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            CONFERENZA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO 
              Scuola Media Statale Nicola Pende - 15 maggio 2003 
            Relatrice: Claudia Leo, maestra della 
              Scuola Materna P. Caldonazzo di Noicàttaro 
            Riportiamo qui gli interventi di tutti coloro che hanno partecipato 
              alla conferenza di presentazione del libro: la Dirigente scolastica 
              Santa Liturri, l'ing. Buono, Assessore alla Pubblica Istruzione 
              di Noicàttaro, Camilla Colucci, capo scout del gruppo "Noicàttaro 
              I" e il prof. Lorenzo Battista.  
              Alla conferenza è seguito un breve momento canoro animato 
              dai bambini della scuola Materna che hanno cantato "Il libro 
              è un amico " e "Il topo con gli occhiali". 
            L' intervento dell’Autore 
            "Gentili mamme, papà, dirigenti scolastici e docenti 
              tutti, grazie per essere intervenuti a questa semplice manifestazione. 
              Il mio grazie è nulla di fronte a quello che nel silenzio 
              dei cuori vi dice il buon Dio per aver dato ad un suo passero solitario 
              un momento di gioia. 
              Da curioso osservatore, amante delle piccole cose, ho profondamente 
              indagato gli occhi di tanti bambini. 
              Il risultato è stato molto triste! 
              Numerosi quelli pieni di tristezza, pochi quelli gioiosi, pochissimi 
              quelli felici. 
              Con amarezza mi sono chiesto: possibile che oggi avvenga ciò? 
              La risposta mi è giunta presto al cuore e alla mente: tu 
              sei di un’altra epoca, non puoi capire!  
              Ma questo lo dite voi! Il mio asilo è stato la strada. Esempio 
              di tante cose buone, ma anche di tante cattive. Oggi le stesse cose 
              avvengono in maniera molto più elegante. Si gareggia nel 
              dimostrare che si è più evoluti degli altri. 
              Per le mie esperienze, ho ben presente che gli occhi di un bambino 
              sono delle potenti mini telecamere, che trasmettono al proprio computer 
              mnemonico tutte le attenzioni d’Amore di mamma, di papà 
              e particolarmente quelle della maestra.  
              Chi più dell’insegnante, buona Biancaneve, riesce, 
              colloquiando con i bambini mentre li guarda negli occhi, a farsi 
              seguire nell’apprendere i primi elementi dello scibile e del 
              comportamento civile? 
              Mamma e papà non hanno tempo da dedicare al frutto del loro 
              Amore, vero o falso che sia. Sono costretti dal vortice dell’arido 
              globalismo, a lottare per la sopravvivenza, ogni ora del giorno 
              e della notte.  
              Perciò sono convinto che la sera il bambino, dopo aver dato 
              il bacetto al papà o alla mamma, prima di addormentarsi, 
              pregherà spontaneamente la Madonnina perché lo aiuti 
              a diventare sempre più uno schermo da computer per giocare 
              un po’ con mamma o papà, guardandosi negli occhi con 
              Amore. 
              A tutti, a me per primo, rivolgo un caldo invito ad alimentare la 
              comunicabilità interpersonale, oggi divenuta stalattite di 
              ghiaccio per via del telefono, dei telefonini, di internet, di e- 
              mail, per evitare l’inesorabile rischio che i nostri occhi 
              non emanino più il caldo e provocatore effluvio d’Amore. 
               
              A conclusione del mio dire, poiché ho avuto la possibilità 
              di leggere negli occhi di questi bambini la loro limpidezza d’animo, 
              da nonno, anche se non lo sono, dico, parafrasando le affettuose 
              parole, che esso rivolge alla piccola Ombretta, nel romanzo “Piccolo 
              mondo antico” di Fogazzaro: piccole primavere sdegnose del 
              Mississipì, non fate le ritrose, ma baciatemi qui!". 
               
