"Alla Torre" - file audio
530 Kb in formato mp3

 

 

 

 

ALLA TORRE

Erto nel cielo di cobalto il capo levi
dal sole arriso, o bruna Torre!
Su la rocciosa spiaggia inospitale,
dove crescea

l'ispido cardo, tu sorgesti a' frodi
vigile scolta. Sotto l'arco immenso
del costellato scintillante cielo,
ne le notturne tenebre,

salda, quale alpestre rupe
a le tempeste, a' venti tu vegliasti.
Ora , vetusta Torre, più non vegli
ne la quiete,
che ti circonda d'ogn' intorno, al lene
suono de l'onde mormoranti al lido,
spesso sonnecchi : e 'l mare, a volte calmo,
come un gran lago,

con le sue gioie con i suoi sorrisi,
fosco talora con le sue procelle
mite talvolta con le sue canzoni,
vedi tu in sogno.

Ed i sublimi fascini, l'ebrezze
dolci e soavi, i gemiti del mare
sogni. Di questo mar le glorie antiche,
anco gli eventi

tristi, che l'onda reser mesta e amara,
sogni, e sovente il cor t'infiamma il canto
della Vittoria, che da' patri lidi, rossi di sangue,

l'aquile torve ricacciò d'Asburgo,
solo tu questo sogni, o bruna Torre,
spettro d'un evo pieno di tenebre
e di misteri?

O di sanguigne vision ti opprime
d'incubo il petto, ed il maligno fato,
che de l' Erinni a' venti le funeste
faci agitando,

preme feroce l'itale contrade,
e di fraterno sangue ancor le bagna,
tu maledici? Sogni la tua fronte,
sogni la pace,

quella divina pace, che da' cieli
raggia de l'alma serenati, e adduce
i travagliati spirti su' fioriti
calli del giusto.

 

Pasquale PINTO

Torrepelosa, settembre 1924

Dal Crivello 1924 n. 201