolitano rev. Don Giovanni Veneziani, costruito da due muratori baresi sordi e muti con una tecnica particolare: in pratica, lo spazio tra i due strati di pietra che costituivano le pareti lo riempirono di paglia e non di pietre e bolo (terra locale rossiccia impastata con calce viva).

Il fabbricato in questione, sito di fronte a Via De Amicis, era adibito ad ospedale.

Nel vano a piano terra si riscontrano i segni che denotano essere stato questo un luogo di culto.

È visitata da mons. Ascanio Gesualdo e da mons. Carlo Loffredi, nel 1627 il primo e nel 1695 il secondo: ambedue osservano una discreta decenza a celebrare il culto. Mons. Muzio Gaeta Junior la visita come ospedale nel 1719-1790.

Don Veneziani la donò alla grancia dei Carmelitani Calzati di Noja (1583), e da questa, prima che avvenisse la soppressione degli ordini religiosi e l'acquisizione allo Stato di tutti i loro beni, fu venduta al sig. Angelo Dipierro, detto "a poup".

La vendita fu oggetto dell'atto rogato nel 1859 dal notaio Giuseppe Cirillo, conservato nell'Archivio Notarile di Bari.

 

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