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          |   Intervento 
              della Dirigente scolastica prof.ssa Santa Liturri 
            "Quando Giacomo mi chiese di scrivere la prefazione al libro 
              testé presentato fui sorpresa. Non lo vedevo da alcuni decenni, 
              non diciamo quanti! Cioè da quando piccolina frequentavo 
              saltuariamente la sua famiglia legata alla mia da rapporti di parentela. 
              Indubbiamente ci siamo visti con molti anni di più per lui 
              e meno per me. 
              Sono veramente rimasta incuriosita dalla sua trascinante personalità 
              sia per le iniziative dei progetti per il futuro, sia per le idee. 
               
              Una personalità imperiosa la sua, che tuttavia, per chi lo 
              conosce, si stempera e si addolcisce subito in una grande tenerezza 
              per le sue creature. Io tra queste ci metterei subito i bambini 
              che lui aiuta e lo diciamo ancora una volta perché è 
              una cosa bella e fattesca, poiché li considera quasi suoi 
              figli. 
              Sue creature sono anche le attività che svolge, le persone 
              con cui opera, cosa veramente invidiabile per la comunicatività 
              che ha con tutti. 
              Non è facile avere a scuola una collaborazione di una personalità, 
              che offra il meglio di sé stesso. 
              I bambini hanno bisogno soprattutto del contagio umano più 
              che dell’insegnamento formale.  
              Veramente sono rimasta sorpresa nel vedere il suo sito in internet 
              “www. nojainpuglia.it” perché Giacomo lavora 
              sia in termini tradizionali sia in quelli dell’informatica 
              più avanzata.. 
              Nel suo sito ci sono tutte le sue esperienze, molto belle, che inteneriscono 
              e appassionano, per cui vi invito a visitarlo. 
              I suoi libri, le carte e i documenti sono le sue creature, che lo 
              impegnano molto seriamente.  
              Infatti, i documenti, che lo appassionano tanto, li guarda con molto 
              rispetto, per cui ce li fa amare trasmettendoci questo senso di 
              rispetto poiché sono frutto di ricerche continue nelle biblioteche 
              e negli archivi. Per uno studioso, soprattutto storico, un documento 
              è un microcosmo dove si riflette un po’ la complessità 
              e molteplicità storica, e poco importa se esso riguarda la 
              Storia locale. 
              La storiografia ha rivalutato tantissimo la Storia locale come paradigma 
              e anima di quella generale, forse perché quando si generalizza 
              parlando della Storia nazionale ed internazionale, essa s’ingrigia, 
              si scolorisce un po’ perdendo quel fascino che la Storia locale, 
              con la sua corposità e le sue vicende conserva. Ed è 
              per questo che la lettura di questo libro è più appassionante, 
              affascinante della lettura di un romanzo, di un racconto di avventure. 
              Qui c’è tutto: ci sono vicende pubbliche e private, 
              amicizie e inimicizie di un paese; c’è lo spirito filantropico 
              della mentalità degli altri; c’è la Burocrazia, 
              ci sono conflitti istituzionali, conflitti di poteri fra Sindaco, 
              Prefetto e Governo centrale; c’è veramente tutto.  
              E’ un vero microcosmo la Storia tratta dagli Archivi Storici 
              consultati che riflettono la situazione generale della nostra Nazione 
              nei periodi esaminati. 
              Naturalmente gli amici e colleghi hanno parlato molto bene dell’importanza 
              della scuola dell’infanzia oggi, perché in pratica 
              la riforma dà all’istituzione di detta scuola una giusta 
              importanza poiché essa contribuisce a dare al bambino una 
              formazione educativa e culturale 
              Voglio brevemente parlare della sorpresa finale. Leggetevela! 
              Anche per me è stata una sorpresa perché nelle bozze 
              del libro che mi aveva dato non c’era. L’ha inserita 
              prima che il libro fosse stampato. 
              E’ una cosa bella! Io non faccio una questione di contenuto 
              ma di metodo di lavoro, cosa che istintivamente mi appassiona di 
              più. 
              Infatti, come metodo storiografico vi troviamo la stessa attenzione 
              per i documenti e la stessa voglia di lasciarli parlare, in più 
              vi troviamo degli interrogativi aperti sulla questione dell’Orfanotrofio 
              femminile di cui ha scoperto un documento degli anni venti.  
              Giacomo si pone e pone al lettore tanti interrogativi: come mai 
              di questo orfanotrofio femminile si sono perse le tracce?, dove 
              poteva essere ubicato?, chi insegnava?, chi maneggiava il denaro 
              donato dai sostenitori della Istituzione?  
              Sono interrogativi aperti un po’ maliziosi o tendenziosi! 
               
              La provocazione fa parte del suo personaggio, è la sua fondamentale 
              caratteristica! 
              Questi interrogativi che lui pone li riporto ad una tendenza storiografica 
              attuale. 
              Umberto Eco dice: “Lector in fabula”: cioè lettore, 
              io ti pongo degli interrogativi, sei tu che devi collaborare con 
              me, a dare, quindi, una licenza di ricostruzione corale del fatto 
              storico, devi entrare all’interno dell’opera nell’attualizzare 
              e rendere espliciti tutti i significati che essa ha! 
              Ed allora, con questo spirito, leggiamo e godiamoci veramente questa 
              lettura, che oltre ad essere storicamente precisa, corretta e completa 
              è realmente gradevolissima come se fosse un romanzo". 
               
               
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          |   Intervento 
              dell' ing. Buono , Assessore alla Pubblica Istruzione 
            "Stasera io conosco personalmente il sig. Settanni ed ho modo 
            di apprezzare la sua grande umanità, il suo grande senso di 
            comunicare, di farci assaporare quello che è stato appunto 
            il Passato (i nostri Avi, dice Giacomo, quando tornavano dall’America 
            dove a migliaia erano andati come emigrati esclamavano “quanto 
            è bella “l’aria du paies me”), la povertà 
            in cui si stava bene, si stava meglio, nella quale si viveva felici 
            perché ci si sentiva affratellati ( l’Alighieri ce lo 
            ricorda chiaramente: “… nessuno maggior dolore/ che ricordarsi 
            del tempo felice / nella miseria” Inf. C. V ver. 121 – 
            123). Adesso, invece, la ricchezza, la globalizzazione, la T. V., 
            questa cattiva maestra ci fa sentire estranei in casa. Cerchiamo, 
            quindi, di allontanarla, torniamo ai giochi della strada. 
            Questo è l’insegnamento che ho potuto carpire dalla relazione 
            della presentatrice del lavoro di Giacomo. 
            E’ quello che con amore mi sforzo di ottenere dai miei figli. 
            Ma è veramente difficoltoso! E’ dura ! Per questo bisogna 
            avere una forza, un coraggio da quasi eroi perché si possa 
            ritornare a respirare l’aria dei nostri campi, che sono diventati 
            anonimi, in quanto divenuti enormi distese di bianco; respirare l’aria 
            paesana, l’aria operante di Via Carmine, di Largo Pagano; inculchiamo 
            ai nostri figli l’amore per i nostri giochi di strada, maestra 
            un tempo di vita. 
            A Giacomo dico settanni - otto, continua nelle tue ricerche filologiche 
            perché possiamo arricchirci su quello che è la nostra 
            memoria passata, ma che è un grande insegnamento di vita per 
            il recupero della nostra Comunità paesana".       | 
         
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             Intervento di Camilla Colucci, Capo 
              Scout del "Noicàttaro 1" 
            "Il rigore delle analisi e la piacevolezza espositiva sono 
              le peculiarità dell’amico Giacomo, che intende portarci, 
              condurci mano nella mano nel cuore dei problemi esistenti nel periodo 
              storico–politico considerato e riferito all’istituzione 
              di un Asilo per l’infanzia nel nostro paese. 
              Giacomo riesce a far rivivere degli eventi importanti in modo particolare 
              e con espressioni vive e dinamiche…è un partire e viaggiare 
              insieme su di un treno…! 
              Durante il tragitto l’autore sosta su descrizioni dettagliate 
              che accompagnano i disagi dell’intera vicenda storica, in 
              cui vengono teorizzati con chiarezza e fascino espositivo i segni 
              viziosi dell’agire umano con grande disagio per i bambini. 
              E con la “sorpresa” finale giungiamo al capolinea dove 
              i binari hanno termine! 
              Il mio viaggio termina…, ma per Giacomo la corsa non si è 
              conclusa, è già risalito su un’altra locomotiva 
              per proseguire in “diverse e inedite traiettorie”. Congratulazioni". 
             
             
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          |   Intervento 
              del prof. Lorenzo Battista 
            " Gentili Signore e signori, 
              permettetemi di ringraziare, innanzitutto, il Dirigente scolastico 
              Preside Anna Alterio, che rischiando personalmente, dove altri si 
              sono defilati, ha concesso l’uso di questo magnifico locale 
              per la presentazione dell’ennesima creatura dell’amico 
              Giacomo Settanni dal titolo “ Noja – Noicàttaro 
              – 1865 – 1891. Istituzione Opere Pie Comunali – 
              Commissione di Beneficenza Comunale – Congregazione di Carità 
              – Parte seconda – Istituzione dell’Asilo per l’Infanzia”. 
               
              Per questo torno a fare i complimenti alla Preside per la riuscita 
              di questo incontro culturale, che ha voluto, con il suo impegno 
              personale, tributare all’amico Giacomo, che tanto ha dato 
              a questa scuola e ai suoi alunni 
              Giacomo, forse lo conoscete meglio di me, è un studioso, 
              accanito ricercatore di documenti di Storia Patria, qualificato 
              autodidatta; competenza ben diversa da quella di provetti commediografi 
              in vernacolo, ma certo non proliferi di testi di Storia Patria come 
              Giacomo, che di detta qualifica è molto fiero. Tenace e intelligente, 
              con la sua ironia e vis polemica, spesso parlando per metafora ed 
              aforismi, sa trascinare l’ascoltatore, ed anche i ragazzi, 
              nelle sue imprese culturali: sia che si tratti di affrontare episodi 
              di Storia Patria, sia che si cimenti con l’attività 
              dei boy-scouts, a cui è particolarmente legato.  
              Con le sue battute e frecciate taglienti, il suo dialogare, nello 
              stesso tempo semplice e forbito, riesce sempre convincente ed affascinante. 
              Ritengo abbia ancora la curiosità del neofita, malgrado la 
              sua venerabile età. Possiede una caratteristica che forse 
              lo rende un po’ inviso a chi non lo conosce bene poiché 
              non si ferma davanti a nulla ed a nessuno, specie quando accerta 
              comportamenti poco civili da parte delle persone con le quali dovrebbe 
              convivere, al fine, però , di chiarire la verità degli 
              avvenimenti.  
              Giacomo è un tipo speciale, un lavoratore instancabile, puntiglioso 
              e meticoloso nelle sue ricerche, non si azzarda mai ad esprimere 
              le sue convinzioni se non surrogate da documenti con i quali costringe 
              il lettore a fare i conti. 
              Infatti, i suoi libri sono pieni di epigrafi, di immagini e fotografie 
              e, ovviamente di note bibliografiche. 
              Questa sua opera come giustamente ha sottolineato nel suo intervento 
              il Dirigente scolastico Santa Liturri ha un eloquio scorrevole ed 
              agile, che piace a grandi e piccini. Altro che libri di testo! 
              Scendendo nel particolare, l’uso del presente storico in questo 
              libro ed in tutti gli altri, rende accattivanti, fluide, suggestive 
              e viventi le storie raccontate. 
              Talvolta Giacomo lascia filtrare, pur nel suo gelido, necessario 
              distacco disincantato dello storico, il malcostume di un’epoca, 
              altro che filantropia diretta ad …”elevare le anime 
              dei poveri figli delle plebi”, cosa che lo porta a sentenziare 
              “un tempo era, è, e sarà”. L’uomo 
              non cambia mai. Siamo avvertiti. 
              Grazie ancora Giacomo e continua a lavorare per te stesso e per 
              noi ". 
             
             
             
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